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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Magistrati in politica, la legge ora impone nuovi obblighi e sanzioni

Grasso, Caliendo, Casson ma anche Finocchiaro, Lo Moro, Nitto Palma, Ferrani, Dambruoso e Abrignani. Sono 9 le toghe che siedono in parlamento ma per legge arrivano nuovi divieti per i magistrati che decideranno di scendere in politica

In Parlamento siedono nove magistrati: sei sono stati eletti senatori (il presidente Pietro Grasso e poi Giacomo Caliendo, Felice Casson, Anna Finocchiaro, Doris Lo Moro, Francesco Nitto Palma), tre deputati  (Donatella Ferranti, Stefano Dambruoso, Ignazio Abrignani). Ma per i togati che decidono di scendere in politica la legge approvata oggi alla Camera stabilisce nuovi divieti. 

Queste le novità della legge che torna ora all’esame del Senato, dove era stata licenziata in prima lettura nel 2014.

1)PALETTI PER TUTTI I MAGISTRATI. I paletti in ingresso e in uscita per chi fa politica riguardano tutti i magistrati, ordinari, amministrativi, contabili e militari. Siano essi in attività o fuori ruolo. E valgono per tutte le elezioni (europee, politiche, regionali, amministrative) e tutti gli incarichi di governo nazionale, regionale e negli enti locali.

2)CANDIDABILI MA SOLO FUORI SEDE. Il magistrato che si presenta alle elezioni non potrà candidarsi nella circoscrizione (o nell’ambito territoriale) elettorale dove ha svolto le funzioni nei 5 anni precedenti e dovrà essere in aspettativa da almeno 6 mesi. Nessun divieto se si è dimesso o è in pensione da almeno due anni.

3)OBBLIGO ASPETTATIVA ANCHE PER I SINDACI. Stop alla possibilità per sindaci o assessori in enti locali di svolgere insieme funzioni giudiziarie e funzioni politico-amministrative in ambiti territoriali diversi. La carica elettiva o l’incarico di governo, a qualunque livello, obbliga all’aspettativa (con collocamento fuori ruolo).

4)A FINE MANDATO 3 ANNI DI LIMBO. Il magistrato a fine mandato o a fine incarico sarà collocato in un distretto di corte d’appello diverso da quello che comprende la circoscrizione dove è stato eletto. Per 3 anni non potrà ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi e dovrà svolgere esclusivamente funzioni giudicanti collegiali.

5)ALTERNATIVE DI RIENTRO PER EX PARLAMENTARI. Se ha i requisiti, il magistrato ex parlamentare o europarlamentare o con incarichi di governo nazionale può anche chiedere di essere collocato in Cassazione oppure, in alternativa, di essere inquadrato nell’Avvocatura dello Stato (con divieto per 3 anni di incarichi direttivi o semidirettivi) o in un ruolo autonomo del ministero della Giustizia.

6)RICOLLOCAMENTO DEL NON ELETTO. Se non eletto, il magistrato rientra in un ufficio che non ricade nella circoscrizione di candidatura e per 2 anni non può esercitare funzioni inquirenti.

Nessuna restrizione, invece, se già in servizio presso le giurisdizioni superiori.

7) QUARANTENA PER GLI EX CAPI DI GABINETTO. Al rientro nella sede di provenienza, il magistrato già capo di un ufficio di diretta collaborazione di ministri, governatori o sindaci o componente di Authority o commissioni di vigilanza non potrà per un anno ricoprire incarichi direttivi o semidirettivi.

8)SANZIONI A CHI SGARRA. Chi si candida o accetta incarichi di governo al di fuori delle regole incorre in un illecito disciplinare rischiando una sanzione non inferiore alla perdita di anzianità per quattro anni.

9)BANCA DATI SU FUORI RUOLO. Sul sito della presidenza del consiglio confluiranno (anche tramite link) i dati elaborati dai rispettivi organi di autogoverno o di rappresentanza sui magistrati (ordinari, amministrativi, contabili, militari) e sugli avvocati o procuratori dello Stato collocati fuori ruolo.

Nella banca dati saranno consultabili incarichi attuali e incarichi precedenti e durata complessiva del fuori ruolo.

10)CANCELLATE NORME SU RICUSAZIONE E ASTENSIONE. Alla Camera sono state soppresse le norme approvate al Senato che prevedevano un obbligo di astensione per il giudice penale che avesse, in qualsiasi fase della propria vita, partecipato ad elezioni o ricoperto qualsiasi incarico di governo. La norma cancellata a Montecitorio stabiliva che avrebbe dovuto astenersi dal giudizio, qualora si trovasse di fronte una parte processuale (tanto l’imputato, quanto la persona offesa dal reato, quanto la parte civile o il civilmente obbligato per la pena pecuniaria) che negli ultimi 5 anni abbia a sua volta partecipato a una delle consultazioni elettorali o abbia ricoperto incarichi di governo nazionale, regionale o locale. Qualora il giudice non si fosse astenuto poteva essere ricusato.

11)NO A STOP AVANZAMENTO DI CARRIERA. L’aula ha respinto l’emendamento M5s che poneva fine all’avanzamento di carriera dei magistrati anche durante la carriera politica.

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