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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"M5s alleato della destra estrema e xenofoba": l'accusa del Pd al Parlamento europeo

I dem contestano il passaggio degli ex esponenti del Front national all'Efdd, il gruppo di cui fanno parte i pentastellati a Strasburgo. La replica: "Non prendiamo lezioni di coerenza"

Hanno abbandonato il Front national in polemica con le posizioni, a loro dire sempre più moderate, della leader del partito, Marine Le Pen. Lo hanno fatto anche al Parlamento europeo, dove però restare senza un gruppo di riferimento vuol dire meno soldi e meno visibilità politica.

Ed ecco così che l'ex vicepresidente di Fn Florian Philippot e i due colleghi dell'estrema destra francese “Les Patriotes”, Sophie Montel e Mireille D'Ornano, hanno dovuto cercarsi una nuova casa a Strasburgo. Ad accoglierli è stato l'Efdd, il gruppo guidato dal leader dell'Ukip, nonché uno dei massimi promotori della Brexit, Nigel Farage. E al cui interno, seconda forza per numero, si trova anche la pattuglia degli eurodeputati del Movimento 5 Stelle.

“Questo trasforma il gruppo di Farage in un gruppo ultranazionalista, estremista ed ulteriormente antieuropeo”, hanno dichiarato in una nota gli europarlamentari del Pd. Ma il vero attacco è contro i 5 Stelle: “Per i parlamentari M5S non ci sono più giustificazioni: in Europa siedono e votano con la peggiore destra xenofoba e razzista”.

La replica dei 5 Stelle

Accuse cui replica stizzita le delegazione europea del movimento di Beppe Grillo: “Argomentazioni fragili. Da chi frequenta da diversi decenni il Parlamento europeo ci aspettiamo maggiore conoscenza delle dinamiche che regolano la creazione e la gestione dei gruppi politici di Strasburgo, ben diverse dai gruppi delle forze politiche di Camera e Senato. Non prendiamo lezioni di coerenza dal Partito democratico i cui deputati europei sono noti per annunciare, in Italia, di difendere gli interessi dei cittadini e poi, a Strasburgo, per fare esattamente il contrario”, concludono”.

La questione è sempre quella: senza un gruppo di riferimento al Parlamento europeo, ci sono meno spazi di azione per far valere le proprie posizioni. E, dato molto caro in determinati ambienti di Strasburgo, ci sono meno fondi a disposizione per i deputati rimasti “senza casa”.

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