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Venerdì, 19 Aprile 2024
Lo scenario

Gli indizi che ci dicono che il governo Meloni non è così pronto

Uno dei più importanti è il dettaglio dello sguardo di intesa fra Salvini e Berlusconi, subito dopo le consultazioni con il Presidente Mattarella

"Pronti". È la parola su cui Giorgia Meloni, con tutto il partito di Fratelli d’Italia, ha cominciato a battere forte fin dai primi giorni di campagna elettorale. La strategia comunicativa è sempre stata chiara: dare al Paese e agli elettori l’immagine di una forza non solo autorevole ma anche formata, al punto da essere in grado fin da subito di affrontare i prossimi cinque anni, che si prospettano particolarmente difficili fra manifestazioni, il caro bollette e la crisi energetica, mentre i salari restano fra i più bassi d’Europa. Quel "pronti" poi, dopo aver vinto le elezioni, si è tradotto nella volontà di dare "alla nazione un governo autorevole". Ci siamo perché il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha affidato l’incarico proprio alla leader di Fdi, che è inevitabilmente anche leader del centrodestra.

Cenno di intesa fra Berlusconi e Salvini 

Proprio a partire da ciò, ci sono dubbi sul fatto che questo governo sia così pronto. Ci  sono una serie di indizi. Intanto proprio sulla sincera condivisione di chi debba essere il leader di partito. Durante la conferenza stampa di Meloni infatti, non appena uscita dal colloquio con Mattarella, gli osservatori più attenti non hanno potuto non notare un dettaglio, piccolo, ma molto importante, nel momento in cui Meloni ha detto che tutta la coalizione "ha dato indicazione unanime, proponendo al Presidente della Repubblica, l’indicazione della sottoscritta come persona incaricata di formare il nuovo Governo". Ecco in quel preciso momento, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si sono guardati, con un sorriso capace di aprire a diverse interpretazioni. Di certo Meloni sarebbe più tranquilla se, su quelle parole, gli altri due alleati avessero mantenuto uno sguardo serio e fisso sulla platea di giornalisti, rimarcando la solennità del momento.

sguardo salvini berlusconi (1)-2

Dunque fra i temi restano le divisioni. Abbiamo infatti visto come quelle siano proseguite fino al giorno prima delle consultazioni, con continui scontri all’interno non solo di Forza Italia ma anche fra gli azzurri e Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni in imbarazzo per le tante uscite dell’ex Cavaliere. Fa tutto parte di una strategia volta a rimandare un messaggio politico chiarissimo da parte di Berlusconi a Giorgia Meloni: senza di noi non vai da nessuna parte. E forse è proprio di fronte a questo continuo monito che, dopo il caso del fogliettino di Berlusconi in cui aggettivava Meloni nei peggiori modi, Meloni abbia detto che "mancava una cosa nella lista: non sono ricattabile".

Berlusconi però non molla. Leggere fra le righe del suo tweet del 21 ottobre 2022 per credere: "Il centrodestra ha indicato al Presidente Mattarella il nome di Giorgia Meloni per formare il nuovo governo. Sono sicuro che, grazie al supporto imprescindibile di Forza Italia, il prossimo esecutivo sarà all’altezza di guidare il Paese verso la crescita". Quello "imprescindibile" dice tutto: attenta Meloni, senza di noi non c’è governo. Meloni ha capito e lavora sempre ad un piano "B", lo stesso attuato in occasione della elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato, con cui Meloni ha risposto: attento Berlusconi, non sei insostituibile.

tweet berlusconi consultazioni centrodestra-2

Tanto che anche una senatrice navigata e dentro le dinamiche del centrodestra come Michaela Biancofiore, in una intervista a Today, ha già spiegato che, anche di fronte alla dissoluzione di Forza Italia, la maggioranza parlamentare reggerebbe. E che Forza Italia si possa sfaldare non è fantascienza visto che, dietro alle mosse distruttive di Berlusconi c’è anche la faida interna fra Ronzulli e Tajani, con la prima che ha tentato di sgambettare il secondo nella corsa per il ministero degli Affari esteri.

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Incontri e totoministri

Ultimo indizio, la raffica di incontri che si sono succeduti dopo l’affidamento dell’incarico. Incontri bilaterali fra leader di partito e rappresentanze di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi moderati. Questo significa che ci sono ancora delle caselle da riempire per la formazione del Governo. In particolare, secondo fonti autorevoli, non sarebbe stato ancora risolto il nodo della giustizia, con Berlusconi pronto a non fare sconti sulla sua preferenza per Maria Elisabetta Alberti Casellati, in antitesi alla volontà di Meloni per l’ex Pm Carlo Nordio. Sembra invece blindato Antonio Tajani, ancora in imbarazzo per le uscite del suo leader in ambito di politica estera. Anche perché, se le posizioni di Berlusconi sono condivise anche dal partito, come testimoniato dall’applauso registrato nell’audio diffuso da La Presse, allora Meloni ha un problema. "Pronti a risollevare l’Italia" dunque? A partire forse sì. Sul resto tutto è ancora possibile.

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