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Martedì, 23 Aprile 2024
L'intervista

"La mia legge contro l'odio difenderà tutti, non solo gli omosessuali"

Parla Alessandro Zan, papà del disegno di legge contro l'omotransfobia fermo al Senato nella commissione presieduta dalla Lega. "Letta mi ha assicurato che il partito è con me" dice a Today.it. L'intervista

Quella contro l’omotransfobia è una battaglia che accomuna varie parti politiche perché, alla Camera dei Deputati, la proposta di legge, che vede come primo firmatario Alessandro Zan del Pd, è passata con 265 voti favorevoli, anche con il sostegno di qualche deputato del centrodestra. Approfittando del voto segreto, la maggioranza dell’Aula ha dato una spinta al Ddl che introduce nella legge l’aggravante dell'omotransfobia, andando a modificare il codice penale e di procedura penale. Ora però c’è il passaggio in Commissione Giustizia del Senato, dove si teme il fuoco nemico della Lega. La speranza per i sostenitori della riforma è che non ci siano troppi emendamenti e che il testo possa passare così com’è, andando direttamente in discussione al Senato. Altrimenti si dovrà ricominciare daccapo, partendo dalla Camera. Preoccupano di meno, ma sono più inaspettate, le critiche che arrivano da sinistra, da parte di quei 161 politici, intellettuali e simpatizzanti che vogliono una riforma sì, ma non quella di Zan, definita "pasticciata e ideologica" e che, per questo, hanno firmato un appello affinchè il testo venga modificato. Insomma le disapprovazioni arrivano da ogni parte.

"Intanto però la legge è stata approvata alla Camera a larga maggioranza proprio perché il lavoro lì è stato molto condiviso, con il contributo di molti partiti che volevano portarla avanti, compresi i parlamentari di Forza Italia. - spiega a Today.it proprio l’onorevole Alessandro Zan - Questo non significa che debba piacere a tutti, ma vorrei capire perché la definiscono "pasticciata".

"Ora certe violenze sono paragonate ad una lite per un parcheggio"

Ma perché, secondo i firmatari di questo appello contrario da sinistra, si fa confusione tra le parole "sesso" e "genere".
"Ma è una legge che si estende a tutte le vittime vulnerabili di crimini d’odio, partendo dalla già esistente legge Mancino".

Ma ci spiega perché ce ne è tanto bisogno?
"Intanto per rispondere alle direttive dell’Unione Europea, che chiede di estendere le leggi contro i crimini d’odio alle così dette vittime vulnerabili. In cima ci sono le donne, poi la comunità omosessuale, bisessuale e trans, oltre alle persone con disabilità. Abbiamo accolto queste direttive, precisando che non è una legge che tutela solo le vittime più vulnerabili, ma tutela tutti”. Facendo un discorso paradossale, è una legge che tutela anche l’eterofobia".

Cioè lei intende dire che se una coppia fatta da uomo e donna venisse aggredita per strada da qualcuno mosso dall’odio per chi è etero, la sua legge lo punirebbe allo stesso modo?
"E’ un paradosso perché non esistono questi casi, ma sì, il giudice applicherebbe quella legge, che punisce chi muove violenza o la istiga nei confronti di qualcuno non per ciò che fa, ma per il solo fatto di esistere".

Scarica qui il disegno di legge Zan

Eppure già c’è la legge, con tanto di aggravanti.
"Sì, ma quelle aggravanti sono generiche, non sono ascrivibili ad un movente specifico, quindi il giudice può applicarle come no. Cioè c’è l’aggravante se la violenza è mossa da odio razziale, quella da odio religioso. Perché non ci deve essere quella per l’omotransfobia?"

Ma così non si rischia di creare una eccessiva specificità della categoria di vittima, che poi inevitabilmente ne lascia fuori altre?
"No perché mancavano queste specificità e così noi completiamo un ventaglio di violenze e discriminazione che vengono perpetrate da alcuni gruppi sociali, per una cultura patriarcale e discriminatoria ancora molto presente in Italia. Chiaro che serve un’'operazione cultuale, non sono un fan dell’azione penale, però serve un deterrente ad una una spirale di violenza sempre più frequente. L’aggressione di Valle Aurelia a Roma è emblematica. Quei ragazzi sono stati picchiati non per quello che facevano, ma per quello che rappresentavano. Ad oggi quella aggressione vale come se fosse stata generata da una lite per un parcheggio rubato e ti ho preso a cazzotti. Ma in questo caso sarebbero futili motivi. Dietro la violenza di Valle Aurelia non ci sono futili motivi: è qualcosa di peggio".

La sua legge non rischia di essere liberticida? Cioè non si rischia di mettere a tacere chi la pensa diversamente sull’omosessualità?
"Ha la stessa impostazione della legge reale Mancino, da cui sono state emesse numerosissime sentenze del 1975. E poi l’articolo 4 è chiarissimo: si è liberi di dire quello che vuole, ma no istigare all’odio, la libertà di espressine è garantita purché non sia idonea a creare una condizione di pericolo o violenza. Se io dico che l’omosessualità è un peccato è un’opinione, se dico che la vera famiglia è formata da mamma e papà è un’opinione, dire che i gay devono morire tutti, non è più una opinione".

Adesso a che punto è il Ddl?
"Di fatto è fermo perché ci sono stati rinvii del presidente della Commissione Giustizia e siamo in attesa che calendarizzi la legge. Ci sono stati dei problemi con testi di legge simili e abbiamo chiesto alla Presidenza del Senato di uniformarli".

In Commissione la legge rischia.
"Il presidente della Commissione è Andrea Ostellari della Lega, ma confidiamo che mantenga il ruolo istituzionale e non vesta la casacca di partito".

Oggi ha incontrato il segretario Enrico Letta, lui viene da una esperienza diversissima dalla sua, lui dalla Dc e Margherita, lei dai Democratici di Sinistra e Arcigay. Siete in sintonia?
"Quelle sono divisioni di 20 anni fa ormai, lui è un segretario che incarna i valori di cui c’è bisogno oggi, i valori europeisti e democratici. Oggi mi ha dato coraggio perché mi ha detto che non solo è con me tutto il Partito Democratico, ma anche tutta la società civile. Mi ha detto che è una legge di civiltà e dobbiamo lottare per di diritti delle persone, soprattutto se oggetto di discriminazione".

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