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Sabato, 20 Aprile 2024
I conti dello Stato

La prima manovra del governo Meloni: "Non abbiamo pensato al consenso, abbiamo fatto scelte utili"

Il provvedimento è stato varato in Consiglio dei ministri e deve essere discusso in Parlamento. La presidente del Consiglio: "È una legge coraggiosa, politica, coerente"

La legge di bilancio del governo Meloni ha preso forma. Il provvedimento è stato varato in Consiglio dei ministri e tocca temi cruciali come gli aiuti alle famiglie, le pensioni, il reddito di cittadinanza, la flat tax e il cuneo fiscale quindi gli stipendi. Si tratta di un pacchetto di provvedimenti da 35 miliardi di euro, di questi 21 sono assorbiti dalle misure per mitigare l'aumento dei prezzi dell'energia.

Adesso che la manovra è scritta si apre la discussione parlamentare, con tempi stretti perché deve essere approvata entro il 31 dicembre se si vuole evitare l'esercizio provvisorio di bilancio. La stessa premier Giorgia Meloni ha spiegato gli assi portanti della manovra e gli altri provvedimenti approvati in Consiglio dei ministri oggi in conferenza stampa. Con lei anche i ministri delle Infrastrutture Matteo Salvini, del Lavoro Marina Calderone, dell'Economia Giacarlo Giorgetti, e il viceministro all'Economia Maurizio Leo.

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"Manovra coraggiosa e politica"

"Coraggiosa, coerente, politica". Gli aggettivi usati da Meloni per definire la manovra. La premier si mostra soddisfatta e parla di una manovra che "non cerca il consenso" ma che è stata scritta partendo dalle "cose utili".  "Quando ti occupi del tuo bilancio e le risorse mancano - spiega Meloni - non stai a preoccuparti del consenso ma di cosa sia giusto fare per far crescere la famiglia nel migliore dei modi, si fanno delle scelte e ci si assume delle responsabilità. È una legge finanziaria coraggiosa, coerente e che scommette sul futuro. Abbiamo scritto questa legge di bilancio che fa delle scelte politiche in appena un mese. La manovra racconta una visione politica".  

Meloni sottolinea che "alla base delle norma ci sono due grandi priorità: la crescita, cioè mettere in sicurezza il tessuto produttivo" e, dall'altra parte "la giustizia sociale a dire l'attenzione alle famiglie e ai redditi più bassi". E rivolge un appello alle opposizioni: "Le misure crediamo possano essere migliorate dal Parlamento, speriamo in un atteggiamento serio e responsabile delle opposizioni come quello dimostrato da noi".

"Abbiamo fatto una scelta politica: tagliato e aumentato da qualche parte e fatto scelte che sono manifesto politico di questa maggioranza. Abbiamo investito sulla spesa previdente, investendo sui figli, su coloro che domani pagheranno le risorse per la previdenza sociale" spiega Giorgetti .

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Gli interventi sulle bollette

La voce maggiore di spesa della manovra riguarda il tema del caro bollette: su 35 miliardi, i provvedimenti per l'energia sono di circa 21 miliardi. "Ovviamente le due scelte fondamentali riguardano i crediti di imposta per le aziende, per cui è previsto un credito che si applica su parte dell'aumento che le imprese hanno fatto rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Quindi noi confermiamo e aumentiamo i crediti dal 40 al 45% per le aziende energetivore e fino al 35% per le non energivore", spiega Meloni.

"Lo Stato - aggiunge Meloni - interviene per calmierare le bollette per le famiglie, prima con un Isee massimo di 12.000 euro e noi lo portiamo a 15 mila euro. La platea per le famiglie si allarga ma chiaramente la misura è per quelle più bisognose e vale 9 miliardi di euro".

Assegno unico: come cambiano gli importi

Cresce l'assegno unico per i figli

Una larga parte della manovra è incentrata su famiglia e natalità. "I provvedimenti valgono un miliardo e mezzo di euro, una scelta che non ha molti precedenti - dice la premier - . L'assegno unico viene aumentato del 50% a tutti per il primo anno di vita del bambino, del 50% per tre anni per le famiglie numerose. L'Iva su tutti i prodotti della prima infanzia sarà al 5% e anche per quello che riguarda i dispositivi igienici femminili non compostabili, vengono confermate le misure per acquisto della prima casa sulle giovani coppie". 

Diventa strutturale la maggiorazione per i figli disabil. Una "misura che può sembrare scontata - sottolinea Meloni - ma che non era così perché era "transitoria. Credo sia fondamentale mettere in campo aiuti per  i bimbi disabili".  

L'iva su pane e latte

Non c'è invece l'azzeramento dell'Iva su pane e latte, norma trapelata nei giorni scorsi. "Si sarebbe spalmato su tutti e non solo su chi aveva redditi bassi", la precisazione di Meloni. "Non possiamo distinguere il reddito di chi acquista i beni di questo tipo e la misura sarebbe valsa anche per chi non ne aveva bisogno. Selezioneremo però con decreto degli alimenti e utilizzeremo i 500 milioni per abbassare il prezzo su quei beni usando la rete dei Comuni. Quindi diremo quali hanno aderito alla nostra iniziativa, calmierando il prezzo di quei beni, e dove si possono spendere quelle risorse".

Congedo parentale

Cambia il congedo parentale, con la possibilità di avere un mese in più (facoltativo) con retribuzione all'80%. "Ho sempre pensato - spiega Meloni - che molte madri non se lo potessero permettere con il 30% della retribuzione. Noi abbiamo aggiunto un mese di congedo facoltativo retribuito all'80% e utilizzabile fino al sesto anno di vita. Una sorta di salvadanaio del tempo senza ritrovarsi in condizione economiche difficili". 

Chi avrà un aumento sullo stipendio

Il taglio del cuneo fiscale

Le buste paga saranno più sostanziose con il taglio del cuneo fiscale (la differenza tra lo stipendio lordo e quello poi effettivamente erogato ai lavoratori pubblici e privati). Meloni spiega: "Facciamo un taglio del due per cento del cuneo fiscale per redditi fino a 35 mila euro, interamente lato lavoratore, ma aggiungiamo un ulteriore 1% per i redditi fino a 20 mila euro". Questo "costa oltre quattro miliardi di euro" e mostra che "un'altra grande priorità l'abbiamo data al taglio del costo del lavoro".

Aumentano le pensioni, arrivano quota 103 e la nuova opzione donna 

Verso la riforma delle pensioni

Si avvia un nuovo schema pensionistico, anche se la riforma verrà varata successivamente. Per il 2023 si consente di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica (quota 103). "Per chi decide di entrare in questa finestra, fino alla maturazione dei requisiti non potrà prendere una pensione superiore a cinque volte la minima", precisa la premier.

Per chi invece decide di restare a lavoro c'è una decontribuzione del 10%. Prorogata per il 2023 Opzione donna con modifiche: in pensione a 58 con due figli o più, 59 con un figlio, 60 altri casi. Confermata anche l'Ape sociale per i lavori usuranti.

"La scelta di rendere le misure sulle pensioni transitorie per il 2023 va vista nell'ottica di una riforma strutturale che nel 2023 deve essere studiata, varata e ragionata - sottolinea il ministro del Lavoro, Marina Calderone -. Le misure adottate sulle pensioni, dal rinnovo dell'Ape sociale ad Opzione donna, che ha introdotto alcune modifiche sulla soglia di età, e quelli sulla possibilità di riconoscere incentivi in uscita in termini di riduzione del criterio di accesso per lavoratrici con figli o in condizione soggettive particolare, come quelle su quota 103 devono essere viste come misure di accompagnamento".

Chi avrà pensioni più alte

Nella manovra trova spazio la rivalutazione delle pensioni, ma legata all'importo dell'assegno. Le pensioni minime vengono rivalutate del 120 per cento, le pensioni fino duemila euro fino al 100 per cento e, man mano che la pensione aumenta, l'aumento diminuisce. "Per le pensioni oltre dieci volte la minima, indicizzazione è fermata al 35%", dice Meloni.

La flat tax

Meloni spiega poi cosa è stato deciso in tema di flat tax. "Ci sono tre tasse piatte nella legge di bilancio: sui redditi incrementali alle partite Iva una del 15% sul maggiore utile conseguito con una soglia massima di 40mila euro. Si tratta di una misura rivolta al ceto medio, che serve a riconoscere i sacrifici di chi riesce a fare meglio del passato. Ci sono poi l'aumento della flat tax a 85mila euro e l'intorduzione della tassa piatta al 5% sui premi di produttività fino a 3mila euro, contro il 10% previsto attualmente e fa il paio con l'estensione dei fringe benefit".

La tregua fiscale

"Nessun condono" dice Meloni, che spiega come il governo ha inteso la cosiddetta pace fiscale. "Lo spirito da cui muoviamo è un rapporto diverso tra Stato e contribuente: lo Stato non è più aggressivo e punitivo ma giusto e comprensivo verso chi è in difficoltà. Non esiste alcun condono ma solo operazioni vantaggiose per lo Stato. Vengono annullate - spiega Meloni - le cartelle inferiori a 1000 euro e antecedenti al 2015. Per tutti gli altri si paga il dovuto con una maggiorazione unica del 3% e la rateizzazione.

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Come cambia il reddito di cittadinanza

Come ampiamente annunciato cambiano anche le regole per il reddito di cittadinanza, che Meloni non esita a definire "una misura sbagliata" nella forma attuale.  La premier non ha dubbi: "sarà abolito e resterà solo per chi non può lavorare, disabili, anziani, famiglie senza redditi con minori, donne in gravidanza".

"Avremo bisogno di più tempo per una riforma complessiva - sottolinea la premier - ma intantod dal 2023 non potrà essere percepito per più di 8 mesi e decadrà al rifiuto della prima offerta di lavoro. Abbiamo scelto di tenere il periodo di accompagnare quella che sarà la fine del reddito per chi è in condizione di lavorare". 

C'è poi l'obbligo di presenza sul territorio nazionale per incassare il sussidio, "perché in tanti casi le persone lo percepiscono ma non sono in Italia".

Non manca la stilettata da parte della premier agli avversari politici: "Vedo forze politiche che chiamano la piazza, va bene tutto però vorrei sapere se chi lo ha pensato lo ha immaginato come uno strumento dello Stato per occuparsi delle persone dai 18 ai 60 anni. C'è gente che lo prende da tre anni evidentemente non ha funzionato o per alcuni italiani deve andare all'infinito io credo che lo Stato debba occuparsi di loro a trovare un posto di lavoro".

Norme contro i negozi "apri e chiudi"

Nella manovra viene introdotta una norma contro la concorrenza sleale "degli esercizi apri e chiudi" cioè quegli esercizi che aprono, non versano un euro alle casse dello Stato, chiudono prima dei controlli, spariscono e ricominciano daccapo. "Abbiamo introdotto - spiega Meloni - una norma per cui quando l'Agenzia delle entrate ha avvisaglie che qualcosa non va può convocare questa persona e se non ha rassicurazioni può cancellare la partita Iva che può essere riaperta solo presentando una fideiussione a garanzia del pagamento delle tasse". "Anche questa è una misura di buon senso, credo che commercianti e imprenditori debbano essere difesi dall'abusivismo e dalla concorrenza sleale".

Meno tasse per chi assume

Il governo punta ad agevolare i nuovi posti di lavoro. "Per l'assunzione di donne, giovani fino ai 36 anni o percettori di Reddito di cittadinanza azzeriamo la contribuzione - annuncia Meloni - Ma vale per i nuovi contratti, vuol dire che non vale per chi licenzia qualcuno e assume qualcun altro" e vale per chi decide di "stabilizzare lavoratori con contratti a tempio indeterminato". 

Stop plastic e sugar tax

Prevista la sospensione anche per il 2023 dell’entrata in vigore di plastic e sugar tax, le imposte sui prodotti in plastica monouso e sulle bevande zuccherate.  

Viene poi rifinanziato il fondo per 1 miliardo per il 2023 che garantisce tutte le operazioni finanziarie direttamente finalizzate all’attività d’impresa concesse da un soggetto finanziatore (banca o altro). 

Il ponte sullo Stretto di Messina

Il Cosiglio dei ministri, oltre alla manovra, ha anche mosso il primo passo per la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Per riavviare il progetto viene prevista la riattivazione della società Stretto di Messina spa,, che è attualmente in liquidazione. "Questo - sottolinea il ministro delle Infrastrutture Salvini - è il governo che ha l'ambizione di posare la prima pietra. Chiederò a Bruxelles che questo abbia un co-finanziamento europeo".

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