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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

La giornata nera di Fioramonti

Il ministro dell'istruzione è stato criticato per alcuni commenti dai toni violenti pubblicati sui social nel 2013. Ma più di un giornale ha anche dato (eccessivo) spazio alla sua decisione di iscrivere il figlio ad una scuola di inglese

Fioramonti nell'occhio del ciclone. Giornata nera per il ministro dell'istruzione chiamato in causa dal 'Giornale' che è andato a ripescare dei vecchi commenti pubblicati da Fioramonti nel lontano 2013. Il titolo di apertura del quotidiano diretto da Sallusti non lascia molto spazio all'immaginazione: "Il ministro della scuola violento e sessista".

All'epoca Fioramonti era Professore associato di Economia politica all’Università di Pretoria, in Sud Africa, e sui social non le mandava a dire: Daniela Santanché ad esempio veniva definita (tra le altre cose) "una demente bugiarda e venduta"; insulti al vetriolo anche nei confronti di Berlusconi e Giuliano Ferrara. Al neo ministro viene contestata anche una frase sulla polizia: "La polizia - scriveva Fioramonti - oggi come allora sembra più un corpo di guardia del potere, invece che una forza al servizio dei cittadini. I pochi poliziotti per bene hanno paura di far sentire la propria voce". 

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La destra all'attacco di Fioramonti: "Ora dimissioni"

La destra non ha perso tempo. "VERGOGNA FIORAMONTI: DIMISSIONI SUBITO!" ha commentato Giorgia Meloni. "Ascoltate e fate sentire a tutti gli indegni insulti sui social del Ministro dell'Istruzione. Questa persona dovrebbe insegnarci come educare i nostri figli?". 

Santanché: "Questa persona non può fare il ministro"

"Dimissioni immediate. E' una violenza nei miei confronti inaudita e mi auguro che tutte le donne, non solo di destra ma soprattuto del Pd e del Movimento 5 Stelle facciano sentire forte e chiara la loro voce. Chiamerò il presidente del Consiglio e vederemo se farà qualcosa". Così all'Adnkronos Daniela Santanchè, senatrice di Fratelli d'Italia in merito agli insulti scritti sui social nel 2013 dal ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti, e pubblicati oggi sul 'Il Giornale'.

"Sono basita. Questa persona non può fare il ministro e spero proprio che tutte le donne reagiscano - continua Santanchè -, parole che hanno scatenato l'indicibile sui social da questa mattina. Questa persona si deve dimettere, non può essere un ministro della Repubblica, questa persona è anche il mio ministro. Mi auguro che adesso le donne del Pd, le donne del M5S, tutte le donne chiedano le dimissioni: non Daniela Santanchè ma tutte le donne".

Le polemiche sulla scuola del figlio

Alle polemiche scaturite dall'articolo del 'Giornale' sono seguite quelle sulla scuola frequentata dal figlio di Fioramonti. Polemiche che per la verità non comprendiamo ma riportiamo per dovere di cronaca. L'agenzia AdnKronos ha infatti scoperto che il ministro ha iscritto il figlio (nato e cresciuto all'estero) a una scuola inglese e quando si è trattato di decidere se fargli fare l'esame di italiano, avrebbe detto di no. Una decisione che gli è costata qualche critica da parte degli ambienti di destra, anche se - per la verità - la vicenda è stata ingigantita dai giornali. 

La replica di Fioramonti: "Non rispettata la mia privacy"

Su facebook il ministro ha fatto notare che "queste sono questioni che attengono alla sua vita privata. Di questo, gli altri non dovrebbero interessarsi. Ha il diritto ad una vita serena al riparo dalle polemiche pubbliche che da Ministro sono chiamato ad affrontare".

"Tale ingerenza nei confronti della mia famiglia e della comunità scolastica - ha aggiunto Fioramonti - è avvenuta in spregio di ogni tutela della privacy, nonché delle più elementari regole di deontologia professionale. Sono turbato da padre e da cittadino. Tra l'altro mi domando come sia possibile che dati sensibili rispetto alla presenza di un minore in una scuola siano reperibili".

E ancora: "Formulerò un esposto al garante della privacy, da privato cittadino e non da Ministro, per tutelare non solo il diritto alla riservatezza di mio figlio ma quello di ogni genitore a poter crescere ed educare i propri figli senza che la loro vita venga gettata in pasto ai giornali". 

"Le frasi del 2013? Non ne vado fiero, ma ero un semplice cittadino"

 E quei commenti del 2013? Nel suo post Fioramonti si giustifica spiegando che si tratta di "opinioni di anni fa, scritte sulla mia pagina privata, di getto, e con toni di cui ovviamente non vado fiero (e per cui ho già chiesto scusa alla diretta interessata in forma personale)". 

"A tutti - ha aggiunto - può capitare di incorrere in errori, anche a me, come nel caso dei toni usati nelle affermazioni rilanciate dal tritacarne mediatico, pur vecchie di anni e fatte quando ero un semplice cittadino".

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