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Giovedì, 28 Marzo 2024
La chiamata alla piazza

M5s si prende la piazza della pace

Il 5 novembre 2022 è la data ufficiale della prima mobilitazione per la pace e la difesa del Reddito di cittadinanza e la Costituzione. "Saremo migliaia"

Il terzo settore lancia ufficialmente una manifestazione per la pace e torna a occupare la piazza. Appuntamento il prossimo 5 novembre 2022 a Roma, in piazza Vittorio Emanuele II alle ore 14. "Vogliamo la Pace". Questa la chiamata a cui rispondere. Ma, per gli organizzatori, pace significa anche equità e giustizia sociale. Per cui si manifesterà anche per chiedere l'istituzione del salario minimo e difendere il Reddito di cittadinanza e la Costituzione. È la mobilitazione chiesta a gran voce da Giuseppe Conte. Così il Movimento 5 Stelle si prende la piazza di un popolo di sinistra, che ormai ha voltato le spalle al Partito democratico. 

La mobilitazione e la stoccata al Pd

La conferma arriva anche da Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale di "Rete dei Numeri Pari", una delle oltre cinquecento associazioni aderenti alla mobilitazione. De Marzo, in una conferenza stampa di presentazione dell'evento, ha detto: "Crediamo di portare in piazza diverse migliaia di persone. Gli unici che hanno aderito fino a ora e ci hanno sostenuto sono stati Unione Popolare e il Movimento 5 Stelle". Il 5 novembre è dunque il primo appuntamento di una mobilitazione che punta a essere sempre più ampia. Il Pd ora si trova a rimorchio di un popolo che negli anni era rimasto silente e adesso ha risposto alla chiamata, sì ma del Movimento 5 Stelle. Non è un caso che ai democratici sia arrivata anche una stoccata pesante da parte di Gaetano Azzariti, presidente di "Salviamo la Costituzione" il quale, ricordando l’importanza della Carta fondamentale. Azzariti, seppur senza citare il Pd, ha parlato di quella sinistra che "dovrebbe cominciare a partecipare, arricchendo la nostra agenda, senza perdersi dietro la ricerca del solito nuovo leader e senza pensare solo alle liti interne per il potere". 

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De Palma (Fiom-Cgil): "Piccole e medie imprese a rischio" 

In prima linea per la manifestazione nazionale c'è anche Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil nazionale che, intervenendo alla conferenza stampa, ha ricordato come i lavoratori abbiamo votato diversi partiti, da Fdi a Lega, da Pd a M5s, ma tutti vivono un grande senso di smarrimento. "Girando le fabbriche, ho conosciuto operai che spendono 16 euro di benzina per andare a lavorare, soldi con cui prima facevano la spesa che adesso devono ridurre; ho conosciuto operai che prima facevano la spesa alla Coop e alla Conad e ora vanno al discount; ho conosciuto persone che hanno paura per i propri figli". Per questo "la situazione di crisi economica, l'aumento dell'inflazione e la guerra in corso rischiano di provocare danni irreparabili nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. - ha proseguito De Palma - Nella lotta contro le disuguaglianze e le povertà è necessario coalizzare le forze sociali. Nessuno si salva da solo, abbiamo bisogno di costruire alleanze. Serve un intervento straordinario subito, come è avvenuto durante la pandemia, altrimenti si andrà verso il fermo delle piccole e medie imprese e di interi settori come la siderurgia e l'automotive, oltre alle crisi industriali come ad esempio Whirlpool, GKN e Wartsila. Con la manifestazione di sabato scorso della Cgil in piazza del Popolo abbiamo lanciato un percorso di mobilitazione per rimettere al centro il lavoro e la pace e per chiedere al nuovo governo passi in avanti sui temi delle politiche industriali, della transizione ecologica, del recupero del potere d'acquisto del salario, della lotta alla precarietà, della sicurezza del lavoro, e della democrazia. Per noi la Costituzione è la via maestra: la Costituzione si applica, non si cambia". 

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Analisi politica e i perché della manifestazione 

La manifestazione nasce dall’esigenza di interpretare un sentimento di rottura con un sistema che dura almeno quindici anni. Infatti sempre De Marzo ha precisato: "Eravamo pronti a andare contro l"agenda Draghi, poi è caduto il Governo", come a rimarcare il fatto che l’intento non è quello di portare in piazza le persone contro un eventuale governo di destro. No. "Veniamo da almeno quindici anni" di problemi. "Primi tredici con una politica di austerity, poi altri due anni con l"emergenza Covid e la guerra". Tutto questo secondo le associazioni, fra cui anche "Libera contro le mafie” e Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), impone ora l’esigenza di un momento di rottura con un modello di sviluppo "neoliberista", che, secondo Maura Cossutta, presidente di "Casa internazionale delle donne" è anche patriarcale e militarista. E allora "non vediamo altro modo per incidere, difendere e promuovere i nostri diritti - si legge in una nota stampa - se non attraverso una mobilitazione dal basso da soggetti sociali diversi, impegnati per obiettivi comuni per la giustizia sociale e ambientale". 

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