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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Legge elettorale, crepe nell'accordo: il Pd trema

Rapporti tesi tra le quattro parti in causa, con il Partito Democratico in mezzo tra M5s e Forza Italia. Rosato: “Non sappiamo cosa vuole Grillo, se non siamo uniti salta tutto”

Non è stato ancora raggiunto l'accordo a quattro per la legge elettorale, anzi i rapporti tra le parti sembrano incrinarsi ora dopo ora, con il Pd che teme di rimanere incastrato tra due fuochi:  da una parte il Movimento 5 Stelle e dall'altra Forza Italia.  I deputati democrartici si riuniscono dopo il voto dell’aula che ha bocciato le pregiudiziali di costituzionalità. I voti a favore delle pregiudiziali sono stati 182, i contrari 310. Il voto è stato a scrutinio segreto su richiesta di Mdp, Ap e Fdi.

All’ordine del giorno, il punto sull’iter parlamentare che entra nel vivo oggi con l’esame e il voto degli emendamenti. E proprio quelli presentati dal M5s per inserire preferenze e voto disgiunto rischiano di far crollare l’intesa.

Intanto, su Facebook, Matteo Renzi ha scritto: sulla legge elettorale “se qualcuno si tirerà indietro, gli italiani avranno visto la serietà del Pd che ha risposto all’appello del Capo dello Stato. Non è la nostra legge ma noi serviamo le istituzioni. Adesso è sovrano il Parlamento. Se passerà, bene”.

IL "GERMANICHELLUM" IN 14 PUNTI

ROSATO: "SENZA ACCORDO SALTA TUTTO" “Noi non sappiamo cosa vuole Grillo, ma è chiaro che l’accordo regge solo se andiamo avanti insieme. Altrimenti, ognuno per la sua strada”. Insomma “o ci sono quattro sì sul voto finale o la legge non va avanti”, “su questioni così delicate non sono ammessi scherzi”. E’ quanto afferma il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato in una intervista al Corriere della Sera in merito alle intenzioni del Movimento 5 stelle e di Beppe Grillo sulla riforma della legge elettorale.

“Un passo indietro rispetto al voto dopo un dibattito trasparente in commissione sarebbe incomprensibile”, insiste Rosato ribadendo il no sulle richieste dei Cinquestelle: le preferenze che “sono incompatibili con i collegi” e il voto disgiunto che “è incompatibile con la nostra Costituzione che non consente fortunatamente di aumentare il numero dei deputati”. Quanto alle critiche di Ap Rosato ricorda che il partito di Alfano “mi sembrava d’accordo sul testo se ci fosse stata la soglia al 3%. E ora che lo sbarramento è al 5% la legge diventa incostituzionale?”.

M5S, SI VOTA SUL BLOG DI GRILLO “Il testo di legge che uscirà dal voto degli emendamenti di questi giorni sarà ratificato dai nostri iscritti con una consultazione online che si terrà prima del voto finale del provvedimento, che dovrebbe essere previsto lunedì, nei giorni di sabato e domenica”. È quanto si legge in un post firmato M5s e pubblicato sul blog di Beppe Grillo.

“Oggi – si legge nel post – sono iniziate alla Camera le votazioni sulla legge elettorale. Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi. Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati”.

RENZI: "SI VA AL VOTO NEL 2018" “Sulle elezioni: abbiamo detto che per noi si va al 2018, chiedendo di continuare sulla strada tracciata nelle ultime leggi di bilancio”. Lo ha scritto su Facebook il segretario del Pd Matteo Renzi. “Se il Pil – aggiunge – cresce e la disoccupazione cala il merito è delle misure approvate negli scorsi mesi: dobbiamo continuare sulla stessa strada perché è giusto, non perché ci siamo affezionati. Quelli che ci accusano di tramare contro il (nostro) governo nel frattempo non votano la fiducia: non vi sembra un po’ strano? Dunque, che si fa? Ci si sorride sopra, senza consentire a nessuno di farci arrabbiare o di cambiare umore. Ma prima o poi arriverà il momento di discutere di contenuti. E qui li vogliamo”, conclude.

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