In Italia 60mila profughi, Draghi: "Erogare subito gli aiuti"
Il presidente del Consiglio visita il centro operativo della Protezione civile a Palmanova e traccia un quadro della situazione
"Oggi non è previsto" un sostegno diretto alle famiglie ucraine che ospitano profughi loro connazionali, "passa tutto attraverso un'organizzazione centrale che è la Protezione civile, il ministero dell'Interno e quello dell'Economia e delle finanze e questo sembra funzionare. In ogni caso quello che è cruciale è che questi aiuti, che vengano dati direttamente o passino attraverso una procedura, vengano erogati subito, perché il bisogno è ora, non tra settimane. Questo è molto importante". A dirlo è il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a margine di una visita al centro operativo della Protezione civile a Palmanova (Udine).
Al termine di una riunione operativa, Draghi incontra i volontari della Protezione civile e fa il punto della situazione.I profughi giunti in Italia finora sono ""quasi 60mila", ma si tratta solo dell'inizio: "Chi sa quanti dopo", aggiunge. Nel dettaglio sono 59.589 (30.499 sono donne, 5.213 uomini e 23.877 tra bambini e ragazzi).
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"La visita di oggi - dice Draghi - è fonte di conforto. L'accoglienza, l'organizzazione, l'entusiamo di questi volontari dimostrano che possiamo contare su una struttura efficiente, funzionante, moderna che è la Protezione civile. Il modo in cui abbiamo reagito a tutte le emergenze degli ultimi due anni è stato quello di integrare le decisioni del governo con quelle delle Regioni e dei Comuni. Questa alleanza istituzionale è un patrimonio che dobbiamo tenere, da preservare".
Il premier ribadisce che "La decisione fondamentale che il Governo ha preso è quella di ascoltare gli italiani, la disponibilità, l'entusiasmo, l'accoglienza, la loro bontà. Il sostegno all'accoglienza non mancherà. Certamente all'organizzazione della Protezione Civile e tutto il lavoro che viene fatto anche a livello regionale non sfugge la complessità, infatti ci sono programmi speciali per i minori, programmi speciali per le donne, diversi rispetto a chi arriva "da altri punti". Nelle parole di Draghi anche l'importanza del lavoro con terzo settore, definito "fondamentale. Si tratta del resto di affrontare un problema complesso, di inserimento di donne, di minori, di integrazione, bisogna lavorare tutti insieme".
C'è però una dimensione europea, chiamata in causa dal conflitto ucraino. "I fondi dell'Europa (per l'accoglienza dei rifugiati ndr) - precisa Draghi- verranno decisi nel prossimo Consiglio europeo, la Commissione è al lavoro su questo. Ci sarà un programma finanziato. Ci sono Paesi più colpiti come la Polonia".