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Venerdì, 19 Aprile 2024
Movimento 5 Stelle

La Resistenza del partigiano Grillo: tranquilli, è solo campagna elettorale

Grillo è arrivato a Roma ad abbracciare i “suoi meravigliosi guerrieri” e ha inaugurato la nuova stagione del grillismo, la “Resistenza.”. Prima, il deputato M5S Manlio di Stefano ha dato della “zombie” a Laura Boldrini: “Donna senza dignità”

Il decreto Bankitalia è uno scivolone? E’ uno scivolone cantare ‘Bella ciao’ poco dopo la sua approvazione? E’ uno scivolone fare il paio con la Resistenza? Due sì e mezzo. Con ordine, senza entrare nel merito della riforma di Palazzo Koch.

Quello che appare complicato da spiegare – e da digerire – è il metodo della questione. Quell’incollare la soppressione della seconda rata dell’Imu con la riorganizzazione della Banca d’Italia. Quella fretta demagogica da salvatori delle aliquote, strumentale, lunghissima, con la rivalutazione del capitale di Bankitalia. Qual è il nesso legislativo? Se il monito di Napolitano sul decreto ‘Salva Roma’ valeva allora, perché negarlo oggi?

In un Paese senza febbre, le due questioni, in Parlamento, si sarebbero discusse in separata sede. Ma noi abbiamo la febbre e in fretta e furia si è fatto il minestrone. E visto che abbiamo la febbre alta a Montecitorio abbiamo assistito alla rissa e alle occupazioni (a gennaio e non erano a scuola). E mentre commessi, questori e grillini se le davano di santa ragione, i "compagni" del Pd intonavano ‘Bella ciao’. Eccoci al primo scivolone. Pieno, non più mezzo.

Secondo scivolone. Beppe Grillo, visti in tv i moti dei suoi, ha lanciato l’ultima moda: “Siamo la nuova Resistenza”. Quindi, i grillini nuovi partigiani. E c’è chi ci ha creduto. Alessandro Villarosa, deputato del M5S, ne è convintissimo: “Un cittadino per difendere il proprio paese che cosa deve fare? Durante il fascismo si facevano queste cose, i nostri partigiani ne hanno fatte molte ma molte di più rispetto a quello che stiamo facendo noi”. In effetti fecero molto di più: più che la Liberazione, regalarono a tutti un ‘no’ invalicabile.

Così Grillo e Villarosa. Così Pavese, ne ‘La casa in Collina’, a proposito di quegli anni bui: “Ci si sente umiliati perché si capisce – si tocca con gli occhi – che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato. Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione”. Trova le differenze.

Differenze o meno, passando per i paragoni storici, il nuovo motto della campagna elettorale è già pronto. Perché, parliamoci chiaro, Grillo e il Movimento, nelle ultime 48 ore, hanno inaugurato la nuova campagna elettorale. Ci sono le Europee di mezzo, a fine maggio, e magari le politiche. E una questione fortissima: la legge elettorale Renzi-Berlusconi che sembra disegnata a puntino per cucinarli per bene. Grillo lo sa e vuol prendersi la rivincita storica: dimostrare che il Paese sta con lui. Per questo la suggestione, fortissima: c’è il nemico e una minaccia – parole di ieri: “La democrazia non c’è più, sostituite la parola democrazia con governabilità. La dittatura della governabilità” –, dall’altro capo le gesta eroiche dei padri della speranza.  

Anche troppo poetico. E visto che il grillismo non può fare a meno di quella rabbia primordiale da attrarre come un magnete, sintetizzabile con un bel “vaffanculo” al sistema, il Movimento ha esploso le sue cannonate. L’impeachment, la messa sotto accusa del capo dello Stato, Napolitano, (che si è detto “sereno per quel che riguarda la mia situazione personale”, ma “preoccupato per quello che riguarda il Parlamento”). Le ‘bastonate’ a Laura Boldrini, presidente della Camera, rea sul decreto Imu-Bankitalia di aver applicato la ‘tagliola’ mozza emendamenti. E in questo non sono mancati i colpi fin sotto la cintura. Come quelli del deputato Manlio di Stefano: “Una donna senza dignità che parla ad un tg senza giornalisti non merita considerazione. Sono zombie che tentano di tornare in vita. Andiamo oltre”.

Napolitano sotto impeachment, la Boldrini uno “zombie”, il ricorso alla Consulta per la ‘tagliola’, le occupazioni. La rabbia di Letta che, contro la “via antidemocratica”, si augura reazioni “nette”. Quella di Renzi che, su La Stampa, parla di “squadrismo” dei 5 Stelle, della “vigliaccata” contro Napolitano e di “codice penale” per gli “insulti inaccettabili alle nostre deputate”. E anche la Cei, la Conferenza episcopale italiana, non ci è andata tenera ritenendo “scandaloso e mortificante per l’Italia e tutti noi”.

GRILLO – Rabbia che, tuttavia, non ha scalfito di un millimetro la nuova via intrapresa da Grillo. Tanto che, come promesso, dopo la ‘battaglia’ in Aula, oggi è sceso a Roma ad abbracciare le sue brigate, i suoi “meravigliosi guerrieri”. Un po’ Grillo, un po’ Aligi Barducci, detto ‘Potente’, nel pieno del solco della metafora patriottica. Pronto ad infiammare, di nuovo, la piazza: Il Parlamento “non voterà mai l'impeachment”, ma “milioni di italiani sono con noi. Vinciamo le Europee e cambiamo l’Italia da lì. Faremo campagna insieme nelle piazze”. Il punto, ha continuato, è che “non sono abituati all’esistenza di un’opposizione”. E per quel che riguarda la Banca d’Italia, il nodo da dove è partito questo nuovo slancio, è stato categorico: “Deve restare pubblica”. Che dire, avanti popolo, alla riscossa…..

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