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Martedì, 23 Aprile 2024
Politica

Letta vs "populismo": "Basta tasse o Grillo ci governerà"

Il premier traccia una nuova strada per evitare l'ascesa dei cinque stelle: "Dobbiamo dire ai cittadini che dopo raccoglieranno i frutti, altrimenti Grillo andrà al 51%"

ROMA - Per "spaventare" l'Unione Europea adesso le ha provate davvero tutte. L'obiettivo è sempre lo stesso: far capire ai collegi di Bruxelles che di solo rigore si muore. Ma, dati i recenti fallimenti in questo senso, Enrico Letta ha giocato la carta a sorpresa: Beppe Grillo. 

"Se si continua con tasse e tagli Grillo avrà la maggioranza", ha avvisato il premier da Berlino, all'Eurogruppo. E ancora: "Basta con tagli e tasse o Grillo arriva al 51%". Finita qui? No: "Lo dico sempre quando parlo con le istituzioni europee - ha ammesso Letta - perché dobbiamo dire ai cittadini che dopo si raccoglieranno i frutti, altrimenti Grillo andrà al 50%. Succederà in Italia - ha profetizzato - ma anche in altri Paesi, basta guardare la Francia con Marie le Pen". 

Esorcizzato il "mostro", poi, Letta è tornato a parlare di crescita e "fatti italici". "A maggio inizia una nuova legislatura europea, serve una legislatura per la crescita che poggi su bilanci sotto controllo come è quello italiano. La crescita - ha ripetuto ancora - deve essere lo slogan dei prossimi cinque anni"

Poi, prima di chiudere, un rapido passaggio sul governo e sulla spaccatura del centrodestra. "Berlusconi non è più un pericolo - ha (ri)esultato - ora c'è una chiara maggioranza e sono più forte. Sono qui dopo sette mesi di grande instabilità e resisterò". 

Grillo a parte, però, l'Europa guarda ancora con occhio sospettoso all'Italia. Che, ne è sicuro il vicepresidente della commissione Ue Olli Rehn, "non ha molto spazio di manovra nelle sue finanze pubbliche, lo ha usato per pagare i debiti della pubblica amministrazione che è un utilizzo molto saggio". Le privatizzazioni, ha chiarito il finlandese, hanno un impatto positivo sul debito pubblico e possono averlo anche sull’efficienza dell’economia italiana, ma rimane la necessità delle riforme strutturali".

Necessità impellente perché lo spauracchio Grillo è dietro l'angolo.

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