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Sabato, 20 Aprile 2024
La polemica

Italiani ultimi in matematica, il ministro: "Paese di inoccupabili"

Un'indagine dell'Ocse ci mette in fondo alle classifiche per competenze linguistiche e matematiche. Ecco perché secondo il ministro del Lavoro Giovannini siamo "poco occupabili nel contesto attuale"

ROMA - "Italiani bamboccioni": in principio fu Tommaso Padoa Schioppa, ministro dell'Economia del governo Prodi. Poi vennero i "dipendenti pubblici fannulloni" di Renato Brunetta, i "laureati sfigati" di Michel Martone e i "giovani choosy" di Elsa Fornero. All'elenco delle espressioni poco felici (o realistiche, giudicate voi) riferite ai cittadini del Belpaese si è aggiunto ieri il ministro del Lavoro Enrico Giovannini.

Se gli italiani hanno scarse competenze linguistiche e matematiche per "sopravvivere nel contesto attuale" - come evidenzia un'indagine dell'Ocse su 24 Paesi che boccia senza appello i cittadini d’Italia in lettere e matematica - il risultato è che "gli italiani sono poco occupabili". Parola di Giovannini. E via con le polemiche.

"Il governo, incapace di dare risposte alla disoccupazione giovanile, adesso inizia addirittura ad offendere i giovani. Non bastava la Fornero con quel 'choosy', adesso ci si mette anche Giovannini che, anziché preoccuparsi di fornire misure adeguate, perde tempo a offendere chi ha già pagato fin troppo le inefficienze di questo governo", replica subito Massimiliano Fedriga, Lega Nord.

Giovannini si affretta a precisare che non ha mai parlato di "italiani inoccupabili", bensì che "i dati della rilevazione Ocse mostrano come ci sia bisogno in Italia di investimenti in capitale umano, in formazione". Obiettivo per il quale il governo ha stanziato 500 milioni di euro.

Scendono in campo anche i sindacati. "Non sono i lavoratori che scelgono di essere “inoccupabili”, mentre dipende in parte da precise responsabilità del ministro Giovannini", ribatte il segretario confederale Cgil Serena Sorrentino. Per la Cisl poi, "è sbagliato dare una immagine troppo negativa del nostro Paese, del nostro capitale umano e di conseguenza del nostro mercato del lavoro", osserva il segretario confederale Luigi Sbarra. La Uil condivide le preoccupazioni di Giovannini sul sistema dell’istruzione: "Per anni sono state ridotte le risorse alla scuola pubblica ed è mancata una politica della formazione", dice il segretario confederale Guglielmo Loy. E aggiunge: "Il ministro ha il dovere di indicare proposte chiare per affrontare il tema, che certamente incide sull’occupabilità, abbiamo miliardi di fondi Ue da spendere e non sappiamo come". E voi da che parte state?

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