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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Intercettazioni, ok del Cdm al decreto: tutte le nuove regole

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto che riforma la disciplina delle intercettazioni. Fino a 4 anni di reclusione per chi diffonde riprese audiovisive e registrazioni fraudolenta. Gentiloni: “Limitare gli abusi”

Cambia tutto per le intercettazioni: il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che riforma la disciplina delle intercettazioni, proposto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il testo, che ora dovrà passare all’esame delle commissioni Giustizia delle due Camere prima di fare ritorno a Palazzo Chigi, punta a regolamentare e restringere l'utilizzo delle intercettazioni, per evitare che vengano rese pubbliche delle conversazioni irrilevanti per le indagini. In parole povere, sarà vietato pubblicare notizie non essenziali, con pene fino a quattro anni di carcere per chi diffonde registrazioni fraudolente. L'annuncio è arrivato direttamente dal premier Gentiloni: “Questa normativa non vuole limitare  lo strumento di indagine ma evitare gli abusi, senza ledere il diritto di cronaca”. 

Vincoli

Nel testo sono stati inseriti nuovi vincoli legati alla trascrizione delle conversazioni nelle richieste dei pm e nelle ordinanze dei giudici: “Quando è necessario, sono riprodotti soltanto i brani essenziali”. Come recita il provvedimento, verrà istituito presso l'ufficio del pm un archivio di registrazioni che dovranno essere sorvegliate dal Procuratore della Repubblica, a cui potranno accedere soltanto giudici, avvocati e ausiliari autorizzati dai pm.

Sui mezzi per intercettare, la nuova normativa limita le intercettazioni all'uso dei cosiddetti 'trojan', dei captatori informatici da impiegare su pc, tablet e smartphone, per i reati più gravi come terrorismo e mafia. Per gli altri reati sarà necessaria un'autorizzazione ufficiale. Per combattere la corruzione è stato invece semplificato l’impiego delle intercettazioni nei reati più gravi contro la pubblica amministrazione commessi da pubblici ufficiali. Come detto in precedenza, tenendo in salvo il diritto di cronaca, chi diffonde riprese audiovisive e registrazioni di comunicazioni effettuate in maniera fraudolenta per danneggiare l'immagine altrui rischia una condanna fino a quattro anni di carcere.

Gentiloni: “Evitare gli abusi”

La normativa, ha assicurato il premier, non vuole “limitare” lo strumento di indagine ma evitare gli “abusi”. “Senza ledere il diritto di cronaca – ha sottolineato – ma evitando gli abusi”. Il decreto legislativo sulle intercettazioni è un “punto di equilibrio”, una soluzione “giusta ed equilibrata”, ha spiegato Gentiloni. “Deve essere molto chiaro che non limitiamo l’uso delle intercettazioni, ma contrastiamo l’abuso delle intercettazioni. Sappiamo che questo strumento è assolutamente fondamentale per le indagini, in nessun modo vogliamo limitare la possibilità di disporre di questo strumento per la magistratura. E’ chiaro quanto sia importante per contrastare vari reati, tra cui quelli che mettono in pericolo la sicurezza dei nostri concittadini”. 

“Al tempo stesso – ha detto ancora il premier – è evidente che in questi anni vi sono stati abusi che richiedono una disciplina più stringente, senza ledere il diritto di cronaca, senza ridurre l’utilità di questo strumento, ma fissando una serie di meccanismi che rendono sempre più difficile l’utilizzo di intercettazioni su questioni irrilevanti o che violano la riservatezza di persone non coinvolte”. Il provvedimento è “un punto di equilibrio”, un “fatto rilevante di cui utile dare atto al ministro della Giustizia e all’intero governo. Finalmente dopo anni di discussione abbiamo una soluzione giusta ed equilibrata”.

Nuove regole

  • Diffusione fraudolenta delle registrazioni: Pene fino a quattro anni di reclusione per “chiunque, al fine di recare danno all'altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, pur esse fraudolente, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte riservatamente in sua presenza o alle quali comunque partecipa". Decade la punibilità se le riprese o le registrazioni vengono diffuse dopo la loro utilizzazione in un procedimento amministrativo o giudiziario.
  • Divieto di trascrizione degli ascolti irrilevanti: sarà vietata la trascrizione, anche sommaria, di comunicazioni o conversazioni irrilevanti ai fini delle indagini, sia per l'oggetto che per i soggetti coinvolti”. Nel verbale dovranno essere specificate solo data, ora e dispositivo su cui la registrazione è stata effettuata.
  • Ok ai trojan: l'utilizzo dei virus-spia sarà consentito su dispositivi elettronici soltanto per i delitti legati al terrorismo o alla criminalità organizzata.
  • Udienza-stralcio come ultima ratio: spetterà al giudice a decidere sull'acquisizione delle intercettazioni indicate dalle parti e potrà, se lo riterrà necessario, ordinare anche lo stralcio delle registrazioni e dei verbali.
  • Reati contro la P.A.: procedure più semplici per l'ascolto di conversazioni nel caso di gravi reati dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione. Le intercettazioni scatteranno soltanto in presenza di gravi indizi di reato. 
  • Negli atti solo brani essenziali: a tutela della riservatezza degli individui, giudici e pm potranno riportare  nelle richieste e nelle ordinanze di misure cautelari soltanto i brani 'essenziali' delle intercettazioni. Una regola a cui devono ispirarsi anche le informative di polizia giudiziaria.
  • Archivio in mano ai pm: come anticipato, registrazioni e verbali verranno custoditi in un archivio dal pubblico ministero. I verbali e le registrazioni delle intercettazioni acquisite nel fascicolo di notizie di reato non sono coperti da segreto: il resto - le registrazioni non acquisite - sarà conservato nell'archivio del pm e sarà possibile chiederne la distruzione.

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