ROMA - Come la "regola della culla" impone si parte dal Senato. Dopo che l'esecutivo Letta era nato da Montecitorio, per il principio di alternanza costituzionale, il governo Renzi sosterrà il suo primo esame a Palazzo Madama. Un esame che, dopo qualche timore più che giustificato, appare dall'esito abbastanza scontato. Sarà semaforo verde, infatti, per l'ormai ex sindaco di Firenze che è riuscito nell'impresa di convincere l'ala del Pd che non lo "ama" affatto e i Popolari che si sono già rassegnati alla perdita del ministro Mario Mauro alla Difesa. 

Insomma, sarà via libera - anche se non con numeri da capogiro. Sui 320 inquilini di Palazzo Madama - 315 eletti più cinque senatori a vita - Renzi dovrebbe poter contare su 107 sì del Pd, 31 di Nuovo Centrodestra, 8 di Scelta Civica - Monti compreso - 12 di Per l'Italia e altri 12 del Gruppo delle Autonomie linguistiche portando così il bottino a 175 voti favorevoli. No scontati di Forza Italia, Lega e Movimento Cinque stelle. 

Il calendario dei "lavori" di giornata è piuttosto serrato: si comincia alle 14 con le comunicazioni del presidente Pietro Grasso. Il dibattito prenderà il via alle 15.30 e lo spazio per le repliche e la dichiarazione di voto si aprirà alle 20. Alle 22 inizierà la prima chiama per il voto di fiducia la cui conclusione è prevista in serata. Una conclusione che non dovrebbe sorprendere e che dovrebbe affidare, definitivamente, l'Italia nelle mani di Matteo Renzi. 

IL PRIMO DISCORSO DI RENZI IN SENATO: LA DIRETTA VIDEO