rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Intercettazioni, carcere per i "video rubati": è polemica

A rischio trasmissioni come "Le Iene", "Report" e "Striscia la Notizia". Il ministro della Giustizia promette di intervenire con una correzione in Aula. I 5 Stelle sulle barricate parlano di una legge bavaglio

ROMA - Esplode la polemica sulla delega al governo per una nuova norma sulle intercettazioni, nell'ambito del disegno di legge per la riforma del processo penale. Un emendamento sulla diffusione di video e audio "rubati" ha provocato un vero e proprio terremoto. Trasmissioni come "Le Iene", "Report" e "Striscia la Notizia" rischierebbero di vedersi ammanettare i propri giornalisti.

PENE FINO A 4 ANNI - L'emendamento, già riformulato dal governo, prevede infatti il carcere fino a quattro anni per chi diffonde, "al fine di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate". E' una "norma bavaglio!", attacca il Movimento 5 Stelle che ha occupato la Commissione con decine di deputati in protesta per cercare di bloccare i lavori e rallentarne l'approvazione. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando si è detto perplesso sugli effetti che produrrebbe e ha frenato: "Non è l'orientamento del governo prevedere la galera per i giornalisti. Vedremo il testo finale".

NORMA "ANTI-IENE" - Lunedì il disegno di legge arriva alla Camera per la discussione generale. Solo ad approvazione definitiva del provvedimento, che arriverà al Senato in autunno, il governo potrà esercitare la delega e scrivere le regole per disciplinare l'uso delle intercettazioni da parte dei magistrati in tutti i provvedimenti (arresti, sequestri, perquisizioni) e soprattutto pianificare la pubblicabilità delle intercettazioni. Ma sulla norma già ribattezzata "anti-Iene" è invece possibile un dietrofront. "Questo è un emendamento che dovremmo valutare nell'impatto complessivo, perché in generale sono contrario alle sanzioni che prevedono il carcere per veicolazione di informazioni", annuncia Andrea Orlando sottolineando che la norma punta a "colpire chi carpisce informazioni in via fraudolenta".

A difendere la norma, che rischia di avere riflessi su inchieste e denunce giornalistiche come quelle condotte da Report, le Iene o addirittura Striscia la Notizia, ci pensa la relatrice dem del provvedimento, Donatella Ferranti. L'emendamento a firma del deputato Alessandro Pagano di Area Popolare (Ncd-Udc) e approvato durante la notte, "non vuole mettere alcun bavaglio alla stampa". La ratio di queste norme, continua la presidente della commissione, "è la tutela dei privati" e comunque, "come relatore sono disponibile a riflettere su piccoli aggiustamenti che possano servire a chiarire la norma". 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Intercettazioni, carcere per i "video rubati": è polemica

Today è in caricamento