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Giovedì, 25 Aprile 2024
Nuovo asse

Forza Italia e Lega accelerano sulla separazione delle carriere dei magistrati

I due partiti di governo fanno asse con il Terzo Polo e presentano le loro proposte di legge depositate a Montecitorio

La destra accelera sulla legge per la separazione delle carriere dei magistrati e si forma un nuovo asse con Forza Italia, Lega e Terzo Polo. Resta fuori la prima forza del governo. Fratelli d’Italia non ha affatto fretta di approvare questa riforma, anche se non può tirarsi indietro, visto che la legge è nel programma di governo della coalizione. Fino a oggi sono state presentate quattro Pdl che vedono come primi firmatari: Jacopo Morrone (Lega), Tommaso Calderone (FI), Enrico Costa (Azione), Roberto Giachetti (Italia Viva). E uno al Senato che ha come prima firmataria la responsabile Giustizia della Lega Erika Stefani. 

Forza Italia, Lega e Terzo Polo hanno depositato infatti proposte di legge per la separazione delle carriere in magistratura che riprendono il testo di riforma costituzionale su cui, nel 2017, l'Unione delle camere penale aveva raccolto le firme di oltre 70mila cittadini. Tanto che domani gli esponenti politici dei tre partiti presenteranno le loro proposte di riforma.

Alla conferenza saranno presenti gli onorevoli Nazario Pagano, Presidente della Commissione Affari Costituzionali e relatore del provvedimento, Enrico Costa e Roberto Giachetti di Azione-Italia Viva, Tommaso Calderone di Forza Italia, Jacopo Morrone e la senatrice Erika Stefani della Lega. Le conclusioni saranno svolte dall'avvocato Beniamino Migliucci, presidente del Comitato promotore per la separazione delle carriere e dall'avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dell'Unione Camere Penali Italiane.

I Fratelli d’Italia? "Non compete a me definire l'agenda di governo e delle priorità delle prossime settimane - dichiara il presidente della Commissione Giustizia della Camera Ciro Maschio (FdI) - ma quello della separazione delle carriere è certamente un tema che c'è nel programma di governo".

I penalisti ricordano che la loro proposta, ripresa "integramente o in larga parte dai testi" ora depositati dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, era volta a "realizzare il principio costituzionale del giusto processo e del giudice terzo", e "una efficace ed effettiva riforma dell'ordinamento giudiziario che consenta di risolvere l'annosa crisi della magistratura, rendendo indipendenti i giudici dai pubblici ministeri, e questi ultimi dalla politica". 
 

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