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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Il M5s torna alle origini: il "mandato Crimi" apre la battaglia dei vitalizi (e non solo)

Il nuovo reggente pentastellato avvia la campagna per il referendum sul taglio dei parlamentari e chiama gli attivisti 5 stelle in piazza a Roma il 15 febbraio. Per il futuro le parole d'ordine sono le stesse: pensioni, aiuti al reddito e salario minimo

Il capo politico del Movimento 5 Stelle, Vito Crimi, ha tenuto la prima di una serie di riunioni per avviare la campagna per il referendum sul taglio dei parlamentari. Ai presenti il reggente pentastellato ha confermato che da qui al 29 marzo "il Movimento darà il massimo".

Del resto si tratta di una battaglia che ha rappresentato (insieme al reddito di cittadinanza) il cavallo di battaglia per la cavalcata elettorale nel 2018.

"Quando partirà la campagna referendaria, auspico che anche i partiti che in Parlamento hanno votato per il taglio, si spenderanno per informare i cittadini e invitarli alla partecipazione" ha spiegato Crimi ben sapendo la difficoltà di un referendum senza quorum e in cui ogni voto sarà determinante.

Per questo il Movimento ha già inziato la propria campagna elettorale dando appuntamento ai propri attivisti a Roma il prossimo sabato 15 febbraio 2020. L'annuncio con un video della senatrice Paola Taverna (che nel "team del futuro" riveste il ruolo di facilitatore per l'Attivismo locale) e che ha rispolverato le parole di Beppe Grillo e l'invito agli eletti pentastellati ad essere "cittadini con gli elmetti".

Il Movimento 5 stelle torna alle origini

Quanto al nuovo capo politico pentastellato le parole d'ordine sono le stesse: pensioni, aiuti al reddito e un nuovo provvedimento dedicato al salario mininimo

In questo oggi è l'europarlamentare Daniela Rondinelli a rimarcare l'importanza di un provvedimento già annunciato lo scorso anno. Rondinelli riprende dati Eurostat sul salario minimo in Europa dove si citano i casi di Francia (1.539 euro al mese), Germania (1.584), Spagna (1.050), Belgio (1.594).

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"Secondo Eurostat sono 21 su 27 i Paesi membri che dispongono di un salario minimo nazionale. Tuttavia, in molte altri Stati il salario minimo è talmente basso rispetto alla media che costringe tanti lavoratori a vivere al limite della soglia di povertà con conseguenze anche per l’economia italiana che soffre di dumping sociale".

"L’impegno del Movimento 5 Stelle in Europa - conclude Rondinelli - sarà quello di fare in modo che il salario minimo possa davvero essere uno strumento per contrastare il degrado sociale ristabilendo la dignità delle persone".

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