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Martedì, 19 Marzo 2024
Prima della tempesta

Cosa rischia Conte con la scissione e il progetto di un partito personale

Non conviene a Grillo, non conviene al popolo del Movimento 5 Stelle e non conviene neppure a Giuseppe Conte. Per questo adesso è il momento del tutto per tutto per trovare un accordo. Altrimenti sarà scissione

E’ un momento difficilissimo per il Movimento 5 Stelle e anche per la tenuta del Governo perché da quanto accadrà nelle prossime ore, dipenderà anche il futuro del centrosinistra e dell’alleanza con il Partito Democratico alle prossime elezioni amministrative. Ma se fino a ieri si assisteva ad un fuoco di fila tra le varie parti: Grillo contro Conte, Grillo contro Crimi, poi la maggioranza dei parlamentari contro Gillo, adesso sembra calato un silenzio surreale. Fonti parlamentari fanno sapere come ci sia un gruppo convinto che ormai Beppe Grillo “non abbia più l'autorevolezza per guidare una forza politica credibile” per cui l’unica soluzione rimane la mediazione per convincere il Garante a farsi da parte e Conte a tornare sui suoi passi perché da una scissione, non ci guadagnerebbe proprio nessuno. In queste ore, seppur ieri ci sia stato lo strappo in Campidoglio, con 4 consiglieri romani che hanno giurato fedeltà a Conte, ci sono diverse personalità in campo nel tentativo di trovare un punto di incontro. E' quello che serve a tutti. 

I primi a non guadagnarci sarebbero proprio l’ex Presidente del Consiglio insieme a tutti gli eletti pronti a seguirlo perché, seppur si libererebbero della zavorra di Grillo, per guardare al futuro con un progetto partito nuovo e l’autorevolezza di Conte, si prenderebbero tutti un bel rischio: quello di passare da un Movimento rinnovato che sfrutta la propulsione della figura di Giuseppe Conte ad un partito personalistico vero e proprio, che rischierebbe di far fallire anche il progetto più valido. A mettere in guardia su questo è stato il deputato M5s Vincenzo Spadafora che ha spiegato come “già in passato ex presidenti del Consiglio hanno pensato che la popolarità bastasse a fondare un partito. Non è mai andata bene. I partiti nati in Parlamento sono storicamente morti con le elezioni”. Ecco perché forse Conte ci sta ancora ragionando. Perché di fatto lui sa benissimo che creare un partito da nuovo non è una cosa semplice, almeno per due motivi. Il primo perché un partito costa molti soldi, secondo perché si sgancerebbe dal Movimento 5 Stelle e di fatto fonderebbe un partito ideato da lui e con lui al centro, quindi un partito personale: l’antitesi del concetto di democrazia dal basso che ha sempre contraddistinto il popolo a 5 Stelle. Gli elettori pentastelalti non lo capirebbero e il consenso si diliurebbe. 

Non conviene neppure a Grillo perché, lo ha detto anche lui quando ha ripercorso tutta la parabola discendente del Movimento degli ultimi anni, la sua creatura è in crisi di identità e valori e ha perso il consenso che aveva maturato alle scorse elezioni. L’orgoglio 5 Stelle era tornato a battere forte con l’arrivo di una figura credibile, spendibile e che potesse unire tutti nelle battaglie del Movimento e questa figura era Giuseppe Conte, che nelle sue esperienze di Governo aveva maturato un grande consenso. Farlo fuori adesso rischierebbe di buttare via tutto il lavoro fatto in questi anni di governo e anche una grande fetta di classe dirigente che, a conti fatti, sta con Conte ed è pronto a seguirlo dovunque lui voglia andare. 

È morto il Movimento di Grillo, viva il partito: 5 Stelle di fronte ad un bivio

Insomma, con la scissione ci perdono tutti ed è per questo che nelle ultime ore nessuno, neanche le personalità più schierate all’interno del marasma, vuole parlare di scissione o divisioni. Perché tutti hanno qualcosa da perdere. Queste sono le ore del tutto per tutto. Per tentare di ricomporre il rapporto politico e anche umano fra Grillo e Conte nel nome del futuro di un Movimento 5 Stelle che, inevitabilmente, non sarà mai quello auspicato da entrambi. 

Grillo contro Conte: l'appello all'unità

Per questo 19 senatori del M5s hanno firmato una lettera-appello in cui si chiede l'unità: “Questo è un momento di estrema difficoltà per il paese, come senatrici e senatori del M5s sentiamo il dovere di richiamare tutti all'unità e alla ricomposizione, andando oltre le difficoltà attuali, nella consapevolezza che il Movimento ha necessità di innovarsi e ristrutturarsi, nella speranza che le posizioni di Beppe Grillo e di Giuseppe Conte si riconcilino chiedendo ad entrambi un incontro, a breve, con i parlamentari". Quell’incontro potrebbe essere già lunedì. Impensabile che si faccia con entrambi presenti perché, come scrive qualcuno nelle chat interne, “volerebbero stracci”. Ma bisogna fare presto perché dall’interno del Movimento 5 Stelle mettono in guardia sul fatto che se si protrae troppo questo clima di esasperazione, si rischia di non poter tornare più indietro. 


 

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