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Venerdì, 19 Aprile 2024
Venti di tempesta

Caos Lega: volano gli stracci tra Salvini e Giorgetti

Deflagrano i contrasti nella Lega. I tempi dei sondaggi al 35 per cento e di Matteo Salvini "candidato naturale" premier del centrodestra sono un ricordo sbiadito del passato, nemmeno così recente. Cosa succede nel Carroccio

Non un fulmine a ciel sereno: deflagrano i contrasti nella Lega. I tempi dei sondaggi al 35 per cento e di Matteo Salvini "candidato naturale" premier del centrodestra sono un ricordo sbiadito del passato, nemmeno così recente. E' addirittura "resa dei conti" nel Carroccio secondo alcuni quotidiani. La controparte di Salvini è ovviamente Giancarlo Giorgetti: "Uno va a rendere omaggio a Bolsonaro e l'altro continua a vedere la Lega nel Ppe. Uno strizza l'occhio a Berlusconi che sogna il Quirinale e l'altro per il Colle rilancia Draghi", ragiona Repubblica.

Cosa succede nella Lega

"Vuole fare il candidato premier del centrodestra". Tra i parlamentari vicini a Matteo Salvini, l'analisi delle continue esternazioni di Giancarlo Giorgetti è molto semplice secondo altre agenzie di stampa: "O nel 2022 se Draghi sarà eletto al Colle, o dopo le politiche del 2023 se vincerà il centrodestra, ma il suo obiettivo è Palazzo Chigi". Non la pensa così invece chi al ministro dello Sviluppo economico è vicino da sempre: "Giorgetti vuole semplicemente far capire a Salvini che deve crescere, pensare a cosa deve essere la Lega in futuro, e abbandonare quei 3 o 4 consiglieri che stanno portando il Carroccio fuori strada". Ipotesi, scenari.

"Draghi potrebbe guidare il convoglio anche dal Quirinale": così il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, ieri a Bruno Vespa per la presentazione del libro "Perché Mussolini rovinò l'Italia (e perché Draghi la sta risanando)" in uscita il 4 novembre. "Già nell'autunno del 2020 le dissi - dichiara Giorgetti  - che la soluzione sarebbe stata confermare Mattarella ancora per un anno. Se questo non è possibile, va bene Draghi". E il governo? "Draghi potrebbe guidare il convoglio anche da fuori. Sarebbe un semipresidenzialismo de facto". "Sarebbe - spiega il numero 2 della Lega - un semipresidenzialismo de facto, in cui il presidente della Repubblica allarga le sue funzioni approfittando di una politica debole". Come ha fatto a suo tempo Napolitano, osserva Vespa. "Lui l'ha fatto dinanzi a un mondo politico spaesato", precisa Giorgetti. "Draghi baderebbe all'economia", aggiunge.

Il nodo alleanze

Le parole di Giorgetti a Bruno Vespa riaprono dunque una ferita. A Vespa, Giorgetti spiega che per "istituzionalizzarsi" la Lega deve abbandonare l'alleanza con l'estrema destra di Afd ed entrare nel Ppe, sfruttando il dibattito tra i conservatori tedeschi per riassestare a destra i Popolari. Mentre Salvini deve smettere i panni "di Bud Spencer" protagonista dei western campioni d'incasso ed "essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar". La linea fin qui tenuta da Salvini, per Giorgetti ha infatti ormai esaurito la sua spinta propulsiva: "Di questo passo perderemo i consensi brevemente avuti al Sud e non riconquisteremo tutti i moderati che al Nord si stanno astenendo", spiegano i 'giorgettiani'.

Anche prima delle amministrative era parso evidente che i rappresentanti delle due anime della Lega erano entrati in conflitto: effetto di un'altra uscita pubblica del solitamente moderato Giorgetti, che nell'occasione aveva scaricato i candidati sindaci di Roma e Milano. A Salvini era toccato fare una nota ufficiale per ribadire il sostegno. Che Salvini sia pronto a raccogliere i "suggerimenti" di Giorgetti è ancora tutto da vedere: "Non ha ancora deciso", dice ancora a Vespa lo stesso ministro. Intanto, alla domanda se voglia portare la Lega nel Ppe, salvini risponde con fastidio: "Io mi sto occupando di salvare le pensioni e tagliare le tasse. Del resto mi occupo dopo". E ribadisce la sua proposta che da due anni è in campo senza concretizzarsi: "Stiamo lavorando per un grande gruppo che metta insieme il centrodestra in Europa. Non è nessun vecchio gruppo".

Tra i 'salviniani' sensazione di accerchiamento

Tra i 'salviniani' inizia a serpeggiare la sensazione di accerchiamento. "Ma perché Giorgetti queste cose non le dice mai negli incontri di partito?", si chiedono gli uomini più vicini a Salvini, in un retroscena pubblicato oggi da Repubblica, ricordano come sia nel consiglio federale di inizio settembre che nella riunione dei parlamentari di 15 giorni fa nessuno abbia contestato la linea salviniana. Salvini ha convoca per domani un consiglio federale, per ribadire la sua linea. Trapelano "stupore, irritazione e anche rabbia" per le parole di Giorgetti.

L'audio che imbarazza Salvini (e il centrodestra): "Troppe rotture di co... da Fratelli d'Italia"

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