rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Jobs act, Renzi accelera sulla riforma: "Datemi fiducia"

Il premier incontra a Palazzo Chigi prima i leader dei sindacati, poi i vertici di Confindustria. Renzi vuole stringere i tempi per cercare di portare a termine rapidamente la riforma del lavoro

ROMA - E' il momento di accelerare con le riforme. E lui, per la #lasvoltabuona, vuole stringere i tempi. Giornata fitta di impegni per Matteo Renzi, che stamattina - a Palazzo Chigi dalle 8 alle 9 - ha dedicato un'ora a Cgil, Cisl e Uil. Poi è toccato a Confindustria. In agenda c'è soprattutto il Jobs act, il provvedimento con cui il leader del Partito democratico ha deciso di dare una forte spinta all'occupazione per far ripartire un mercato in crisi. E per non perdere tempo ha annunciato la volontà del governo di chiedere la fiducia in Parlamento. Il premier non teme agguati da parte del Pd. "Si voterà mercoledì - dice - e sono convinto sia naturale che tutti nel Pd votino come sempre accaduto. Ove ci fossero agguati, li affronteremo". 

"DATEMI FIDUCIA" - Presenti nella sala verde per il governo, oltre al premier, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, i ministri del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, dell'Economia Pier Carlo Padoan, della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Per i sindacati ci sono i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Susanna Camusso, Annamaria Furlan, Luigi Angeletti e Geremia Mancini. «Il Paese ha bisogno di un clima di fiducia», ha esordito Renzi, aprendo i lavori con un discorso di circa otto minuti davanti ai sindacati, convocati ufficialmente per parlare genericamente di «riforme», anche se il vero nodo è stato quello del lavoro. Con il progetto di Renzi di mettere il trattamento di fine rapporto (Tfr) in busta paga e di rivedere l'articolo 18.

REVISIONE DELL'ARTICOLO 18 - Reintegro solo per i casi discriminatori e disciplinari, 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali e il salvataggio degli stabilimenti di Termini, Terni e Taranto. E' quanto ha illustrato il premier Matteo Renzi ai sindacati. La revisione dell'articolo 18 illustrata dal governo ai sindacati, secondo quanto si apprende, prevede quindi il reintegro nei casi discriminatori e disciplinari e in vista anche una semplificazione delle forme contrattuali, che verranno significativamente ridotte, ma non si arriverà ad un contratto unico. Inoltre gli ammortizzatori sociali saranno finanziati nella legge di stabilità per 1,5 miliardi di euro. Due miliardi di euro nella legge di Stabilità, sono destinati al taglio delle tasse sul lavoro. "E' urgente salvare gli stabilimenti di Termini, Terni e Taranto. Sono le tre 'T' di cui bisogna subito occuparsi insieme", ha detto poi Renzi ai sindacati nell'incontro a Palazzo Chigi.

80 EURO E TFR - L'ex rottamatore ha pure spiegato che il bonus fiscale ai lavoratori dipendenti (i cosiddetti 80 euro) sarà strutturale a partire dal 2015. E lo stesso Renzi ha chiarito che il governo sta studiando le modalità tecniche per l'operazione. La liquidazione in busta paga, che il premier vorrebbe dai primi del 2015, ha però diviso i sindacati. La Cisl sarebbe d'accordo ma solo alla condizione che, innanzitutto sia su base volontaria, perché «si tratta di soldi dei lavoratori» e soprattutto sia a «tassazione zero» perché solo così sarebbe un vantaggio per i lavoratori. Oggi, al momento della liquidazione, cioè alla fine del rapporto di lavoro, il Tfr viene tassato al 25%, la proposta di Bonanni darebbe al lavoratore quel 25% in più. Altrimenti, hanno osservato i sindacati, l'operazione potrebbe essere un vantaggio solo per lo Stato che così incasserebbe subito quello che altrimenti avrebbe molto più tardi (si parla di circa sette miliardi di euro).

Matteo Renzi nel salotto di Bruno Vespa

CAMUSSO CHIUDE - Anche se il premier Matteo Renzi ha parlato di «sorprendenti punti d'intesa», alla fine la Cgil è rimasta della sua opinione (aperture invece sono state registrate da Cisl e Uil). Anzi, Susanna Camusso ha ribadito che proprio il vertice ha «confermato» le necessità e le ragioni della manifestazione nazionale della Cgil di sabato 25 ottobre. «Confermiamo il giudizio negativo sul modo in cui si sta componendo l'intervento sul lavoro», ha detto Camusso dopo l'incontro a Palazzo Chigi, ribadendo il «totale dissenso» sulle modifiche all'articolo 18 e sul demansionamento.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Jobs act, Renzi accelera sulla riforma: "Datemi fiducia"

Today è in caricamento