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Martedì, 16 Aprile 2024

Alberto Berlini

Giornalista

Se il green pass maschera un obbligo vaccinale

Il green pass "alla francese" tenta il governo, o almeno parte delle forze politiche dell'esecutivo. Ma davvero anche in Italia sarà obbligatorio esibire il certificato verde per accedere a bar, ristoranti e trasporti? In Francia l'effetto annuncio ha innescato una corsa al vaccino (un milione di prenotazioni in un giorno) in un paese che ha numeri paragonabili all'Italia quanto a dosi somministrate e popolazione immunizzata. Ma anche il nostro Paese ne ha bisogno? Tutte le statistiche vedono come il nocciolo duro dei "no vax" riguarda quei 5 milioni di fragili che pur avendo da mesi la possibilità di vaccinarsi ancora non hanno iniziato il percorso di immunizzazione. Per gli under 50 la situazione si fa più complessa con tanti - sopratutto giovani - che non attendono altro che il proprio turno di vaccinazione. 

Sarà necessario quindi fare del green pass il grimaldello per mascherare l'obbligo vaccinale? Con un utile bagno di realtà sarà impossibile richiedere il certificato per entrare in un bar. Sicuramente un atteggiamento di buon senso è vincolare l'accesso ai trasporti pubblici - specialmente se di lunga percorrenza - ma innegabile pensare ai "portoghesi" del green pass come nuova figura cui non si potrà certamente delegare il controllo agli autisti di bus e tram. Sicuramente è più sensato pensare che il certificato verde possa essere richiesto contestualmente all'accesso a ristoranti e altri locali pubblici, ma allora visto che il pubblico sarà composto di "vaccinati" e "tamponati" si dia la possibilità ai commercianti di riarredare i propri locali come ai tempi del pre-covid: scommettiamo che molte resistenze verrebbero a sciogliersi davanti alla possibilità di incrementare i coperti. 

Eppure su tutto c'è un grande ma: chi controllerà i Qr code degli avventori? Saranno gli stessi proprietari di locali a dover mettere alla porta i clienti sprovvisti? E con quali termini giuridici? Multe per chi sgarra? Sanzioni? Per il Commissario per l'Emergenza, Francesco Figliuolo, il sistema del green pass potrebbe dare una spinta agli indecisi del vaccino, anche se andrebbe comunque fornita l'alternativa del tampone per rispettare gli equilibri costituzionali. Quindi anche i tamponi diventeranno gratis?

Ad opporsi al "modello Macron" è Giorgia Meloni che parla di "follia anticostituzionale", così Matteo Salvini che da voce ai commercianti che come spiega Fipe-Confcommercio ipotizzano pesanti penalizzazioni per i ristoratori. Eppure per Federalberghi sarebbe un provvedimento "sacrosanto", e anche gli stessi gestori dei locali notturni sono consapevoli che per loro le riaperture sono vincolate al green pass. Le posizioni sono diverse anche tra i parlamentari. Se alcuni esponenti del Pd chiedono di "estendere il green pass a tutti i luoghi di socialità", per i deputati M5s in Commissione Affari sociali l'ipotesi è "prematura e pone interrogativi per coloro che devono forzatamente ricorrere al tampone". Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si dice invece "per l'obbligo vaccinale al personale sanitario e scolastico".

In Italia attualmente il green pass è obbligatorio per accedere ad eventi sportivi e culturali, oltre a banchetti e cerimonie ma - se ci si dovesse allineare alle misure previste in Francia - potrebbe essere necessario anche per entrare in luoghi che accolgono più di 50 persone, per accedere a bar, ristoranti, centri commerciali e mezzi di trasporto sulle lunghe distanze. Gli argomenti si intrecciano con una valutazione complessiva che il Governo farà su altre misure in scadenza, come lo stato di emergenza che terminerebbe a fine luglio. Ad ogni modo una decisione non verrà presa prima del prossimo monitoraggio che venerdì con ogni probabilità fotograferà l'incremento dei contagi nel paese come da trend ormai consolidato degli ultimi bollettini. 

Oggi rispetto allo scorso anno si registrano più casi (40mila attualmente positivi contro 12mila), più ricoveri (1128 e 157 in Ti contro 777 e 60), più focolai in tutto il Paese. Dando per scontato la maggiore diffusione virale vista la ormai quasi completa mancanza di misure di tutela (davvero si può tornare a far rispettare il distanziamento dopo quanto visto per i festeggiamenti per la vittoria della nazionale italiana agli europei di calcio?) non resta che sperare che i vaccini facciano bene il proprio lavoro e preservino il nostro paese dalla crescita dei ricoveri. Forse poprio il tasso di ospedalizzazione, se continuerà a restare basso, e la minor sintomatologia dei nuovi contagi che avvengono tra gli immunizzati, sarà la miglior forma di pubblicità al vaccino. 

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