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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Renzi e l'aula vuota": la lunga notte delle riforme

L'Aula della Camera ha terminato in seduta notturna l'esame degli emendamenti e degli articoli al ddl sulle riforme. L'ok finale al testo da parte di Montecitorio è atteso entro i primi giorni di marzo. Ma FI, Lega, M5S e Sel saliranno al Colle

Si è conclusa quasi all'alba in un'aula piena solo a metà nei banchi della maggioranza di governo la lunga e drammatica maratona imposta dal premier Matteo Renzi alla Camera, per concludere l'esame delle migliaia di emendamenti, prevalentemente di opposizione, che i deputati hanno presentato per modificare il testo della riforma della seconda parte della Costituzione presentata dal Governo Renzi e approvato al Senato la prima volta in agosto. 

Assenti le opposizioni dall'aula - a seguito dell'Aventino parlamentare deciso ieri dai gruppi M5S, Fi, Sel, Lega e Fdi che da martedì saliranno al Quirinale a protestare dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella - l'ultima no stop parlamentare notturna sulle riforme, durata fin quasi alle due del mattino, è scivolata via senza gli incidenti, gli insulti, le botte e gli insulti della notte precedente. Cinque ore di nuova seduta notturna servite ad archivare per ora la mole degli emendamenti alla riforma. Il voto finale dell'aula della Camera sulla riforma infatti, come da calendario concordato fra i gruppi, ci sarà la prima settimana di marzo. Poi il testo dovrà tornare al Senato e sarà ancora una prima lettura, poiché Montecitorio lo ha modificato. Se palazzo Madama a sua volta non intervverrà, la Camera e il Sento dovranno poi riapprovarlo senza modifica non prima dei tre mesi successivi. Ci sarà il referendum popolare finale per il sì o no definitivo degli elettori, voluto da Renzi a prescindere dalla maggioranza numerica ottenuta in Parlamento. Il premier sulle riforme, quella costituzionale come quella elettorale, ci ha messo la faccia e, soprattutto, il Governo. 

La minaccia di mettere fine alla legislatura e andare al voto anticipato già in primavera con le regionali è stata in queste 48 ore da lui più volte brandita. Soprattutto nei confronti dei deputati della minoranza Pd, degli alfanian-casiniani e degli altri centristi della maggioranza i cui voti sono stati determinanti ma che pure erano contrari o per lo meno scettici sulla prova di forza e l'approvazione della riforma della Costituzione a maggioranza a fronte dell'Aventino delle opposizioni che Renzi e renziani hanno voluto ad ogni costo. 

"Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a "#gufi e ?#sorciverdi", ha twittato il premier in piena notte, dopo aver assistito di persona a Montecitorio alle ultime votazioni della seduta fiume. 

<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p>Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a <a href="https://twitter.com/hashtag/gufi?src=hash">#gufi</a> e <a href="https://twitter.com/hashtag/sorciverdi?src=hash">#sorciverdi</a></p>&mdash; Matteo Renzi (@matteorenzi) <a href="https://twitter.com/matteorenzi/status/566434210941267970">14 Febbraio 2015</a></blockquote>
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"Signor presidente - ha preso la parola in aula prima dell'ultimo voto sulle riforme il deputato Pd Ettore Rosato - in situazioni ordinarie, in questo caso, ci sarebbe stato un grande applauso da parte del gruppo del Partito democratico e - credo - anche degli altri gruppi, che hanno contribuito in maniera rilevante e hanno sostenuto questa grandissima fatica di questi mesi, con un impegno costante di tutti i colleghi del guppo. In questo caso, naturalmente, sappiamo che abbiamo un grande rammarico, per il fatto che quest'Aula non è completamente piena, atteso che alcuni gruppi hanno ritenuto di non partecipare. Questo è un punto che a noi lascia una ferita istituzionale. Credo sia giusto prendere atto che il percorso di questa riforma costituzionale è ancora lungo, e siamo convinti che riusciremo ad allargare il consenso intorno ad essa, affinché tutti la sentano propria, così come la devono sentire gli italiani", ha detto Rosato fra gli applausi di deputati Pd e Scelta Civica.

Nonostante l'Aventino, nell'ultima maratona notturna sulle riforme ha voluto mettere agli atti anche la sua il presidente Fi della commissione Affari Costituzionali Francesco Paolo Sisto, che fino alla rottura del patto del Nazareno della riforma costituzionale era relatore e che poi, per protesta anti Renzi, dopo l'elezione di Sergio Mattarella al Colle all'incarico ha rinunciato. "Voglio che rimanga nei miei occhi - ha detto in aula la scorsa notte Sisto - questo spettacolo, questa percezione visiva. Mai potevo pensare che la vista potesse essere così utile per capire che cosa può non essere la democrazia: cosa può significare un'Aula che trovo in modo desolante vuota. Lo dico con molta serenità e con molto garbo: ritengo che un'Aula orba, un'Aula che abbia un solo occhio, una mancanza di stereofonia parlamentare sia un fatto non positivo, indipendentemente dai perché e dai ma, perché qui non è un problema di cause è un problema di effetto. Credo che una cavalcata solitaria, modificando la Costituzione, non costituisca una cosa positiva per il Parlamento indipendentemente da qualsiasi appartenenza e da qualsiasi posizione. Lo dico in modo sereno, in modo responsabile, ma credo che la Costituzione questo non se lo meritasse". 

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