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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il ripensamento per non sfasciare tutto

Le condizioni di Grillo per il sì a Draghi

I rappresentati del Movimento si siederanno al tavolo con il presidente incaricato ma monta la rabbia tra i 5 stelle per il cambio di linea deciso, anche stavolta, da pochi, in barba all'uno vale uno.

Dopo aver detto, martedì scorso, 'mai con Draghi, avanti con Conte', ieri ha capito che il Movimento era in un vicolo cieco, assistendo, da lontano, a un'assemblea congiunta trasformata in uno sfogatoio. E così il garante ha deciso di cambiare gioco, anche per "rispetto del Colle".

Beppe Grillo si è messo al telefono chiamando parlamentari, ministri uscenti ma anche sindaci (tra cui Virginia Raggi) per ridare una linea al Movimento: "Ha chiamato tutti, definendo una grande opportunità - riportano diverse voci del Movimento - quella di tornare al governo, anche se a guidarlo non ci sarà più Giuseppe Conte ma l'ex numero uno della Bce".

Le condizioni di Grillo per il sì a Draghi

Difesa di tutti i provvedimenti portati a casa dal governo Conte, come il reddito di cittadinanza, il decreto dignità e le norme anticorruzione, e un programma che abbia tra i punti principali il reddito universale, una imposta patrimoniale per i super-ricchi, acqua pubblica, blu economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica. Sarebbero queste le "condizioni" che avrebbe indicato Beppe Grillo parlando con un gruppo di parlamentari M5s, per sedersi al tavolo per la formazione di un governo.

Il Movimento 5 stelle si siederà quindi al tavolo per rispetto istituzionale" e "gentilezza" nei confronti del Presidente della Repubblica. Ma la condizione sine qua non è che quello di Draghi sia un esecutivo politico, con il M5S che ne indossa qualche maglia. Da qui le chiamate a Giuseppe Conte, ragionando con lui su quel ruolo di 'federatore' della coalizione che dovrà guidare la sfida al centrodestra alla prossima tornata elettorale. Da qui, il 'predellino' del premier uscente, con tanto di tavolino di cristallo in piazza Colonna.

Il tavolino in piazza per Conte: ecco il "predellino" preparato da Casalino

Un'inversione a U, quella di Grillo, su cui nelle prossime ore, dovrà cercare di ricompattarsi il Movimento. Perché se i 'big' sembrano convinti sulla linea del governo Draghi, e se Conte ha aperto la strada e cercato di sgomberare ostacoli, è anche vero che le truppe parlamentari non sono affatto convinte, mentre monta la rabbia per il cambio di linea deciso, anche stavolta, da pochi, in barba all'uno vale uno.

Una linea che tra l'altro sarebbe osteggiato da un altro big che tuttavia è fuori dai Palazzi: Alessandro Di Battista. Certo è che la posizione delle forze politiche, indicata trasversalmente, sembra suggerire a Draghi la strada di un governo con innesti politici, sul 'modello Ciampi'. E sembrerebbe questa la via che sembra prevalere: un governo tecnico con ministri di area, uno massimo 2 per ogni forza di maggioranza. 

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