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Martedì, 16 Aprile 2024
Lega Nord

Giustizia, migranti e vincoli Ue: i punti su cui si è arenata la trattativa tra Lega e 5 Stelle

Salvini chiede più margini di manovra sui conti pubblici, distanze anche su conflitto di interessi e legittima difesa. L'intesa è ancora in alto mare

Che cosa si nasconde dietro il nervosismo - evidente - di Matteo Salvini e la richiesta, di entrambi i contraenti, di avere altro tempo prima di far partire l’esecutivo? I nodi da sciogliere, questo sembra ormai accertato, sono due: il nome da indicare per Palazzo Chigi e i punti del contratto di governo. Per quanto riguarda il premier l’intesa sembra lontana dall’essere raggiunta: davanti alle telecamere i due leader si affannano  a ripetere per ora non si parla di poltrone, ma solo di contenuti. Quasi che il nome del presidente del consiglio, quello che secondo la Costituzione "dirige la politica generale del governo e ne è responsabile" sia un dettaglio trascurabile. Ovviamente non è così e sia Salvini che Di Maio lo sanno bene. 

E poi c'è la mancata intesa sul contratto di governo. Proprio sui contenuti si sta consumando quello che ad alcuni, dopo il colloquio di ieri tra Salvini e Mattarella, è sembrato uno strappo evidente, con Salvini che ha prima agitato lo spettro del ritorno alle urne per poi snocciolare i temi su cui non c’è ancora accordo con il M5s. Salvini ha parlato di migranti, infrastrutture e giustizia, ma con il passare delle ore è sembrato via via più chiaro che la partita che si sta giocando tra Lega e 5 Stelle riguarda anche e soprattutto il rispetto dei vincoli europei. Del resto il segretario della Lega lo ha ammesso anche davanti alle telecamere: se questi vincoli non verranno ridiscussi, il contratto di governo - quale che siano le riforme in esso contemplate - rischia di diventare "un libro dei sogni".

Salvini: "Voglio arrivare al 3% di deficit"

Secondo La Stampa, Salvini l’avrebbe messa giù così: "Io non voglio sforare il 3% ma arrivare al 3%, in Europa devono capire che abbiamo bisogno di risorse". Marco Di Fonzo, giornalista di Skytg24, ha aggiunto un altro tassello al puzzle: il leghista Claudio Borghi, arrivando al tavolo tecnico, avrebbe spifferato che  il "punto principale di divisione con i 5 stelle sono i vincoli europei di bilancio, noi vogliamo essere aggressivi sui numeri per liberare risorse".

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Botta e risposta tra Salvini e Ue

Tutto ciò mentre oggi il vicepresidente della Commissione Ue Dombrovskis ha chiesto all’Italia di ridurre debito e deficit e il commissario europeo alla migrazione, Dimitris Avramopoulos, ha auspicato che “non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria”. La replica di Salvini non si è fatta attendere: "Dall’Europa ennesima inaccettabile interferenza di non eletti. Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo, ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti".

La Lega vuole la mano libera sui migranti

Proprio quello dei migranti è l’altro tema caldo delle trattative:la linea del Carroccio è stata ribadita ieri dal leader leghista. "Le posizioni di Lega e M5S partono da una notevole distanza e nel rispetto dei diritti umani, dei trattati, della solidarietà - ha spiegato Salvini - però - ha detto Salvini - mi rifiuto di pensare all'ennesima estate/autunno degli sbarchi, del business dell'immigrazione clandestina in saldo. E quindi su questo la Lega deve avere mano libera per la tutela della sicurezza dei cittadini e smantellare il business sulla pelle di queste persone".

Lega-M5s, l'altro fronte aperto è sulla giustizia

Infine c’è il tema della giustizia. Qui si scontrano due visioni antitetiche: una giustizialista (i 5 Stelle), l’altra più garantista (Lega). Ieri Salvini, parlando alla stampa dopo il colloquio con Mattarella, ha ricordato che il Carroccio si batte da sempre per il processo breve, ma i contrasti più marcati riguarderebbero la legittima difesa e il conflitto di interessi.

Sulla legittima difesa "c'è una certa sintonia - spiegano ad Adnkronos fonti vicine ai vertici del Movimento 5 Stelle - anche se la Lega alcuni punti li vuole 'più forti' e noi 'un po' meno'". Per quanto riguarda il conflitto di interessi, uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati, potrebbe riscontrarsi qualche difficoltà in più. L'argomento, sebbene discusso nel corso della trattativa, non figura nella lista dei "punti di convergenza programmatici" individuati dalle due forze politiche. Tanto che la base 5 Stelle è preoccupata che il tema cavalcato per anni dai grillini possa sparire dal contratto di governo per non 'pestare i piedi' a Silvio Berlusconi.

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