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Martedì, 23 Aprile 2024
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Cognome della madre ai figli, la legge dimenticata a cui manca solo il sì del Senato

Corsa contro il tempo per il voto definitivo a Palazzo Madama: la Commissione giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge 1628 sulla trasmissione del cognome della madre ai figli in un testo identico a quello approvato ormai tre anni fa alla Camera

In Italia è possibile mettere il cognome della madre ai figli ma non lo prevede nessuna legge specifica, e l'unica proposta che avrebbe potuto regolarizzare la materia (molto spinosa in alcuni contesti familiari), rischia di finire negli archivi della diciassettesima legislatura giunta alle battute finali. Infatti mentre è tutto pronto per la maratona di fine anno per la legge di Bilancio, la Commissione giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge n.1628 sulla trasmissione del cognome della madre ai figli.

Tutti gli emendamenti sono stati ritirati o respinti per consegnare all'aula un testo identico a quello approvato ormai tre anni fa alla Camera, che così attende solo il voto definitivo del Senato. Dopo le unioni civili e le convivenze di fatto, il divorzio breve e l'adozione da parte delle famiglie affidatarie, questa norma rappresenterebbe un aggiornamento del diritto di famiglia. Un ritardo che l'Europa ha già provveduto a condannare. Era il 2014 quando la Corte Europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo ha condannato l'italia a definire per legge la possibilità di dare ai figli il solo cognome della madre. Tutto era nato quando lo Stato italiano ha impedito di registrare all'anagrafe la figlia di una coppia di Milano, nata il 26 aprile 1999, con il cognome materno anzichè quello paterno.

Maddalena ora è maggiorenne, l'Italia invece rischia di essere bocciata alla prova della maturità.

"Sappiamo bene che la legislatura volge al termine e che non sarà facile arrivare al voto finale, ma intanto il penultimo passo è stato fatto" spiegano il senatore PD Sergio Lo Giudice, relatore del testo di legge, e Giuseppe Lumia, capogruppo del Partito Democratico in Commissione giustizia. "La Commissione oggi licenzia un testo che indica la strada di un nuovo avanzamento in materia di diritti civili."

Cognome della madre, lo stato delle cose

Nel 2016 la Corte costituzionale con la sentenza 286 aveva già reso possibile l'attribuzione del doppio cognome ma perché ciò avvenga deve esserci un accordo fra i genitori. Allo stesso tempo la Consulta aveva richiesto un'indifferibile intervento legislativo' per disciplinare la materia in modo organico.

La sentenza sancisce il diritto del figlio ad essere identificato alla nascita attraverso l'attribuzione dei cognomi di entrambi i genitori e ribadisce come le norme in vigore violino il principio di uguaglianza morale e giuridica fra i coniugi.

"Ai detrattori della legge che hanno rallentato il suo iter in commissione evocando il rischio di disgregazione della famiglia - spiegano Lo Giudice e Lumia - ha già risposto la stessa Corte: è proprio quella violazione del principio di parità a contrastare la finalità di garanzia dell'unità familiare. 

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