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Martedì, 19 Marzo 2024
Lavoro

Niente tregua tra Landini e Meloni: "Cgil pronta allo sciopero"

Il leader del principale sindacato italiano torna sullo "storico" intervento della premier al congresso

Chissà se a irrigidire i toni siano stati anche i meme circolati in questi giorni, che mostravano da un lato la premier Giorgia Meloni sorridente sul palco della Cgil, dall'alto la marea di cittadini francesi chiamati all'appello dai sindacati transalpini contro la riforma della pensioni di Emmanuel Macron. Fatto sta che nel giorno di chiusura del diciannovesimo congresso della Cgil, il suo segretario generale Maurizio Landini è tornato ad attaccare il governo: "Meloni ha confermato scelte che non condividiamo e su cui non hanno discusso con noi", in particolare sul fisco. Per questo, "bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero", ha aggiunto Landini.

L'intervento di ieri di Meloni al congresso della Cgil era stato definito "storico" dalla stessa premier, oltre che da alcuni media. Nessun premier di un governo di centrodestra aveva mai partecipato a un congresso del principale sindacato italiano. A parte qualche scaramuccia, la visita della leader di FdI è stata salutata con un (timido) applauso dalla platea. Il che aveva scatenato sui social l'ironia di chi contrapponeva la Cgil "di governo" ai sindacati "di lotta" che stanno mettendo a ferro e fuoco la Francia.

"Questo governo ti dice 'sei importante' ma anche che si può fare a meno di noi - ha detto oggi Landini - Noi dimostreremo il contrario non con le parole ma con i fatti della maggioranza dei lavoratori". Con Meloni c'è una diversità molto profonda, molto consistente. Per tutto il sindacato italiano non c'è possibilità di discussione, bisogna avviare una mobilitazione che non esclude alcuno strumento, compreso se necessario lo sciopero. Lo vogliamo fare insieme a Cisl e Uil, ne discuteremo con loro, abbiamo già un incontro fissato la prossima settimana". 

Tornando sul discorso di ieri della premier, Landini ammette di aver "trovato importante che il presidente del Consiglio abbia condannato l'assalto alla nostra sede per gli assalti condotti da forze dall'estrema destra", ha detto in riferimento a quanto accaduto nell'ottobre del 2021 a Roma. "Meloni ha detto che dobbiamo combattere insieme per respingere la violenza - ha aggiunto - Sono assolutamente d'accordo perché se il terrorismo nel nostro Paese è stato sconfitto è grazie al movimento del lavoratori, del movimento sindacale, ma qui c'è un elemento molto preciso. Se si vuole condannare davvero l'atto allora si applichi la Costituzione, questo Parlamento faccia quello che deve fare, si sciolgano le forze che si richiamano al fascismo, un atto che parlerebbe molto più di tante dichiarazioni che si potrebbero fare e rimetterebbe al centro la Costituzione''.

E ancora: "Meloni ricordava che ieri era il giorno dell'unità nazionale. La ringrazio perché è un valore importante. Ma se ne ricordasse, del valore dell'unità non solo il 17 marzo ma anche il 18, il 19, il 20 e il 21… Perché c'è una contraddizione: come si fa a votare il 16 sull'autonomia differenziata e poi il 17 venire qui a parlare di unità nazionale? Non siamo d'accordo e contrasteremo con tutte le strade possibili questo processo". 

Anche su questo, Landini promette battaglia. Ma avverte: non bisogna commettere un "errore di presunzione", di pensare cioè "che quelli che non sono andati a votare o hanno votato a destra, improvvisamente non hanno capito niente. Perché in quanto sindacati noi le persone non le rappresentiamo per quello che hanno votato ma perché tutti hanno diritto di lavorare e vivere dignitosamente". Nulla che possa intaccare "la storia della Cgil o la capacità del sindacato di costruire la sua credibilità", rassicura la platea ribadendo come in ballo oggi ci sia appunto "la qualità della democrazia".
 

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