Ambientalisti, a Taranto è emergenza tumori: +24% rispetto a media nazionale
Verdi e Peacelink hanno diffuso i dati dell'aggiornamento dello studio Sentieri dell'Istituto superiore di sanità: tra il 2003 e il 2008 aumento del 10% dei decessi. Torna così la guerra dei numeri sulla città dell'Ilva
In aperta polemica tanto con il ministro dell'Ambiente Corrado Clini che con quello della Salute, Renato Balduzzi, oggi Verdi e Peacelink Taranto hanno deciso di comunicare quelli che sono i dati dell'aggiornamento dello studio "Sentieri" condotto dall'Istituto superiore di Sanità.
Nella provincia di Taranto, tra il 2003 e il 2008, è stato rilevato - rispetto alla media nazionale - un +24% per i tumori del fegato e dei polmoni, +38% per i linfomi e +306% per i mesoteliomi.
Dati che, secondo il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, "sono a conoscenza di tutti a partire dal 30 marzo scorso".
Il riferimento al 30 marzo è alla data dell'udienza sull'incidente probatorio nella quale uno dei periti del gip produsse dati dell'Istituto superiore di sanità.
Sempre dai dati relativi al periodo 2003-2008, il presidente di Peacelink Taranto, Alessandro Marescotti, ha dichiarato che "si rileva un aumento del 10% dei decessi nei Comuni di Taranto e Statte per tutte le cause e del 12% per tutti i tumori".
Il leader dei Verdi ha poi sottolineato che "le parole e le fantasie di alcuni ministri che vogliono dire che non c'è un nesso di causalità che in fondo a Taranto il dato sulla mortalità è inferiore rispetto a Lecce, come ha detto il ministro Clini, devono essere consegnate a una pagina bruttissima della storia del nostro paese".
"I ministri - ha concluso - dovrebbero fare i ministri e lavorare in nome dell'interesse pubblico, cosa che non stanno facendo".
LA RISPOSTA DI CLINI - "Sono stati sparati troppi numeri, ora servono dati certi". Così il Ministro dell'Ambiente Corrado Clini, ai microfoni di Sky, ha commentato i dati relativi all'impatto sulla salute degli stabilimenti dell'Ilva nell'area di Taranto.
Clini ha quindi spiegato che ci sono due diverse situazioni sulle quali si sta lavorando: "Quello che è accaduto negli ultimi 30 o 40 anni, con condizioni industriali diverse da quelle attuali e che hanno rappresentato una fonte di rischio indiscutibile che credo abbia generato danni alla popolazione in termini di malattie croniche e di tumori; e questo - aggiunge - spiega l'eccesso di mortalità".
Poi, ha detto ancora il Ministro, "c'è la situazione di oggi, che deve essere considerata in base ai dati attuali che sono migliori rispetto a 30 o 40 anni. Stiamo cercando di avere il quadro della situazione sanitaria determinato dagli ultimi 40 anni e la previsione dell'impatto sulla salute determinato dalla situazione attuale. Si tratta di un lavoro che richiede un uso corretto dei dati".