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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Legge elettorale, minoranza Pd avverte Renzi: "Se stai con Berlusconi salta tutto"

La minoranza bersaniana del Partito democratico è contro l'intesa con il Cavaliere: "Se davvero si chiude il patto Berlusconi-Renzi che esclude tutti gli altri, la maggioranza finisce domani"

ROMA - Domani Renzi incontrerà Berlusconi nella sede romana del Pd: sul tavolo c'è l'accordo sulla legge elettorale. Se è vero che una riforma così importante necessita di una larga maggioranza alle Camere, è innegabile che il nodo della legge elettorale fa vacillare la maggioranza e, soprattutto, mina gli equilibri interni al Pd.

Ecco perché il clima della vigilia è ad alta tensione. I capigruppo parlamentari di Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e per l'Italia hanno chiesto con un documento congiunto "un incontro urgente" sulla riforma elettorale alla luce degli incontri del segretario del Pd Matteo Renzi, sottolineando come va raggiunto "prima un accordo nella maggioranza altrimenti il governo è appeso a un filo".

LA FRONDA CONTRO RENZI NEL PD - Ma c'è di più. Adesso sono i bersaniani ad attaccare Renzi: se stringerà un accordo con Berlusconi per la legge elettorale, sono pronti a far cadere Letta. Alfredo D'Attorre, deputato bersaniano, ha minacciato senza mezzi termini: "Se domani si chiude un accordo Renzi-Berlusconi che esclude tutti gli altri, la maggioranza finisce domani". Secondo D'Attorre "un Pd normale" dovrebbe "partire dalla maggioranza e poi allargare il confronto" mentre è "strano chiudere un accordo con Berlusconi che ha detto che vuole le elezioni anticipate e invece escludere chi è disposto anche a fare le altre riforme, sul Senato e il Titolo V della Costituzione". Il riferimento è ai "partner della maggioranza, tutti disponibili a un accordo sul doppio turno di coalizione". A giudizio dell'esponente democratico "è incomprensibile aver fatto il tam tam per portare la legge elettorale dal Senato alla Camera dicendo che saremmo partiti dalla proposta del Pd e invece stiamo andando sul terreno di Berlusconi e Verdini". "Diciamocelo con franchezza, il sistema spagnolo è costituzionalmente e politicamente invotabile", ha poi aggiunto, promettendo, anche replicando all'esponente di Ncd Roberto Formigoni che aveva ipotizzato imprevisti parlamentari contro un possibile accordo Renzi-Berlusconi, "una battaglia a viso aperto, non fatta in maniera vigliacca. Nessuno si nasconderà dietro il voto segreto", ha detto.

I gruppi parlamentari del Nuovo Centrodestra, di Scelta civica e dei Popolari per l'Italia - è scritto nella dichiarazione congiunta firmata dai capigruppo Enrico Costa, Maurizio Sacconi, Andrea Romano, Gianluca Susta, Lorenzo Dellai e Lucio Romano - in ordine alle consultazioni che il Segretario del Pd ha avviato sulla riforma della legge elettorale con tutte le forze politiche e in particolare con quelle di opposizione, ritengono urgente un incontro di maggioranza per evitare che il sottile equilibrio su cui si regge il governo, anche per le tensioni interne al Pd stesso, provochi una crisi di Governo al buio". "Un passaggio così delicato come la riforma elettorale e la comune volontà di superare il bicameralismo paritario, che rallenta in maniera ormai inaccettabile l'efficacia dell'azione legislativa e di governo - hanno sottolineato i capigruppo Ncd-Cs e pI - richiedono un'ampia intesa tra le forze di maggioranza il cui rapporto non può essere ritenuto essenziale solo per le difficili, quotidiane, a volte impopolari attività di governo". Intanto, via Twitter, il segretario del Pd Matteo Renzi ha scritto: "Legge elettorale seria, via senato e province, cambiare le regioni. Mi hanno votato per questo. Molti cercano di frenare ma io non mollo".

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