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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

From Grillo to Napolitano: tutti gli insulti al presidente

Dal "boom" del Movimento 5 Stelle che il Presidente non sentì al "boia" urlato da Giorgio Sorial. Nel mezzo, un mix di accuse e stilettate da parte dei grillini contro il Presidente. Fino all'impeachment

A proposito di impeachment, nel 1976 Alan J. Pakula firmò la pellicola di ‘Tutti gli uomini del presidente’. E c’era di mezzo Nixon. Passano 38 anni, sbarca ‘Tutti gli insulti al presidente’. Stavolta c’è di mezzo Napolitano e la comunicazione del capogruppo del M5S al Senato, Vincenzo Maurizio Santangelo: "Questa mattina il Movimento 5 Stelle ha presentato denuncia per la messa in stato d'accusa del presidente della Repubblica italiana". Attenzione, non si tratta di un sequel alla Vanzina. Stavolta il cinema non c’entra. Meglio se visto come un racconto tragicomico. Due personaggi: il presidente, appunto, Giorgio Napolitano e il leader del Movimento 5 Stelle, il menestrello della politica, il comico, la maschera, il megafono, Beppe Grillo. In mezzo un po’ di ‘sane’ botte da orbi. Un po’ pulp, un po’ trash; parole e musica per chi ha la risata facile.

IL PERCHE’ – Primavera 2013, ‘l’odiato’ Napolitano, odiato dai grillini, viene rieletto alla presidenza della Repubblica. Il bis a capo dello Stato. Meglio Milena Gabanelli, meglio Rodotà. Meglio perfino Romano Prodi. Niet: Pd e l’allora Pdl rimettono sul trono ‘Re’ Giorgio.

“NAPOLITANO BOIA” – Da qui gli attriti, le asprezze, fino alle parole di Giorgio Sorial, deputato 5 Stelle, che hanno riaperto il caso in maniera fragorosa: “Napolitano boia” o detta meglio, “il boia Napolitano, sta avallando una serie di azioni per cucire la bocca all’opposizione”. C’è da dire che Sorial non è mai stato ragazzo di dialettica tenera: “Porcellini del porcellum che votate lo schifo della legge di stabilità: raccontate fregnacce”; e ancora, nei giorni della strage di Lampedusa: “Complici di crimini di guerra, complici di crimini contro l’umanità: siete vergognosi”. Per Europa.it si tratta “dell’insulto come prassi politica”. “Napolitano boia”, non si sente dire tutti i giorni. Parole di pietra, condannate da tutti, anche dalle parti dei grillini, visto che a Casalaggio l’uscita non è piaciuta per nulla.

Ma la macchina non si è fermata: quest’oggi il Movimento 5 Stelle presenterà l’impeachment contro Napolitano. ‘Impeachment’, all’americana, come piace chiamarlo a Grillo. All’italiana, messa in stato di accusa come previsto dall’articolo 90 della Costituzione: il quale il Capo dello Stato può essere chiamato a rispondere delle proprie azioni per “alto tradimento e “attentato alla Costituzione”. Al di fuori di queste “il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell’esercizio delle sue funzioni”.

Secondo l’Ansa.it:

L'istanza del M5s, secondo quanto si apprende, si incentrerà principalmente sul caso delle intercettazioni tra il Capo dello Stato e Nicola Mancino nell'ambito della cosiddetta trattativa Stato-Mafia. Ma nell'istanza ci saranno, assicurano i Cinque Stelle, anche altre motivazioni.

Fin qui il gioco delle parti. In questo recinto, tuttavia, non è mancato il ‘gioco’ duro. Quello di Sorial, appunto. Quello meno duro e decisamente sbadato di Vito Crimi appena uscito dal Quirinale con Grillo: “Beppe l’ha tenuto sveglio”. Quello di Grillo, in primis. Che fa la politica contro (rischiando di stuccare) con i nomignoli dati agli avversari – Bersani/Gargamella; Renzi/l’ebetino; Berlusconi/Psiconano; Letta/Capitan Findus; Monti/ Rigor Montis – e alle leggi, vedi il caso della legge elettorale, l’Italicum, ribattezzato ‘pregiudicatellum’ .

Grillo contro tutti, come sempre, ma soprattutto contro Napolitano. Che, intendiamoci, non può innalzarsi al mito, alla mitologia dell’inviolabilità. Perché questa logica, che comincia a palesarsi, rischia di compromettere il sistema dei ‘pesi e contrappesi’ della democrazia. Ben venga quindi la critica sul tema del Fatto Quotidiano, per esempio, che alimenta dibattito e posizioni di merito. Perché, stando alle parole di Grillo, un conto è denunciare il “silenzio assordante” del Presidente della Repubblica su una legge elettorale che rischia di potare le ambizioni del Movimento. Un altro è leggere la vicenda come un “colpettino di Stato”. Sono entrambe di Grillo, e la seconda è detta per far rumore, quindi casino, quindi populismo e consenso a buon mercato. La prima, pone un problema serio, ma ha meno appeal.

Dal “colpettino di Stato” alla rottamazione made 5 Stelle. Napolitano? “Un anziano, con cui abbiamo dei problemi”. Nel 2008 l’anziano era Morfeo perché “è come se non ci fosse, stringe le mani e beve il tè”. E ancora: “Ha tre Maserati, non riesce nemmeno a piegarsi per entrare ma ha tre Maserati”.

Poi l’accusa del “Presidente carampana” che risponde agli squilli di tromba di Berlusconi, che “ha firmato il decreto della legge interpretativa del Governo che rende alcuni italiani più uguali degli altri. Ha firmato di notte, di fretta, mentre gli italiani dormivano (forse per una volta si vergognava anche lui)”. Finita qui? Neanche per sogno. Agosto 2011, meeting CL a Rimini. Altre bordate: “Ci sono momenti nella Storia di un Paese in cui tutto diventa intollerabile. L'apice è stato raggiunto con il discorso di Morfeo Napolitano a Rimini applaudito da tutto il codazzo dei responsabili della catastrofe economica italiana”.

BOTTA E RISPOSTA – Senza che siano mancate le punzecchiature al contrario. La più decisa all’inizio del secondo mandato. Napolitano viene rieletto e sul blog Grillo attacca: “Boom boom, Napolitano!". Poco dopo la risposta del diretto interessato: “Non ho sentito alcun boom”.

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