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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Il piano per le chiusure mirate nel Lazio

L'annuncio dell'assessore alla sanità. La strategia prevede micro-aree con alti numeri di contagi da chiudere fino alla certificazione Covid-free e quarantene da attivare con l’aiuto della Protezione civile

Il Lazio è pronto a lockdown in specifiche aree del territorio, se l'aumento dei contagi dovesse richiederlo. Parola dell'assessore regionale alla Sanità, Alessio D'Amato, che, parlando all'agenzia Dire al termine di una visita al Cto di Roma, ha detto: "Stiamo lavorando con attività chirurgiche e puntuali, pertanto se saranno necessarie interverremmo in questo senso".

Il piano per i lockdown mirati nel Lazio

Nel frattempo, diversi cittadini lamentano il mancato ricevimento della risposta ai tamponi entro le 48 ore previste: "Stiamo facendo oltre 10mila tamponi al giorno mediamente e nei prossimi giorni - ha replicato D'Amato - spingeremo molto sui test rapidi che permettono una risposta in trenta minuti, per cui questo problema verrà risolto alla fonte". Il Corriere della Sera Roma spiega che il piano prevede, tra l’altro, micro-aree con alti numeri di contagi da chiudere fino alla certificazione Covid-free e «lockdown chirurgici» da attivare con l’aiuto di Protezione civile o forze dell’ordine. Così la Regione pensa di contenere eventuali nuovi focolai, come alla Garbatella con il palazzo occupato a piazza Pecile. Intanto viene revisionata la rete ospedaliera per malati gravi e post acuti: Gia attivati alcuni hotel (con 500 letti) per chi va in quarantena. 

Al momento non c’è «nessun allarme, ma la situazione è da tenere sotto controllo - ribadisce D’Amato a margine dell’inaugurazione al Cto del nuovo sistema robotico ortopedico da utilizzare durante le operazioni -. Abbiamo un sistema di tracciamento e testing importante che sta funzionando. Roma del resto è la più grande metropoli con il più grande aeroporto del Paese». Vitali saranno anche le vaccinazioni anti-influenzali, ma per la Fondazione Gimbe due persone su tre non troveranno dosi in farmacia: secondo l’analisi alcune regioni, come il Lazio, avranno più disponibilità, fino al 75% della copertura. 

La crescita dei positivi nel Lazio

Il Lazio si sta assestando da alcuni giorni sopra i 200 casi al giorno, più di quelli registrati durante il lockdown. L'indice di contagio Rt è attualmente di 0,85, ovvero ancora sotto la media nazionale. La Regione ha già fatto scattare le contromisure, con la rimodulazione della rete ospedaliera d’emergenza, che prevede un totale di 1.127 posti letto garantiti, 866 per i ricoveri con sintomi del virus e 261 di Terapia intensiva e semi-intensiva.

Per gli hub (i centri di riferimento principali) di Malattie infettive ci sono 574 posti totali, 442 nei reparti ordinari e 118 in Terapia intensiva tra Spallanzani, Policlinici Umberto I e Gemelli. Altri 336 letti sono operativi negli spoke (i centri secondari) con competenze in Malattie infettive, Celio, Istituto clinico di Casalpalocco, Israelitico e Villa Tiberia Hospital; 217 invece sono presenti negli ospedali con reparti di Malattie infettive come Sant’Andrea, Policlinico Tor Vergata, Belcolle (Viterbo), Santa Maria Goretti (Latina) e Bambino Gesù. Operativi ora anche gli hotel, utili a ospitare i clinicamente guariti e le persone in quarantena asintomatiche: Villa Primavera, Casa San Bernardo, Urban e Francalancia. L’obiettivo è garantire entro ottobre 500 posti 

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