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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica Libia

Navi da guerra contro i migranti: "Così l'Italia viola i diritti umani"

La denuncia di Amnesty International che mette all'indice il "blocco navale" approvato del governo italiano e che ora si appresta al voto del Parlamento: "Un vergognoso tentativo di aggirare gli obblighi di salvataggio di migranti e rifugiati"

Navi militari italiane in Libia, sarà il Parlamento a decidere sul documento del consiglio dei ministri che venerdì ha autorizzato  la missione di supporto alla Guardia costiera di Tripoli, e che ha già provocato dure proteste da parte del governo di Tobruk che amministra la Cirenaica e addita la missione italiana come copertura per violare la sovranità territoriale.

Di tutt'altro respiro, ma sempre contrarie, sono le critiche avanzate da Amnesty International che considera il progetto del governo italiano di inviare navi da guerra per pattugliare le acque territoriali libiche come "un vergognoso tentativo di aggirare gli obblighi di salvataggio di migranti e rifugiati e di offrire protezione a chi ne ha bisogno".

Secondo il piano del governo, fino a sei navi potrebbero essere impiegate per collaborare con la Guardia costiera libica nell'intercettamento e nel ritorno di migranti e rifugiati in Libia, dove affronterebbero terribili violazioni dei diritti umani. Il personale militare italiano potrebbe essere autorizzato a usare la forza nei confronti di scafisti e trafficanti e, di conseguenza, migranti e rifugiati potrebbero essere colpiti dal fuoco incrociato.

"Invece d'inviare navi per salvare vite umane e offrire protezione a migranti e rifugiati disperati, l'Italia si sta preparando a mandare navi da guerra per respingerli in Libia", ha dichiarato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l'Europa. "Questa vergognosa strategia non persegue l'obiettivo di porre fine al crescente numero di morti nel Mediterraneo centrale, bensì quello di tenere migranti e rifugiati alla larga dalle coste italiane. Le affermazioni secondo cui i diritti delle persone riportate in Libia verrebbero rispettati suonano vuote alle orecchie di chi è fuggito dalle terribili violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione della Libia", ha concluso Dalhuisen.

Amnesty: "Fallimentari le politiche europee nel Mediterraneo"

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Secondo l'organizzazione internazionale che lotta in difesa dei diritti umani i governi europei non stanno impedendo le morti in mare e chiudono gli occhi di fronte alle violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione della Libia, tra cui stupri e torture.

La Libia rimane un paese estremamente insicuro per i migranti e i rifugiati, che vengono regolarmente uccisi, rapiti a scopo di riscatto, ridotti in schiavitù, costretti ai lavori forzati e sottoposti a stupri e altre violazioni dei diritti umani. In Libia non esiste alcun sistema d'asilo per chi ha necessità di protezione e l'ingresso e la permanenza irregolare sono considerati reati per i quali automaticamente è previsto il carcere, motivo per cui migliaia di persone si trovano nei centri di detenzione.

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Pescatori libici soccorrono un barcone di migranti (Foto Mathieu Willcocks)

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