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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il piano dell'Italia

Draghi: "Stiamo finanziando la guerra, serve un tetto al prezzo del gas"

Il presidente del Consiglio traccia un quadro della situazione: dalla telefonata con Putin alle strategie per smarcare l'Italia sul piano energetico

Il tetto al prezzo del gas determinante per aiutare le economie Ue ma anche per non foraggiare più le casse dei russi facendo venire meno, di conseguenza, i soldi per la guerra in Ucraina. A tornare sul tema è il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso di un incontro con la stampa estera. Il premier traccia il quadro della situazione: nessun facile ottimismo e niente tregua imminente, la necessità di un piano per smarcare velocemente l'Italia dalla dipendenza dal gas russo, il ruolo del Paese come garante quando verrà siglata la pace. 

"Stiamo finanziando la guerra"

"Germania e Italia stanno finanziando, insieme ad altri Paesi, la guerra e anche per questo l'Italia ha spinto così tanto insieme ad altri, verso l'attuazione di un tetto al prezzo del gas, non c'è nessun motivo che il prezzo del gas sia così alto", dice Draghi. Il premier spiega che "La Russia non può vendere il gas a nessun altro cliente che non sia l'Europa. C'è lo spazio per arrivare ad un tetto. Per ridurre i finanziamenti alla Russia occorre abbassare i prezzi del gas".

Quanto alla richiesta che era stata avanzata da Mosca di pagare il gas in rubli, Draghi è chiaro: "Non è fattibile". "Il presidente Putin - sottolinea - mi ha detto che i contratti esistenti rimangono in vigore, quindi le aziende europee continueranno a pagare in euro o in dollari. Credo non sia assolutamente semplice cambiare la valuta di pagamento senza cambiare i contratti".

Secondo Draghi: "La cosa più importante è che in seguito a questa crisi i paesi mediterranei dell'Ue stanno realizzando che possono diventare importantissimi hub che possono funzionare molto bene. Gli investimenti in infrastrutture sono molto importanti tra i paesi del Sud, tra loro e anche con quelli del Nord". Poi precisa che "i gasdotti sono solo ipotesi. Devono essere studiati, anche perché si tratta di investimenti che impiegano anni". 

Guerra Russia-Ucraina: le ultime notizie

Italia garante

Quando Russia e Ucraina sigleranno l'intesa, l'Italia sarà tra i garanti. Sembra una strada tracciata. Draghi spiega che entrambe le parti hanno richiesto questo ruolo per il Paese.

La telefonata con Putin

Draghi risponde anche alle domande sul colloquio avuto ieri con Putin. "Gli ho detto che volevo parlare di pace e a questo Putin ha acconsentito, 'certo parliamo di pace'. Ho chiesto - racconta - se era previsto un cessate il fuoco: le condizioni non sono mature, però è stato aperto il corridoio umanitario di Mariupol che vedete oggi, E' seguita, da parte di Putin, una lunga descrizione della situazione geostrategica dell'Ucraina e quali sono le sue condizioni di un accordo". "Credo - aggiunge - di aver notato un cambiamento nel tono di Putin, ma sono molto cauto e non potrei dire se è vero o no".

L'inflazione alle stelle

Draghi parla anche dei conti italiani, della difficoltà delle famiglie nel fare quadrare i conti. "L'inflazione sta aumentando - spiega - per l'aumento delle materie prime, in particolare quelle alimentari. Poi c'è la scarsa disponibilità, che produce aumenti dei prezzi. Sull'energia l'Italia è intervenuta per aitare le famiglie con 20 miliardi nell'arco di 8-9 mesi. Faremo quanto è necessario. Ma il sostegno a carico del bilancio e del debito ha senso se aumento è temporaneo, se è permanente serve risposta strutturale. Non ha senso che l'energia idroelettrica che non costa nulla venga venduta al prezzo del gas. Sugli altri mercati, quello dei prodotti agricoli, bisogna fare lo stesso con l'energia, ma ora serve coltivare tutta la terra disponibile e poi diversificare anche qui. Se vengono meno le importazioni dalla Russia e in parte dall'Ucraina serve importare beni da altri mercati, Canada, Usa e Argentina":

Il ruolo dell'Ue

Draghi insiste sul ruolo dell'Ue e sulla necessità di muoversi compatti. Da un lato ci sono le sanzioni contro la Russia, che sono state adottate e che funzionano. Dall'altro c'è l'esigenza di tornare a parlare di difesa. Per il premier occorre "superare l'attuale sistema legato alle decisioni nazionali e se siamo seri" Occorre procedere "subito un coordinamento sulla difesa: chi spende, quanto spende. Bisogna chiedere alla Commissine" di partire "da lì, altrimenti non siamo seri e non ne parliamo più. Non bisogna prenderlo alla leggera".   

"Aiutare l'Ucraina e mostrarci così uniti e compatti nella guerra  sottolinea Draghi - vuol dire anche difendere l'ordine multilaterale, le regole che ci hanno accompagnato dalla fine della seconda Guerra e ci hanno dato democrazia, pace e benessere". E sulle regole spiega: "Si sono adattate, all'inizio c'era la globalizzazione selvaggia, poi più controllata e protetta, con la protezione dei lavoratori, ci sono standard commerciali da osservare. Il multilateralismo si deve adattare come la globalizzazione ma non si interrompe: difendiamo questi valori con convinzione".

C'è poi il tema dell'ampliamento dell'Ue. Il presidente del Consiglio ribadisce il "sì" dell'Italia all'ingresso dell'Albania e dei Paesi balcanici nell'Unione europea, ma ricorda anche che "c'è un processo per entrare che è lungo, comporta riforme profonde nei paesi candidati e l'Europa è lì per aiutare quei Paesi a procedere verso quelle riforme, altrimenti l'integrazione non funziona". 

Il ruolo dell'Onu

Da più parti si è parlato di un ruolo marginale dell'Onu nel conflitto. Draghi è di avviso diverso e spiega: "l'Osce (l'organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, ndr) è direttamente coinvolta in tutto ciò che riguarda l'avvio di un negoziato, anche nelle iniziative strategiche decise, è un canale di collegamento importante. L'Onu è molto presente da un punto di vista umanitario".

Poi i numeri: "I rifugiati in Italia vanno verso gli 80 mila, in Polonia sono milioni, in Germania più di 300 mila. La presenza dell'Onu è dimostrata dall'attività del Commissario per i rifugiati. Quanto più le conseguenze umanitarie della guerra si riverseranno sull'Europea tanto più l'Onu sarà coinvolta e nei corridoi umanitari l'Onu è coinvolta in prima persona".

"Ruolo importantissimo della Turchia"

L'ultimo round dei negoziati tra Russia e Ucraina si è svolto in Turchia e Draghi parla di un ruolo "importantissimo per avviare il processo verso la pace". Secondo il premier "lo può fare grazie alla sua situazione geostrategica e ai rapporti con le parti del conflitto. Tutti i paesi sono pronti a collaborare con la Turchia. Abbiamo concordato che Francia, Italia e Turchia - prosegue - si vedano nelle prossime settimane sulla crisi ucraina ma anche in generale per ricostruire e rinforzare le relazioni commerciali, un progetto di cui si era parlato qualche anno fa. Certamente i rapporti sono molto migliorati anche per varie azioni fatte, bisogna fare ancora molto però". 

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