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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'intervista

Meno 40% di militanti: "Salvini ha fallito, ora cambiamo la Lega"

Negli anni la Lega ha perso voti e iscritti. "C'è un grande malessere ma è tornato a soffiare il vento del Nord" ha detto a Today l'eurodeputato del Carroccio Angelo Ciocca. L'intervista

"Il progetto di Matteo Salvini ha fallito. Se il centrodestra avesse vinto le elezioni nel 2018, oggi staremmo scrivendo una pagina di storia diversa sul progetto di Salvini. Sarebbe stato premier e avrebbe mantenuto gli impegni presi che il Nord si aspettava. Siccome non è andata così, la tattica usata con la Lega oltre il 30% non può essere la stessa con la Lega all'8%. Se usi una tattica fuori dal tempo, perdi".

A dirlo direttamente in una intervista a Today è l'eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, scelto direttamente da Umberto Bossi come coordinatore del Comitato Nord, il gruppo interno alla Lega lanciato proprio dal "senatur" per "evitare lo sfascio totale".

La nuova corrente leghista vuole portare una rivoluzione interna al partito. È in dissenso col passato recente e si oppone a tutto ciò che è in continuità con la linea dettata negli ultimi quattro anni dal Capitano. Però su una cosa Ciocca vuole essere chiaro: "Non è una partita contro Salvini, non è Bossi contro Salvini. Noi diciamo che serve un progetto diverso, un nuovo riposizionamento strategico. Lo può fare anche Salvini. Non serve per forza cambiare allenatore perché quello che va cambiato subito è lo schema di gioco".

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Non ci sono dubbi però che oggi nella Lega ci siano due anime, lo dicono i risultati dei congressi provinciali, con iscritti divisi e momenti di tensione. "Diciamo che qualcuno preferisce dire va tutto bene, sono quelli che suonano il violino mentre il Titanic affonda - continua Ciocca - .E c’è chi invece vuole affrontare un malessere presente. C'è un malessere esterno, rappresentato dal consenso, quello sale e scende per tutte le forze politiche e a me preoccupa meno. Poi c'è un malessere interno che registriamo come calo dei militanti".

Già perché, numeri alla mano, solo in Lombardia, dove la Lega Nord è nata e, di recente, tre consiglieri regionali hanno mollato Salvini, il bilancio è inquietante: il partito è passato da 9 a 5mila militanti: quasi il 50%. In generale, nelle regioni del Nord Italia, c'è stato un calo di adesioni del 40% con numerose sezioni locali del Carroccio che hanno chiuso i battenti. "Ma perché manca quel brivido, quel sentimento che spinge il cittadino a essere portatore del messaggio della Lega". E per un movimento operaio come quello della Lega Nord nato negli anni '80 perdere la militanza significa rischiare la fine.

"Penso che Bossi, Maroni e Salvini siano stati leader invidiati da tutte le forze politiche. - spiega sempre Ciocca - Chiaro che oggi l'intuizione di Salvini, di passare da partito nordista a nazionale, ha determinato un pericolo. La tattica macchiavellica, per cui il fine giustifica i mezzi, non ha centrato il fine". Gli obiettivi sono sempre stati quelli cari alla Lega? "Intanto l'autonomia. Poi vediamo una distrazione di risorse da nord a sud, per questo oggi rivendichiamo il fatto di voler tornare a essere sindacato del nord, visto che il sud il suo sindacato ce l'ha già ed è il M5s".

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Per il Comitato Nord è cruciale anche tornare a parlare del costo della vita nel settentrione, molto più alto di suo. Oggi poi, con l'aumento dei consumi, rischia di vedere molti più poveri lì rispetto al sud. E poi la partita del Pnrr. "Mi devono spiegare perché il 40 percento dei finanziamenti è destinato al sud" ribadisce l'eurodeputato.

Poi c'è la questione interna, quel malessere interno che ha portato la fuga di migliaia di iscritti e milioni di voti. Una delle accuse mosse all'attuale dirigenza è la centralizzazione del potere e la sterilizzazione del dibattito democratico intero al movimento. "La Lega è nata contro il sistema centralista, che veniva espresso in modo pratico con la nomina dei prefetti. Noi siamo sempre stati contro i prefetti perché sono la massima espressione della centralità dello Stato. Se un partito applica i prefetti al proprio interno; se pensiamo che il commissario del Veneto non è veneto; se il sistema prefettizio è entrato nella Lega, è tutto contro natura per il sentimento del popolo della Lega".

Dunque avanti tutta con la rivoluzione dentro il partito. La riscossa è cominciata ufficialmente con la giornata di Pavia. "Quando c'è del malessere, le cose seguono il proprio corso. I comitati sono un acceleratore di un cambiamento. Il prossimo passo sarà creare dei gruppi di lavoro sui temi della fiscalità, famiglia, infrastrutture, sanità, ambiente. Chiederemo un incontro con una serie di tecnici per portare idee concrete e al passo con i tempi perché andiamo incontro a tempi difficili. Intanto prendiamo atto che è tornato a soffiare un vento del nord nella Lega. Saremo il Voltaren della nostra Lega".

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