Così cambia il mondo del lavoro con il Jobs Act

"Con il Jobs act sarà più facile assumere, non licenziare". Con queste parole il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha aperto i lavori del Consiglio dei ministri chiamato a dare il via libera ai primi decreti attuativi del Jobs Act. Il senso della sua presa di posizione è chiaro: le nuove regole si applicano soltanto ai nuovi assunti, mentre "quelli che hanno già un contratto mantengono lo Statuto del passato". L'obiettivo, quindi, è quello di rendere il sistema più "semplice e flessibile" per coloro i quali oggi "avere un contratto a tempo indeterminato sembra una chimera".

LE NOVITA' - Contratto a tutele crescenti. Questo il mantra seguito fin dall'inizio del governo Renzi chiamato ad apportare le modifiche allo Statuto dei lavoratori. Come previsto dalla delega approvata in Parlamento, tanto per cominciare le novità in materia di diritto al reintegro non saranno retroattive, ma si applicheranno esclusivamente a coloro che saranno assunti o cambieranno contratto di lavoro a partire dal primo gennaio 2015. Tra gli ultimi dettagli in via di definizione, le specifiche di reintegro per il licenziamento disciplinare, la vera spina che cambierà radicalmente le tutele dei vecchi occupati rispetto a quelle dei nuovi.

REINTEGRO - Il reintegro sul posto di lavoro sarà effettivo solo se verrà riscontrato dal giudice che il fatto materiale di cui il lavoratore sarebbe accusato non sussista. Per chi verrà licenziato in seguito a decisioni di stampo economico, invece, il Jobs Act ha previsto un diritto a un indennizzo in caso di riscontrata illegittimità, anziché il reintegro in azienda – sempre che questa sia ancora in attività – pari a 1,5 mensilità per anno di servizio fino a un massimo di 24. Per la conciliazione classica, invece, l’indennizzo sarebbe previsto entro un range da una a 16 mensilità. Per i casi non finiti in giudizio, invece, l’indennizzo partirà da due mensilità, con il bonus dell’esenzione fiscale per dissuadere dal portare il caso di fronte all’autorità giudiziaria.

ASPI - Per quanto riguarda il Dlgs sull'Aspi il nodo principale sono le coperture. Come spiega il Sole 24 ore "nelle intenzioni del governo, il nuovo ammortizzatore universale per chi perde il lavoro dovrebbe entrare in funzione verso giugno prossimo e sarebbe accessibili con sole 13 settimane di contributi. Il sussidio dovrebbe crescere con la durata del contratto (a tutele crescenti) fino a 24 mesi, ovvero 6 in più rispetto ai 18 previsti a regime dall'Aspi Fornero. Non trapelano indicazioni sull'ammontare che non dovrebbe però superare il tetto dei 1.090 euro mensili. L'estensione della platea dovrebbe comprendere la transizione fino a esaurimento dei co.co.pro. e i contratti in somministrazione, oltre a tutti i nuovi contratti a tutele crescenti, naturalmente, a prescindere dal settore di appartenenza".

DELEGA FISCALE - Via libera del Consiglio dei ministri anche al decreto attuativo della delega fiscale sulla certezza del diritto. Si tratta del primo ok al provvedimento che andrà adesso all'esame delle commissioni parlamentari competenti. Il provvedimento si basa su tre assi portanti: abuso del diritto delimitato, restyling dei reati tributari, e collaborazione fra grandi imprese e fisco.

LAVORATORI DELLE PROVINCE - Il Consiglio dei ministri inoltre ha prorogato i contratti dei lavoratori precari delle Province. Lo ha scritto il ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia, su Twitter, mentre è in corso la riunione del governo. "Con superamento Province nessuno perde il posto e si danno migliori servizi ai cittadini", ha assicurato il ministro.

TARANTO E ILVA - Approvato inoltre il decreto su Taranto, che prevede il passaggio del gruppo Ilva all'amministrazione straordinaria. Per la città di Taranto sono previsti fondi per le bonifiche, risorse per il Porto e per il Museo.