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Giovedì, 28 Marzo 2024
Taranto

Clini: "Bonificheremo l'area dell'Ilva di Taranto"

Si è concluso con un "Patto per Taranto" l'atteso incontro tra Governo ed Enti locali sulla questione Ilva. Vendola: "Quello della città portuale è un problema di tutto il Paese". Florido: "Mitigare l'impatto ambientale, ma non chiudere lo stabilimento"

E' terminato con un "Patto per Taranto" l'incontro a Palazzo Chigi tra il Governo, la Regione Puglia, parlamentari ed enti locali per concordare le misure necessarie ad assicurare in tempi rapidi l'inizio delle opere di bonifica e recupero ambientale dell'area dell'Ilva.

Già la settimana prossima sarà siglata una intesa quadro che individuerà nel dettaglio le risorse finanziare, i progetti e le modalità attuative. Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini incontrerà l'Ilva per illustrare i risultati dell'incontro e verificare la disponibilità dell'impresa a concorrere agli obiettivi emersi.

L'INCONTRO - Al tavolo istituzionale erano presenti - oltre ai vertici dell'Ambiente - il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il sottosegretario del ministero sviluppo economico Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, il presidente della provincia di Taranto Giovanni Florido, il sindaco di Taranto Ippazio Stefano, i parlamentari Raffaele Fitto, Nicola Latorre, Ludovico Vico, Antonio Nessa e Salvatore Ruggeri.

La riunione odierna segue l'iniziativa intrapresa dal Presidente del Consiglio, Mario Monti, che nel vertice dello scorso 17 aprile con le istituzioni locali aveva espresso la volontà del Governo di seguire con attenzione particolare le problematiche relative alla città di Taranto, costituendo un apposito tavolo con le amministrazioni competenti.

CLINI - "Non possiamo rischiare di far perdere all'Italia il sito industriale di Taranto" ha spiegato il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, per il quale "il risanamento ambientale dovrà essere un'opportunità anche dal punto di vista economico". Quindi, entrando nel dettaglio dell'incontro, il ministro ha spiegato: "Abbiamo concordato tre obiettivi: piena utilizzazione delle risorse già disponibili mediante una rapida finalizzazione delle procedure in corso sulle bonifiche; definizione dei progetti per ampliare il campo del risanamento;  coinvolgimento dell'azienda e di altre imprese del territorio nel programma di riqualificazione dell'area".

TEMPI E MODALITA' - Entro la prossima settimana sarà firmato un protocollo d'intesa e il presidente delle Regione Puglia Nichi Vendola sarà il soggetto attuatore, la cabina di regia delle operazioni.

REAZIONI - Positive le valutazioni degli amministratori locali sull'incontro.

VENDOLA - "Si è preso atto del fatto che Taranto non è un problema della Puglia, ma nazionale". Così Nichi Vendola, governatore della Puglia, ha commentato l'esito dell'incontro. Vendola ha quindi ricordato che ''l'inquinamento nella citta' di Taranto è una storia lunga 120 anni e una storia fatta in gran parte di inquinamento di Stato'' e che ''l'Italia ha potuto fruire dei sacrifici di Taranto''. Per questo "Oggi l'Italia deve dare un segnale di speranza a quella città nel segno della conciliazione tra le ragioni del lavoro e le ragioni della salute, tra le ragioni dell'industria e dell'ambiente - ha aggiunto il governatore - Immaginare che una delle due ragioni debba soccombere per fare prevalere l'altra ragione significa immaginare uno scenario di tragedia sociale senza precedenti''.

FLORIDO - Dello stesso tenore il commento del presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido: "Si è preso atto che l'Ilva di Taranto è un problema nazionale e che nazionale deve essere la risposta. Non a caso è stato richiamato che l'Ilva non solo fornisce lavoro a 12mila dipendenti diretti, a questi bisogna aggiungere tutto l'indotto, ma è anche una colonna portante dell'industria manifatturiera italiana. Le produzioni di Taranto alimentano il 40% delle aziende italiane che utilizzano acciaio". Quindi, un attacco alla magistratura che ha disposto il sequestro dell'area per l'elevato tasso di inquinamento: "Francia e Germania - ricorda ancora Florido - hanno più acciaierie dell'Italia e certo non si sognano di chiuderle come invece vorremmo fare noi. E' evidente - aggiunge - che una chiusura dell'Ilva, a seguito di sequestro giudiziario, sarebbe un duro colpo all'economia italiana e a quel punto le attività che usano acciaio dovrebbero giocoforza rivolgersi all'estero e quindi importare.

L'INCHIESTA - L'inchiesta vede indagate cinque persone dei vertici societari e aziendali, fra i quali gli ex presidenti dell'Ilva, Emilio e Nicola Riva,e l'ex direttore del siderurgico di Taranto,Luigi Capogrosso.

LE CRITICHE - Ovviamente critiche le realtà ambientaliste. Per Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, "è inaccettabile che a Taranto si continui con la strategia di chi vuole dividere la città tra gli operai e chi non vuole morire di cancro: si tratta della strategia del divide et impera che va fermata immediatamente. Taranto ha pagato (e sta pagando) un prezzo altissimo per le scelte miopi ed irresponsabili di una classe politica che non ha affrontato il tema della conversione di un modello produttivo basato sulla diossina". La soluzione, quindi, è nel cambio radicale dell'economia tarantina, e non solo: "Altre città, in Europa e nel mondo, con gli stessi problemi di Taranto, hanno superato questo modello produttivo che provoca 'inquinamento e morte'. Pittsburgh, Bilbao, Valencia hanno cambiato il proprio modello di sviluppo ed ora rappresentano delle eccellenze per innovazione e qualità della vita".

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