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Giovedì, 28 Marzo 2024

Charlotte Matteini

Opinionista

Letta si vergogna dei suoi alleati: che credibilità può avere?

E insomma, Enrico Letta non ha alcuna intenzione di governare con Sinistra Italiana e i Verdi, suoi alleati in questa corsa elettorale. A dichiararlo è stato proprio lo stesso segretario dem durante il confronto con Giorgia Meloni organizzato dal Corriere della Sera. “Con Fratoianni e Bonelli abbiamo fatto un patto a difesa della Costituzione, un accordo elettorale. Non faremo un governo. Lo abbiamo detto sin dall’inizio”, ha spiegato Letta.   

“Confesso che questa affermazione mi ha lasciato veramente perplesso”, ha dichiarato Angelo Bonelli a Rai Radio1. “Stiamo contribuendo e lavorando per far vincere l’alleanza di centrosinistra. Inviterei Letta a fare altrettanto. Se dovessimo vincere, sarà un po’ complicato non governare con noi perché c’è un problema di numeri. A meno che qualcuno pensi di guardare a destra”, ha aggiunto Bonelli, concludendo: “Non ti vergognare di noi che siamo bravi, belle persone, con competenze. Siamo ragazze e ragazzi che stanno facendo una battaglia contro la crisi climatica. Non è carino”. 

Insomma, ennesimo scivolone elettorale per il segretario dem, che dall’inizio della campagna elettorale non riesce a imbroccarne una che sia una su questa strana alleanza che ha voluto lanciare per la corsa al voto per mitigare gli infausti effetti del Rosatellum, una legge elettorale che non premia affatto la corsa solitaria di partiti che decidono di non costituirsi in coalizione. La formazione della coalizione con Sinistra Italiana e Verdi – ma anche con Impegno Civico di Luigi Di Maio e Bruno Tabacci – è arrivata dopo un grottesco e incidentato percorso che nelle prime settimane di campagna elettorale ha fatto ridere a crepapelle un po’ tutti, tra elettori, avversari e addetti ai lavori. Inizialmente, come molti ricorderanno, Enrico Letta ha puntato tutto – e perfino finalizzato – l’accordo con l’ex ministro Carlo Calenda. Un accordo durato come un gatto in tangenziale, andato frantumandosi nel giro di tre giorni per le proteste dello stesso Calenda, contrario a introdurre nell’alleanza di centrosinistra due partiti di sinistra: Verdi e SI, per l’appunto. 

Ora, a due settimane nemmeno dalle elezioni e a un mese dalla rottura con Calenda, Enrico Letta ha dichiarato apertamente che con i suoi alleati non ha alcuna intenzione di governare, in caso di vittoria, una posizione che ha evidentemente indisposto sia i due leader di coalizione, sia quel bacino di potenziali elettori che si collocano a sinistra del Pd e che stavano valutando magari di accogliere l’appello al voto utile partito proprio dal segretario dem per “battere la destra”.  

E proprio in quest’ottica, mi sorge spontanea una domanda: per quale motivo Letta si è sentito in dovere di dichiarare, in maniera quasi stizzita, che non governerebbe mai con i due partiti alleati? La lotta al cambiamento climatico? Quella contro le diseguaglianze? La battaglia per l’abolizione del precariato e l’introduzione del salario minimo? La volontà di introdurre una legge sul fine vita e di legalizzare la cannabis? Di presentare un programma incentrato sulla difesa dei diritti civili?  

Sembrano tutte proposte assolutamente di centrosinistra. Anzi, proposte che un centrosinistra che ambisca a definirsi tale dovrebbe fare proprie. Ma forse la risposta è molto più semplice di quanto si possa pensare: nonostante Letta abbia estemporaneamente fatto qualche dichiarazione da vero esponente della sinistra massimalista in queste settimane di campagna elettorale, la verità è che il Pd è e rimarrà sempre un partito legato mani e piedi al centro e all’esigenza di lisciare il pelo al cosiddetto elettorato moderato – e cattolico – che non vede affatto di buon occhio troppo progressismo. Insomma, ahimé, moderni democristiani eccellenti nel riuscire a tenere un piede in due scarpe.  

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