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Giovedì, 25 Aprile 2024
Addio alla politica, o solo arrivederci?

Cosa farà Luigi Di Maio

L'ex ministro degli Esteri si è dimesso da segretario di Impegno civico, il partito che era stato creato in fretta e furia: che lavoro farà adesso? A 36 anni il campano chiude il primo lungo capitolo della sua storia politica. Voci su un futuro da consulente

Che ne sarà di Luigi Di Maio, politicamente parlando? L'ex ministro degli Esteri ieri si è dimesso da segretario di Impegno civico, il partito che era stato creato in fretta e furia dopo la sua fuoriuscita dal M5s e la caduta del governo di Mario Draghi e che alle elezioni, alleato del centrosinistra, ha racimolato soltanto lo 0,6 per cento. Di Maio, candidato dal centrosinistra lettiano in un collegio uninominale, non è stato eletto. Dopo nove anni è fuori dal parlamento: era stato eletto per la prima volta alla Camera alle politiche del 2013. Con Di Maio è "ai saluti" anche un pezzo importante di gruppo dirigente del passato M5S, da Laura Castelli a Vincenzo Spadafora.

Secondo indiscrezioni di stampa, Di Maio potrebbe entrare alla Bains, società di consulenza americana tra le più importanti al mondo. Oppure mettersi direttamente in proprio con una sua piccola società di consulenza, sfruttando la rete di conoscenze costruita nel tempo. E che sia stato in grado di farlo lo dimostrano le parole di stima, per quanto di prammatica, del segretario di Stato americano Antony Blinken: "Ho parlato con il mio amico Luigi Di Maio per salutarlo. La partnership fra gli Stati Uniti e l'Italia è più forte che mai grazie in gran parte alla sua leadership. Ci mancherà e non vediamo l'ora di continuare la nostra eccellente collaborazione con il nuovo governo italiano". Al Consiglio degli Affari Esteri europeo in Lussemburgo, l’Alto rappresentante dell’Unione, Josep Borrell, lo ha salutato definendolo "un grande ministro degli Esteri".

Ma prima di nuove avvenure, Di Maio attenderà almeno un anno per ricoprire incarichi che potrebbero essere incompatibili con la sua esperienza di ministro. Per ora niente società di consulenza, soprattutto in ambito politico. Non subito, almeno. Per ora si prenderà una pausa. La capacità di ascolto e di dialogo, di costruire relazioni senza mai scontentare nessuno, gli ha permesso per quasi un decennio di superare errori politici più o meno grandi. L'ultimo però, tattico, è stato letale per il suo percorso nelle istituzioni. La scissione dal Movimento, pensata per rafforzare le fondamenta del governo Draghi e per indebolire Giuseppe Conte, ha finito per fare l'opposto: indebolire palazzo Chigi e rafforzare un Conte che in campagna elettorale è riuscito a riportare i pentastellati a percentuali impensabili fino a poche settimane prima.

"Il più giovane della storia repubblicana", e lo è stesso spesso: da vicepresidente della Camera, da vicepremier, da ministro degli Esteri.  A 36 anni l'ex leader del Movimento 5 stelle chiude il primo lungo capitolo della sua storia politica. Non è dato sapere se abbia intenzione di scriverne un secondo. Ma è certo che alla sua età può essere considerato ancora un giovane nei palazzi romani e in molte aziende, dove la sua esperienza potrebbe essere requisito molto gradito. Non si trovano ovunque giovani che a quell'età sono stati ministri in più dicasteri oltre che leader di partito con maggioranza relativa alle elezioni (quelle del 2018). Le ironie sul passato da "bibitaro" sono ormai materiale buono solo per meme e battute.

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