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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Stop al finanziamento pubblico ai partiti (ma dal 2017)

Oggi il Consiglio dei ministri approverà il disegno di legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. I fondi di quest'anno saranno regolarmenti erogati a luglio. Solo dal 2017 lo stop definitivo. Cinque Stelle : "Una presa in giro"

Se non ci sranno sorprese dell'ultima ora, oggi il Consiglio dei ministri approverà il disegno di legge che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti. Il passaggio in parlamento non sarà senza scosse, perché il ddl colpisce l'organizzazione classica dei partiti. Soprattutto i "grandi partiti" dovranno ripensare se stessi. Ieri il Pd ventilava la cassa integrazione per i suoi dipendenti, mentre in casa Pdl si parlava apertamente di licenziamenti.

Il testo sarà agile, massimo 10 articoli: si cercherà di ripensare completamente il sistema, aprendo alle donazioni dirette dei cittadini. Lo stop al finanziamento pubblico ai partiti è una delle promesse del governo Letta. Lavorano al testo il sottosegretario Patroni Griffi e i ministri Franceschini e Quagliariello. Dopo le critiche, nemmeno troppo velate, di Matteo Renzi all'esecutivo, Enrico Letta non vuole perdere tempo e credibilità su questo tema. Si deve fare in fretta.

IL TESTO - Il testo, a quanto si apprende, prevede che i fondi di quest'anno saranno regolarmenti erogati a luglio. Poi dall'anno prossimo inizierà un periodo di transizione di 3 anni, in ognuno dei quali si dimezzano i finanziamenti. Poi dal 2017 entrerà a regime il nuovo sistema.

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PARTITO DEMOCRATICO - E' stata una riunione tesa, raccontano, quella dei dipendenti Pd con il tesoriere Antonio Misiani che ha annunciato un "ridimensionamento" del partito a causa dei problemi di bilancio. Molti sfoghi, molta insofferenza dei dipendenti, soprattutto verso il gruppo dirigente che ha gestito la 'ditta' in questi anni, a cominciare da Pier Luigi Bersani, e verso il presidente del Consiglio Enrico Letta. Le difficoltà attuali, infatti, sono conseguenza del dimezzamento deciso lo scorso anno sull'onda degli scandali Lega e Margherita e sono aggravate dalle norme annunciate dal governo anche per reagire all'offensiva grillina su questo tema. "Avete ceduto al grillismo", è stata una delle accuse rivolte al gruppo dirigente.

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Molti sono stati polemici anche nei confronti di dirigenti che hanno "usato i servizi offerti dal partito e poi, diventati parlamentari, hanno sposato la linea dell'abolizione del finanziamento". Alcuni hanno chiesto che i parlamentari si facciano carico di versare un contributo aggiuntivo al partito di mille euro al mese, in aggiunta a quello che già danno. In generale, il clima, raccontano, era di rabbia e di paura per il futuro. Misiani, viene riferito, ha assicurato che finché c'è lui non ci saranno licenziamenti, ma ha anche chiarito che l'obiettivo è di una profonda ristrutturazione da realizzare nell'arco di "due-tre anni", ovvero il tempo di 'transizione' che il ddl del governo dovrebbe assicurare. E, secondo qualcuno, alla fine della ristrutturazione l'organico sarà si e no metà di quello attuale.

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CINQUE STELLE - L'iniziativa del Governo sul finanziamento pubblico ai partiti "sarà l'ennesima presa in giro". Riccardo Nuti, vicecapogruppo alla Camera del Movimento 5 stelle, ha messo le mani avanti, alla vigilia di un Consiglio dei ministri che potrebbe varare il disegno di legge per l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai partiti, uno storico cavallo di battaglia della formazione politica guidata da Beppe Grillo.

"E' chiaro - ha spiegato nel corso di un incontro stampa dedicato a questo tema - che se tu metti detrazioni più ampie per chi versa contributi, è lo Stato che sta pagando, non c'è nessuna abolizione". "Noi - ha aggiunto Riccardo Fraccaro, deputato M5S e componente della commissione Affari costituzionali di Montecitorio - li sfidiamo ad adottare il nostro testo, che prevede l'abolizione dei rimborsi elettorali e la non erogazione di quelli già assegnati in base alla vecchia legge. E proponiamo che i soldi risparmiati vadano alla Cassa depositi e prestiti per un fondo a favore di piccole e medie imprese, ma su queste nostre iniziative c'è un boicottaggio politico".

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