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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Grillo stuzzica la minoranza Pd: "Mandiamo Renzi a casa, insieme"

Il leader del Movimento cinque stelle ospita sul suo blog un post di Aldo Giannuli. E sembra chiedere un accordo alla minoranza Pd, sfruttando il caos articolo 18: "La minoranza Pd tragga le conclusioni, mandiamolo a casa"

ROMA - L'amo è lanciato. Ora, per Beppe Grillo, non resta che attendere che qualcuno abbocchi. Il Movimento cinque stelle strizza l'occhio alla minoranza Pd e offre una sponda ai "piddini" delusi per mandare a casa il governo Renzi. La base di partenza, come spesso accade negli ultimi tempi, è il tanto discusso articolo 18. 

"Lo scontro che si sta profilando impone che abbiamo tutti molta generosità, mettendo da parte recriminazioni pur giuste, per realizzare la massima efficacia dell'azione da cui non ci attendiamo solo il ritiro di questa infame 'riforma', quanto - attacca Aldo Giannuli sul blog di Grillo - l'occasione per mandare definitivamente a casa Renzi: con l'azione parlamentare e con l'azione di piazza, con gli scioperi, spingendo la minoranza Pd a trarre le dovute conseguenze di quanto accade". 

Quindi, la chiamata alla "ribellione". "Renzi - si legge sul sito del leader del Movimento 5 Stelle - sta riuscendo dove non sono riusciti Monti e Berlusconi, lui, segretario del Pd, sta trattando la Cgil come uno straccio per la polvere: compagni del Pd cosa aspettate ad occupare le sedi e far sentire la vostra voce? O siete diventati tutti democristiani? Questo sarà uno scontro generale che avrà conseguenze che andranno molto oltre la questione in sé, esattamente come si pensa di fare dall'altra parte della barricata".

Secondo il blog di Grillo "il senso politico generale dell'operazione" che Renzi vuole fare con il Jobs act è di "avviare una nuova offensiva di ampia portata contro il lavoro e le sue garanzie. Dopo verrà l'attacco all'illicenziabilità della Pubblica amministrazione, l'ulteriore taglio dei salari, l'ulteriore dequalificazione della forza lavoro e la definitiva espulsione del sindacato alle aziende. Tappe che vedremo succedersi rapidamente, una volta ottenuta la legittimazione di una vittoria sulla questione dell'art. 18: quello che conta qui, più che la questione in sé, è la sua valenza simbolica".

"La Cgil oggi - recrimina il professore sul bog di Grillo - se ne lamenta, e si può capire, ma in fondo raccoglie quel che ha seminato: per tre anni è stata complice assidua delle sciagurate politiche rigoriste di Monti e di Letta, poi ha servito Renzi con zelo degno di miglior causa, sostenendolo massicciamente anche nelle ultime elezioni europee. Adesso riscuote il prezzo dei suoi servigi: viene licenziata come una colf, senza neanche i sette giorni di preavviso e da un Presidente del Consiglio che è anche il segretario del partito che loro votano".

Non solo Cgil, però. Perché nel mirino dei cinque stelle, come sempre, c'è anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "Tutti si affannano a dimostrare che pochi 'privilegiati' non possono ostacolare la via delle riforme compromettendo le sorti del paese. Primo fra tutti a guidare il coro è il Capo dello Stato - incalza Giannulli - che, nella sua delicata sensibilità costituzionale che lo vuole sereno arbitro super partes, mette i piedi nel piatto e si pronuncia esplicitamente per la tesi governativa, invitando a farla finita con corporativismi e conservatorismi e approvare la riforma a tamburo battente. Scusate la divagazione: ma come mai questo ex dirigente di quello che fu il maggior partito dei lavoratori italiani, trova che ad essere corporativi siano i lavoratori e solo loro? Lo avete mai sentito dare del 'corporativi' o, 'conservatori' ai banchieri, che prendono i soldi della Ue, per investirli in altri titoli finanziari continuando a negarli ad aziende e famiglie? - chiede polemico Giannulli - Ci sono i superpagati dipendenti del Parlamento che stanno facendo un casino d'inferno perché non accettano una spuntatura delle loro ricche retribuzioni, come, peraltro, avevano fatti i manager di Stato, gli alti magistrati ecc. qualche tempo fa: Napolitano ha mai denunciato questi privilegi e particolarismi? Possiamo dire solo una cosa - si conclude il post - Presidente si vergogni!". 

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