Nuovi incentivi agli editori e stop ai finanziamenti per i giornali di partito: approvata la legge sull'editoria
Hanno votato contro i deputati di M5s e Forza Italia. Soddisfatta l'USPI
La Camera ha approvato in via definitiva la nuova legge sull'Editoria. Al voto finale si sono espressi contro i deputati di M5S e Fi, mentre si sono astenuti quelli della Lega e di Fratelli d'Italia.
La riforma, razionalizza e regola i contributi alle aziende editoriali: stop ai finanziamenti per organi di informazione di partiti o movimenti politici e sindacali, periodici specialistici, imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in borsa.
Previsti contributi, che quindi andranno ai "piccoli" editori, per il sostegno delle spese sostenute per l'utilizzo di servizi di telefonia e di connessione dati, che sostituisce le attuali riduzioni tariffarie. Confermata la commissione che deve determinare l'"equo compenso" per i giornalisti freelance.
Viva soddisfazione per la rapida approvazione della legge di riforma del sostegno pubblico all’editoria cartacea e telematica è stata espressa dal Segretario Generale USPI (Unione Stampa Periodica Italiana), Francesco Saverio Vetere.
"L’USPI – ha ricordato Vetere - ha contribuito in modo sostanzioso al varo della nuova legge con proposte, audizioni e sostegno continuo alle forze politiche e parlamentari, nel corso dell’anno necessario per la conversione in legge del provvedimento. Una legge per il settore era attesa da anni. Ora l’auspicio è che sia rapida l’emanazione dei previsti decreti attuativi, per dare forma compiuta alla riforma. L’impegno primario del governo – ha aggiunto – sarà quello di reperire risorse sufficienti per perseguire gli obiettivi della nuova legge".
"E’ stata importante – ha puntualizzato la Vice Segretario Generale, con delega al digitale, Sara Cipriani – l’introduzione, al Senato, di una precisa enunciazione di ”quotidiano on line”, che in tal modo, entra a pieno titolo nella definizione legislativa di “prodotto editoriale”
La parola adesso passa al governo per i decreti attuativi.