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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Ménage à trois per le riforme: Renzi incontra Berlusconi e M5s

E' il momento degli incontri. Matteo Renzi ha visto Silvio Berlusconi: "Regge l'accordo del Nazareno". Lunedì faccia a faccia con il M5s. Sul tavolo un accordo per Italicum e nuovo Senato

ROMA - Tutti per uno, Matteo Renzi. Uno per tutti, Silvio Berlusconi e Beppe Grillo. Tutti insieme per una nuova legge elettorale e, magari, per un paese nuovo. E' il momento delle grandi manovre, il momento degli incontri, il momento di quello che il premier spera possa prendere le sembianze di un patto di ferro per far partire i mille giorni per le riforme. Agenda affollata per il presidente del consiglio, Matteo Renzi, che ha in programma per oggi un incontro con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e per lunedì con il "boss" del Movimento cinque stelle, Beppe Grillo. 

Il primo a farsi sotto è stato l'ex Cavaliere - accompagnato dall'inseparabile Gianni Letta - che è arrivato di buon mattino, ore 8:30, a palazzo Chigi. Sul tavolo, inevitabilmente, le riforme costituzionali - Senato in primis - e la legge elettorale. Il risultato sembra essere stato raggiunto tanto che Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, ha chiarito: "Regge l'accordo del Nazareno. Accordo anche sulle riforme e sul Senato non elettivo". Se insomma con l'ex Cav la strada sembra essere in discesa, lo stesso non può dirsi per il Movimento cinque stelle. 

Lunedì, infatti, Renzi incontrerà anche i grillini - non è esclusa una presenza di Beppe Grillo - per fare il punto sulla riforma del titolo V della Costituzione e sull'ormai eterna legge elettorale. Per le urne sembra chiaro che a vincere sarà la linea del Pd: "La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata - aveva promesso il premier nell'incontro di una decina di giorni fa con il M5s - abbiamo fatto delle simulazioni e - qui la bocciatura - non si ottiene la maggioranza". Quindi, niet: nulla da fare. Margini di manovra più ampi, invece, potrebbero esserci per il nuovo Senato. I pentastellati non accettano, e non lo faranno mai, il ritorno dell'immunità per i senatori. Il governo si è affrettato a chiarire che è stata votata da una maggioranza molto ampia, della quale fa parte anche Forza Italia. Il rischio, in caso di no all'immunità, sarebbe accontentare uno - M5s - e scontentare un altro, Fi. Ecco perché tutto viaggia sul filo del rasoio e dell'equilibrio. Forza Italia, M5s e il premier, o il suo Pd. Sempre loro. Sempre intorno a un tavolo. Alla ricerca di un compromesso che faccia partire i mille giorni di riforme. 

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