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Giovedì, 25 Aprile 2024
Maggioranza divisa / Italia

I 5 Stelle vogliono lo stop all'invio di armi a Kiev, ma nel movimento è scontro

Messa a punto una bozza con la richiesta al governo criticata anche dal ministro degli Esteri Di Maio secondo cui l'Italia non si deve “disallineare” dagli alleati. Castelli: “Io la non la voto”

L'Italia ha già inviato tre carichi d'armi all'Ucraina, per aiutarla a difendersi dall'invasione della Russia di Vladimir Putin, ma ora basta, Roma deve smettere di inviare armamenti a Kiev. È quanto chiede una risoluzione alla quale alcuni senatori del Movimento 5 Stelle stanno lavorando in vista delle comunicazioni del premier Mario Draghi in Aula, previste per il prossimo 21 giugno, risoluzione che sta dividendo la maggioranza, e che è stata criticata anche da alcuni pentastellati, tra cui lo stesso ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha affermato che il nostro paese non può “disallinearsi” dal resto della Nato.

Le forze politiche che sostengono il governo Draghi stanno lavorando a un testo da votare dopo le comunicazioni del premier, e per ora hanno trovato un accordo su 5 dei 6 punti contenuti nella risoluzione, rimandando l'ultimo e più spinoso, quello delle armi che vengono richieste da Volodymyr Zelensky, a una riunione prevista per lunedì. Tutti d'accordo sull'apertura al percorso di adesione dell'Ucraina all'Ue, e quindi alla concessione dello status di candidato, alla revisione del Patto di Stabilità e quindi delle regole sul debito pubblico, sugli interventi per famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti della guerra e sul piano comunitario RepowerEu per l'energia e il rafforzamento delle proposte sul futuro dell’Unione.

Per il sesto punto alcuni senatori del Movimento 5 Stelle hanno messo a punto una bozza in cui si chiede al governo di impegnarsi a "non procedere, stante l'attuale quadro bellico in atto, ad ulteriori invii di armamenti che metterebbero a serio rischio una de-escalation del conflitto pregiudicandone una soluzione diplomatica". Nel ricordare i tre invii già fatti di armi dall'Italia, e i tanti altri fatti dagli alleati del blocco nonché da Usa e Regno Unito, il testo sostiene che “il supporto fornito in questi mesi dall'Unione europea all'Ucraina da un punto di vista economico e finanziario, nell'accoglienza dei profughi e nonché nel sostegno alla capacità ucraina di difesa, dovrà essere accompagnato da un rafforzamento dell'azione diplomatica vista l'urgenza che il perdurare del conflitto impone".

Ma a criticare la bozza è stato in primis Di Maio. “Ho letto che in questo ore c’è una parte del Movimento che ha proposto una bozza di risoluzione che ci disallinea dall’alleanza della Nato e dell’Ue, la Nato è un’alleanza difensiva, se ci disallineamo dalla Nato mettiamo a repentaglio la sicurezza dell’Italia”, ha dichiarato il ministro degli Esteri ad un evento a Gaeta. Anche il viceministro dell'Economia, Laura Castelli, ha affermato che se "in queste ore dicono che i miei colleghi al Senato hanno scritto una risoluzione nella quale si chiede di non inviare armi all'Ucraina", questa "è una posizione che non potrà vedere nemmeno tutta la maggioranza d'accordo. Io di sicuro non voterei una risoluzione, se presentata dal mio gruppo, che va fuori dalla collocazione storica dell'Italia, non lo farei mai perché la situazione è grave". Castelli per questo ha chiesto “un altro tipo di equilibrio”.

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