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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Legittima difesa, Mattarella promulga la legge ma scrive alle Camere: “Non attenua il ruolo dello Stato”

Il presidente della Repubblica ha scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato per rimarcare il fatto che la nuova normativa “non indebolisce né attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato la legge relativa alle modifiche al codice penale sulla legittima difesa. A renderlo noto è stato il Quirinale. “Contestualmente”, Mattarella ha inviato una lettera ai presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, della Camera, Roberto Fico, e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per rimarcare il fatto che le nuove norme non devono attenuare il ruolo dello Stato.

Legittima difesa, la lettera di Mattarella alle Camere

"Ho promulgato in data odierna la legge recante: 'Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa' - si legge nel testo della lettera - Il provvedimento si propone di ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un’offesa ingiusta, realizzata all’interno del domicilio e dei luoghi ad esso assimilati, il cui fondamento costituzionale è rappresentato dall’esistenza di una condizione di necessità". "Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce né attenua - rimarca il capo dello Stato - la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l’azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia".

"Il provvedimento si propone di ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un'offesa ingiusta, realizzata all'interno del domicilio e dei luoghi ad esso assimilati, il cui fondamento costituzionale è rappresentato dall'esistenza di una condizione di necessità". In altri termini, la normativa sulla legittima difesa, prevista dal Codice Rocco e ancora vigente, prevede la condizione di "necessità" che non può essere abolita dalla nuova legge perché sarebbe contraria ai principi costituzionali. Quindi perché la difesa sia legittima deve continuare a sussistere la necessità di difendersi da un pericolo attuale (ossia in atto, contemporaneo) di un'offesa ingiusta, puntualizza Mattarella.  

La riforma della legittima difesa è legge: cosa cambia

Per quanto riguarda il concetto di "grave turbamento", non può essere invocato soggettivamente da chi ha sparato. "L'articolo 2 della legge, modificando l'articolo 55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo 'allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto': è evidente -scrive il capo dello Stato- che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta".  In altri termini, se fosse una scriminante applicabile sempre e comunque, chiunque abbia sparato potrebbe asserire di essere stato in stato di grave turbamento per evitare il processo per eccesso di legittima difesa. Lo stato di grave turbamento va invece  riconosciuto oggettivamente, senza alcun automatismo.

Nella legge, puntualizza ancora Mattarella, sono presenti due errori materiali riguardo ad alcune garanzie riconosciute a chi si è avvalso della legittima difesa: In primo luogo "nei procedimenti penali nei quali venga loro riconosciuta la legittima difesa 'domiciliare', le spese del giudizio per le persone interessate" sono poste a carico dello Stato, ma "analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio", ad esempio se si subisce un'aggressione per strada. Inoltre "l'articolo 3 della legge subordina al risarcimento del danno la possibilità di concedere la sospensione condizionale della pena, nel caso di condanna per furto in appartamento o per furto con strappo, ma lo stesso non è previsto per il delitto di rapina", più grave di furto e scippo. "Un trattamento differenziato non ragionevole poiché - come indicato dalla Corte costituzionale, nella sentenza n. 125 del 2016 - 'gli indici di pericolosità che possono ravvisarsi nel furto con strappo si rinvengono, incrementati, anche nella rapina'"

Salvini: "Ascolto Mattarella, ma la legittima difesa è legge dello Stato"

"A me interessa che i rapinatori abbiano paura quando fanno il loro mestiere. Io ascolto con interesse estremo i rilievi del Capo dello Stato, ma la legittima difesa è legge dello Stato e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passare anni davanti a un tribunale in Italia", ha fatto sapere il ministro dell'Interno Matteo Salvini, commentando da Motta Sant'Anastasia (Catania) la promulgazione da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella, della legge sulla legittima difesa. "Questa legge - ha aggiunto - rende il mestiere dei rapinatori più pericoloso di quello che era ieri". Alla domanda se teme il ricorso alla Consulta, Salvini ha risposto: "vorrei vedere qualche giudice della Consulta, dio non voglia, che si trovasse qualcuno in casa armato e sta lì a sfogliare il Codice penale prima di difendere se stesso e i figli. Siamo seri. Chi entra in casa altrui armato, da oggi ne paga le conseguenze. La legge è legge, oggi in Italia fare il rapinatore è più pericoloso rispetto a ieri".

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