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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica Italia

Renzi stringe l'asse con M5s e Lega: "Elezioni prima che scattino i vitalizi"

Il segretario Pd Matteo Renzi spinge per portare gli italiani alle elezioni prima che a settembre scatti la pensione per i parlamentari: un asso nella manica per la campagna elettorale. Accordo con le opposizioni per votare con il "lauricellum": ecco come

Capannelli in Transatlantico, incontri negli studi di Senatori e Deputati, telefonate con i "big" del Partito: il percorso della legge elettorale tiene banco tra Montecitorio e Palazzo Madama ma è al Nazareno che si decide il futuro prossimo del Parlamento. Matteo Renzi ha con sé la maggioranza della direzione del Pd e va all'affondo: sì alle elezioni, al più presto possibile, forse aprile, sicuramente entro giugno. Così da presentarsi come "colui che si è battuto contro il vitalizio della casta" visto che se Mattarella non scioglierà le Camere e la legislatura dovesse proseguire fin oltre a settembre i parlamentari acquisirebbero il diritto alla pensione.

La palla ora passa alla commissione Affari Costituzionali dove si dovrà trovare una mediazione tra chi vuole trovare una terza via alla diretta applicazione di "legalicum" e "consultellum", le due leggi elettorali che i giudici della Corte Costituzionale hanno riformato, per non dire riscritto, e direttamente applicabili per il rinnovo di Camera e Senato, seppur con sistemi diversi.

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La road map dettata da Renzi e approvata dalla Conferenza dei capigruppo ha stabilito che la legge elettorale approderà lunedì 27 febbraio all'esame dell'Aula. Ma, e questo è il passaggio che fa la differenza, se alla scandenza stabilita dal calendario dei Deputati, il testo non avrà avuto il disco verde dalla commissione, allora Pd con Movimento 5 Stelle e Lega sarebbero pronti a far saltare il tavolo, chiedere a Mattarella di sciogliere le Camere e portare gli italiani al voto con le leggi elettorali uscite dalla Consulta.

L'ipotesi di riforma: il "Lauricellum"

Per estendere l'italicum al Senato i tecnici legislativi sono al lavoro sul nodo del premio di maggioranza.  L'ipotesi di riforma dell'ultim'ora viene da un deputato siciliano del Pd, Giuseppe Lauricella che propone  di applicare alle due Camere le stesse regole. Il cosidetto  "Lauricellum" presentato dal docente di diritto costituzionale prevede di far scattare il premio di maggioranza solo se la lista, e non la coalizione, supera il 40 per cento sia a Montecitorio che Palazzo Madama. Alla Camera chi supera la fatidica soglia ottiene il 54 per cento dei seggi, (340 deputati).

In caso di mancato raggiungimento della soglia del 40 per cento il sistema si trasforma in un proporzionale puro con capilista bloccati e candidature multiple che scendono da 10 a 3. Lauricella prevede poi uno sbarramento nazionale alla Camera del 3 per cento su base nazionale e uno del 4 per cento al Senato su base regionale. 

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Intanto cambia pelle anche il comitato 'Basta un sì' che ha supportato la campagna del referendum. Ora è 'In cammino', un segnale che - osservano fonti parlamentari dem - il percorso di Renzi verso il voto anticipato è già iniziato. 
 

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