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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Movimento 5 stelle: perché la rottura Conte-Grillo sarà evitata prima del 15 luglio

Grillo accetta la mediazione e nomina un comitato. Giorni di trattative, è il weekend più caldo con il pressing di deputati e senatori di nuovo centrali. La frattura può essere ricomposta: per presentare alle elezioni amministrative un numero di liste degno della prima forza politica della legislatura il tempo stringe. Il rischio è l'irrilevanza nei territori

Si media, si tratta, la scissione non c'è e forse non ci sarà mai (un partito di Giuseppe Conte conviene realmente a qualcuno?). Nel Movimento 5 stelle è il weekend della pausa di riflessione. La sensazione è che tutto possa essere ricomposto, che sia quella la soluzione che realmente conviene a tutti.

M5s: Grillo accetta la mediazione

"Oggi ho ricevuto dai gruppi parlamentari una richiesta di mediazione in merito agli atti che dovranno costituire la nuova struttura di regole del MoVimento 5 Stelle (Statuto, Carta dei valori, Codice Etico). Ho deciso quindi di individuare un comitato di sette persone che si dovrà occupare delle modifiche ritenute più opportune in linea con i principi e i valori della nostra comunità": è quanto si legge sull'account Facebook di Beppe Grillo. "Il comitato sarà composto dal presidente del comitato di garanzia Vito Crimi, dal capogruppo della camera Davide Crippa e del senato Ettore Licheri, dal capogruppo in parlamento europeo, Tiziana Beghin, da un rappresentate dei ministri, Stefano Patuanelli, da Roberto Fico e Luigi Di Maio", ha precisato il garante del M5S. "Il comitato dovrà agire in tempi brevissimi. La votazione sul comitato direttivo è quindi sospesa", ha concluso.

Di fatto quella di Grillo è un'apertura che arriva nonostante Crimi avesse autorizzato il voto per il nuovo direttorio, come richiesto dal Garante sul nuovo sito del Movimento (Movimento5Stelle.eu), lasciando fuori il blog delle Stelle. La raffica di ricorsi contro le decisioni del reggente sarebbe inevitabile. In tanti hanno lavorato nelle scorse ore a oltranza per evitare il baratro della scissione. In prima fila sempre lui, Luigi Di Maio, il più convinto della raggiungibilità di una tregua. Ma non sfugge a nessuno che nel comitato a sette nominato da Grillo ci sono anche i due presidenti dei gruppi di Camera e Senato, Davide Crippa ed Ettore Licheri, oltre la capogruppo in parlamento europeo Tiziana Beghin, e un rappresentate dei ministri, Stefano Patuanelli. Ovvero: gli eletti che auspicavano un ritorno al dialogo hanno fatto una gigantesca pressione per farsi sentire, non hanno voluto rimanere passivi spettatori di uno scontro su uno Statuto che non ha visto nessuno.

Cosa succede adesso nel Movimento 5 stelle

Ora c'è da convincere Conte: il pressing sull'ex premier per tornare a ragionare "dentro" al Movimento 5 stelle, senza la creazione di un nuovo partito, è iniziato. Il comitato dei sette ha un weekend di tempo o poco più per aprire uno spiraglio. La notizia vera è che i parlamentari Cinque Stelle, da marginali che erano, diventano di nuovo centrali. Giuseppe Conte e Beppe Grillo farebbero fatica adesso come adesso a bocciare una sintesi che permetta loro di riprendere un progetto senza perdere politicamente la faccia. Conte sarebbe dispiaciuto per le parole dell’ex ministro Vincenzo Spadafora, che si è schierato con il fondatore del M5s e gli rimprovera di aver diviso il Movimento e i parlamentari. L'ex premier ritiene di aver lavorato per tenere tutto unito, ma negli ultimi giorni, dopo l'attacco personale di Grillo nei suoi confronti, ritiene che il margine sia minimo.

La missione dei pontieri è complessa. Entro pochi giorni deve essere trovata una sintesi. Infatti per poter presentare alle prossime elezioni amministrative all'orizzonte un numero di liste degno della prima forza politica della legislatura in Parlamento, il M5s deve fare quadrato entro il 15 luglio. Impensabile essere spazzati via dal panorama politico senza nemmeno partecipare in molti Comuni alle amministrative. E un buon risultato può essere raggiunto solo se Conte e Grillo non arriveranno alla rottura. Prevarrà il realismo? Il rischio è l'irrilevanza nei territori. Un rischio enorme e sottovalutato. A tutti i big pentastellati è chiaro che l'avvocato di Volturara Appula è l'unica speranza reale per i pentastellati di mantenere il partito centrale nel quadro politico dei prossimi due anni, o almeno fino all'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il M5s in tutti questi anni non è stato in grado di far crescere "internamente" una figura spendibile in questo momento per la leadership. C'è solo Conte.

Un nutrito gruppo di parlamentari ha chiaro l'obiettivo: rinnovare il M5s affidandosi a Conte, ma nessuna rottura con Grillo. Simbolicamente sarebbe una mossa troppo ardita e dalle conseguenze imprevedibili sul fronte del consenso. Conte potrebbe decidere di rimanere nell'orbita del progetto M5s,  con un garante rivitalizzato, o scegliere di allontanarsi davvero dalla forza politica che lo ha lanciato sulla scena. Potrebbe scoprire di avere, nei gruppi parlamentari, un sostegno minore di quanto ipotizzato in un primo momento.

I sondaggi sul futuro del M5s

Secondo l'analista dei sondaggi Alessandra Ghisleri nel M5s "esiste ancora quella base che crede nella partecipazione diretta, quella forza dal basso che ha stimolato l'opinione pubblica proprio grazie a Beppe Grillo, tuttavia oggi gli elettori pentastellati chiedono di tradurre in una o due opzioni politiche pragmatiche la linea Conte e la linea Grillo". Ma, come nota sulla Stampa, nelle intenzioni di voto "il Movimento 5 Stelle passa dal 16.2% di due settimane fa al 14.5%" di oggi. "Nell'ipotesi ad oggi solo artificiosa di un possibile partito personale di Giuseppe Conte - rileva Ghisleri - le conseguenze nel campo progressista sarebbero notevoli: il Partito Democratico passerebbe dal 19.8% al 17.4% perdendo quasi 2.4%, mentre il M5S si dimezzerebbe passando dal 14.5% al 7.0%"

Il tutto in favore "di un ipotetico partito di Giuseppe Conte che, sull'onda degli ultimi avvenimenti politici, si attesterebbe su un virtuale 10.5%" nota Ghisleri. Virtuale, appunto. E' un azzardo fare calcoli e strategie politiche basandosi su sondaggi estivi.

Renzi contro Conte

Chi aveva indicato in Giuseppe Conte il "riferimento del mondo progressista" dovrebbe riconoscere di avere sbagliato. Lo dice il leader di Iv Matteo Renzi nella sua enews. "Il Movimento Cinque Stelle che abbiamo visto finora non esiste più. Conte e Grillo se le stanno dando di santa ragione.
Si inventeranno una fragile tregua e poi ripartiranno a litigare". Aggiunge Renzi: "Spero che chi fino a qualche settimana fa ci spiegava che i Cinque Stelle erano il futuro e che Conte era il riferimento del mondo progressista possa quantomeno smettere di fare certe affermazioni: non dico chiederci scusa e darci ragione, questo sarebbe impossibile. Mi accontenterei di vedere chi ha fatto la morale in questi mesi riconoscere, semplicemente, di avere sbagliato tattica e strategia. Lo slogan `o Conte o niente' ce lo ricordiamo?".

Cosa rischia Conte con la scissione e il progetto di un partito personale

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