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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica Italia

Costretti a chiudere, sfila la rabbia contro Conte: "Il 3 dicembre manifestazione a Roma"

La richiesta è unanime: "Prima i sostegni, poi il lockdown". In piazza a Napoli si vede anche il leader dei gilet arancioni, il generale Antonio Pappalardo che annuncia una manifestazione per chiedere le dimissioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte

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Alle 18:00 si chiude ma qualcuno sfida le ordinanze e non abbassa la serranda. A Napoli i titolari degli esercizi pubblici aprono le braccia come rassegnati per l'ultimo Dpcm che impone la chiusura al pubblico alle 18. Ma se mentre le vie della movida si spensono sono già oltre un migliaio in piazza del Plebiscito a Napoli i manifestanti che contestano il Dpcm e le recenti ordinanze regionali per contenere la diffusione del Covid-19. A protestare ci sono anche i baristi che si sono seduti, rispettando il distanziamento e agitando gli shaker, gli artisti e i rappresentati del settore animazione.

La richiesta è unanime: "Prima i sostegni, poi il lockdown". (Qui quello che è trapelato sul decreto ristori).

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Come racconta Napolitoday in piazza sono scesi anche commercianti, professionisti, partite iva, lavoratori dello spettacolo eattivisti dei centri sociali e dei gruppi organizzati di disoccupati.

Imponente lo spiegamento di forze dell'ordine a presidio dell'intera area. Diversi i blindati, alcuni dei quali anche dotati di idranti. L'atmosfera è però di tenore completamente diverso rispetto a quella di venerdì notteAl momento la situazione sembra sotto controllo e la protesta prosegue in maniera pacifica. 

Gilet arancioni in piazza a Roma il 3 dicembre

In piazza si vede anche il leader dei gilet arancioni, il generale Antonio Pappalardo che annuncia una manifestazione il 3 dicembre a Roma per chiedere le dimissioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte. "Nessuno lo ha eletto, un abusivo e se ne deve andare. Ha rovinato l'Italia  - scandisce l'ex carabiniere durante un comizio improvvisato - Vogliamo ricordare 35mila morti persone non curate adeguatamente, cadaveri che non hanno ricevuto un'autopsia e che sono stati bruciati? Altrove sarebbero già finiti in galera e invece stanno ancora a governare.

Loro hanno detto la loro verità, noi vogliamo dire la nostra: che il Paese sta morendo di fame".

Quelli che si ribellano al nuovo Dpcm 

Non solo Napoli: manifestazioni sono in corso anche in Lombardia a Milano e in Piemonte a Torino dove sono stati segnalati scontri a piazza Castello, ma anche in Veneto a Vicenza e Treviso, e ancora a nel Lazio a Roma, in Friuli Venezia Giulia a Trieste dove alcuni manifestanti hanno preso a calci la porta della Prefettura. Nella notte analoghe manifestazioni anche in Sicilia a Catania. A Viareggio (Lucca) un corteo, sotto la pioggia, ha raggiunto il Comune mentre un altro gruppo di giovani ha occupato il lungomare bloccando il traffico, lanciando petardi e fumogeni e gridando di voler parlare con le istituzioni locali. Qui il punto sulle proteste nelle varie città d'Italia.

Sale la tensione sociale: l'allerta del ministero dell'Interno

Massima attenzione, necessità di disinnescare sul nascere ogni situazione di possibile rischio, massima fermezza nei confronti dei violenti. Al Viminale sale l'allerta per le tensioni sociali che potrebbero esplodere nel paese dopo il nuovo Dpcm del governo che ha rintrodotto una serie di restrizioni. Le manifestazioni dei giorni scorsi a Napoli, Roma e Torino, viene sottolineato, sono un campanello d'allarme anche se si è trattato di situazioni ben connotate: chi si è reso protagonista degli scontri con le forze di polizia, in sostanza, non aveva nulla a che vedere con le categorie che in qualche modo sono state più colpite dalla crisi di questi mesi ma con ambienti che avevano il preciso scopo di provocare disordini: ultras, estremisti di destra, centri sociali, soggetti che vivono di espedienti e piccoli reati utilizzati come manovalanza dalla criminalità organizzata.

Ma la situazione ora potrebbe cambiare. La rabbia e la frustrazione che monta nel paese e che oggi coinvolgono diverse categorie sociali e produttive potrebbero infatti diventare occasione perfette per chi ha interesse ad alimentare le tensioni. E, vista in quest'ottica, gli apparati di sicurezza non escludono che le manifestazioni annunciante per i prossimi giorni da chi è stato più colpito dai provvedimenti possano essere strumentalizziate e diventare l'occasione per provocatori e infiltrati di mettersi in mostra. Ecco perché, dicono ancora fonti qualificate degli apparati di sicurezza, "la questione dell'ordine pubblico è diventata molto sensibile e vanno disinnescate le situazioni più a rischio". Già in questi giorni sono state messe in campo una serie di azioni preventive e in ogni caso, viene ribadito, "non saranno tollerati eccessi". Ministero e Dipartimento della Pubblica Sicurezza, inoltre, sono in costante contatto con prefetti e rappresentanti locali delle forze di polizia proprio per rimodulare la strategia e mettere in campo ogni intervento per intercettare le possibili situazioni più a rischio prima che esplodano o si trasformino in veicolo per i più violenti. Sempre nell'ottica, viene ripetuto, della "massima fermezza".

Tutti gli errori di Conte che ci hanno portato al nuovo lockdown (sì, è colpa del governo)

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