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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lega Nord

Soldi in Tanzania, "Bossi e Tremonti sapevano"

Intercettazione choc. Al telefono con l'imprenditore veneto Bonet, Belsito conferma: i due leader "erano d'accordo a diversificare gli investimenti"

Bossi e Tremonti "erano d'accordo". E' quanto sostiene Francesco Belsito, ex tesoriere della Lega Nord, parlando al telefono con l'imprenditore veneto Stefano Bonet. E' il 10 gennaio 2012. La notizia dei fondi leghisti transitati su conti a Cipro e in Tanzania è appena stata pubblicata dal quotidiano genovese Secolo XIX. Alla lettura dell'articolo, Belsito chiama il suo 'compare' Bonet e spiega che Bossi e Tremonti "erano d'accordo a diversificare". La telefonata viene intercettata dalla Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria per conto della Direzione distrettuale antimafia.

L'intercettazione - "Sia Bossi che Tremonti" scrivono gli  uomini della Dia nel documento di sintesi da presentare al pm Giuseppe Lombardo "erano d'accordo sul fatto che la Lega Nord, con l'operazione, avesse voluto diversificare i loro risparmi". Non solo. Belsito aggiunge che "gli importi bonificati erano riportati in bilancio perchè, con il 2009 e il 2010, il movimento politico aveva chiuso con un attivo di 16,5milioni di euro". E alla domanda di Bonet su cosa Bossi pensasse della vicenda e dell'attenzione mediatica in aumento, Belsito risponde che "ne era dispiaciuto". 

La mail di Bonet - A ragguagliare sull'operazione Tanzania è direttamente Bonet. Ecco il testo di una mail inviata lo scorso 17 febbraio a Lubiana Restaina, dipendente del Comune di Cori (Latina) e distaccata in Parlamento. "Aggiornandoti dello stato dell'arte in merito ai fondi Tanzania, ti informo che: la tranche da 4,5 milioni di euro è rientrata senza spese e commissioni già la settimana scorsa: abbiamo ricevuto le ufficiali richieste dei tre consiglieri di amministrazione, come definito, per provvedere a chiudere anche la seconda tranche da 1,2 milioni di euro; ci sono giunte solo per mail e formalizzeremo recapito di destinazione ufficiale". Tuttavia, nella documentazione, avverte Bonet, "non si fa cenno alla nostra posizione, nè tanto meno a ristorno di anticipi erogati a Belsito. Pertanto suggerisco di riconoscere la collaborazione di Bonet e di Scala alla miglior risoluzione dell'equivoco, riconoscendo la buona fede e la disponibilità prestata senza alcun tornaconto personale nè beneficio alcuno". In precedenza, stando a quanto riporta l'Ansa di ieri notte,  lo stesso Bonet, parlando il 3 febbraio con colui che per gli inquirenti reggini è uno dei riciclatori del denaro che la cosca di 'ndrangheta dei De Stefano ricava dagli affari illeciti, Romolo Girardelli, "l'ammiraglio", aveva detto di avere visto Roberto Castelli aggiungendo - scrivono gli uomini della Dia sintetizzando quanto detto da Bonet - che lo stesso Castelli "gli avrebbe riconosciuto le spese di rientro dei fondi che a suo dire ammontavano intorno al 2 o 3% del valore del capitale ed aggiungeva peraltro che lo stesso Belsito si era impegnato a pagarle".

Le reazioni - E' un Tremonti letteralmente imbufalito quello che, all'Ansa, spiega di aver appreso "solo dai giornali" di queste operazioni, riservandosi di querelare Belsito: "Solo dai giornali ho avuto notizia delle operazioni tanzanesche che sarebbero state organizzate dal signor Belsito Francesco - ha detto l'ex ministro dell' economia -. Non ho mai formulato commenti a riguardo, non avendone titolo. Mi riservo - ha concluso - di querelare il nominato in oggetto".

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