rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
ECONOMIA

Legge di stabilità, una favo-Letta

Altro che salti di gioia e ciao crisi: la Finanziaria approvata dal governo Letta è piena zeppa di slogan e povera di sostanza. Ci "salverà" la Troika, pronta a mettere le mani nei nostri conti correnti?

ROMA - Siamo realisti. La legge di stabilità approvata poco prima della mezzanotte di ieri dal Consiglio dei ministri e illustrata nelle linee generali da un premier visibilmente soddisfatto non è una finanziaria di svolta, né di ripresa.

"Per la prima volta da tempo siamo riusciti a fare una Finanziaria dove i conti quadrano senza aumentare le tasse e senza tagli al sociale e alla sanità": ma voi ci credete alla favo-Letta? Se siete diffidenti e poco propensi a prendere per oro colato ciò che ascoltate al tg o leggete in giro, fate bene. Altro che salti di gioia e ciao crisi.

Questa è una legge di stabilità che dà un po' di ossigeno qua e là - sgravi fiscali a famiglie e imprese, soprattutto - e che contribuirà a un rilancio minimo del Pil. Ma è soprattutto una legge di stabilità basata per trequarti sul trucchetto mediatico dei tagli alla sanità: quei miliardi di euro "tolti" a ospedali e case di cura nella bozza del giorno prima e dati in pasto alla stampa per i titoloni dei giornali del mattino e poi magicamente "ricomparsi" il giorno dopo, quello dell'annuncio ad effetto. "No, il governo non li fa i tagli alla sanità". Ma pensa te che geni. È una legge di stabilità che nasconde l'Imu nella nuova Service Tax/Trise e che, udite udite, prevede persino investimenti per la Salerno-Reggio Calabria (se per ogni Finanziaria avessero completato un solo km di autostrada, oggi avremmo un'avveniristica Salerno-Mogadiscio).

E allora il dubbio affiora: conta, per questi politici, solo "fare slogan" dalle poltrone dei talk show televisivi e confondere le idee agli elettori? Leggete il comunicato della Presidenza del Consiglio. "Riduzione dell'Irpef per i lavoratori" (la busta paga "respira" con 10-15 euro in più nel 2014, secondo i primi rumors), e poi "incentivo per il passaggio dai contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato".

Come, dove, quando e perché? Fatto lo slogan, per la discussione nel merito si rinvia al Parlamento (la Camera dei nominati che spesso niente crea e tutto distrugge). Non c'è un solo accenno, in questa legge di stabilità senza slancio né coraggio, al dramma dei nostri tempi: la disoccupazione. Non compare nemmeno la parola, forse per pudore nei confronti dell'esercito di disperati senza futuro.

LE DUE STRADE - Ma allora alla fin fine chi le attuerà le tanto evocate riforme - che non si capisce mai bene quali siano - in questo Paese? Ci sono due possibili strade. Chi sogna di andare di nuovo al voto sa bene che una legge elettorale non riformata produrrebbe un Parlamento ugualmente bloccato e inconcludente. Chi invece spera nello sbarco della Troika per contenere il deficit nell'ambito degli obiettivi comunitari e invertire la tendenza del debito pubblico tenga presente che la misura "salvifica" proposta dal Fmi prevede il prelievo forzoso del 10% sui conti correnti. "Questo Paese era malato ed è stato curato con gli antibiotici, ora arrivano le vitamine", diceva ieri sera uno spocchioso ministro Mauro. Delle vitamine, però, abbiamo perso le tracce.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Legge di stabilità, una favo-Letta

Today è in caricamento