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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Cosa non cambia rispetto al passato nella manovra del "governo del cambiamento"

Parla di "disastro per il Paese" il Pd, mentre dal M5s esultano per una manovra che "investe nei cittadini che hanno pagato il prezzo più alto della crisi". Tentiamo un'analisi differente, paragonando l'impostazione di questa legge di bilancio a quelle del passato

Le opinioni su una legge di bilancio non sono mai state così agli antipodi. Parla di "disastro per il Paese" il Pd, mentre dal M5s esultano per una manovra che "investe nei cittadini che hanno pagato il prezzo più alto della crisi e delle sciagurate politiche di austerity". 

"Dopo mesi di promesse e slogan gli  italiani si trovano con una legge di bilancio, che verrà approvata fondamentalmente al buio sia alla Camera che al Senato, che aumenta di un miliardo di euro la pressione fiscale su imprese e famiglie e che  porterà l'Iva ad aumentare al 25,2% nel 2020" dice Cosimo Maria Ferri del Pd. "Questi sono i tanto sbandierati risultati della epica battaglia a Bruxelles: una disastrosa sconfitta su tutti i fronti, una sconfitta per il nostro Paese che pagheranno i nostri figli. Per sterilizzare le clausole Iva al 25,2% nel 2020 e al 26,5% nel 2021 il Governo dovrà reperire 52 miliardi di euro, andando così a comprimere welfare e diritti dei nostri concittadini". Dal M5s ribattono: "Finalmente una manovra che rilancia l’economia e ristabilisce equità sociale", sottolineando un cambiamento sostanziale rispetto al passato.

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Manovra, che cosa non cambia rispetto al passato

Come stanno davvero le cose? Andando per un attimo "oltre" i giudizi pro e contro, si può tentare un'analisi differente. Questa manovra è davvero così diversa rispetto a quelle del passato? Coloro che difendono la "mossa" di reddito di cittadinanza e quota 100 ( i decreti sono ancora da scrivere, le misure saranno senz'altro ridotte rispetto alle promesse, ma che verranno scritti ora non è più in discussione, resta da capire il "come"), che in qualche modo dovrebbero diventare realtà poco prima del voto europeo 2019 (e definibili quindi calendario alla mano senza timore di smentite "mosse elettorali"),  ricordano che il governo di Matteo Renzi nel 2014 diede l'ok al bonus da 80 euro proprio prima delle elezioni europee, che si rivelarono il massimo picco del percorso politico di quell'esecutivo. In tutte le manovre, bene o male, i partiti di maggioranza strizzano l'occhio al proprio elettorato di riferimento: una dose di elettoralismo può essere considerata fisiologica. In ogni caso sono sensibilmente ridimensionate le disponibilità di fondi per i pilastri della legge di bilancio, con le risorse per quota 100 che scendono a circa 4 miliardi, quelle per il reddito di cittadinanza a 7 miliardi.

Altro elemento che c'era praticamente sempre nelle manovre del passato, e presente anche in quella legastellata, è l'inserimento di pesantissime clausole di salvaguardia (ovvero futuri aumenti di tasse): legittime richieste dell'Unione europea, che però limitano enormemente la libertà di azione dei governi futuri. Con clausole di salvaguardia si intendono quelle misure prese per cercare di “salvaguardare” i vincoli Ue di bilancio dalle spese previste, in sostanza per tutelare i saldi di finanza pubblica. Non è troppo diverso nemmeno (nonostante questo governo abbia spinto la prassi quasi al punto di rottura) il procedimento: mega testo praticamente illeggibile, maxi-emendamento voluto dal governo senza lasciare spazio a un dibattito approfondito in Aula, e poi voto di fiducia.

Manovra, i senatori Pd e Forza Italia per protesta lasciano l'aula. FOTO ANSA

In una analisi molto condivisa sui social in queste ore, l'economista Luca Ricolfi sottolinea che la differenza più importante con il passato riguarda forse la poca attenzione al mondo delle imprese, grandi e piccole: "Nelle manovre degli ultimi 4-5 anni, accanto alle misure di stampo prevalentemente elettorale, erano presenti misure rilevanti di sostegno alla crescita" scrive nel suo editoriale sul Messaggero . Ora invece "il saldo fra le nuove misure pro-imprese (come la mini flat tax sulle partite Iva) e le vecchie misure soppresse o modificate è drammaticamente negativo. Di qui il malcontento che, da qualche mese, comincia a serpeggiare soprattutto nel Nord, dove anche l’elettorato leghista non capisce perché smontare la legge Fornero sia diventato, improvvisamente, molto più importante che varare la flat tax".

La "manovra del popolo", come l'hanno ribattezzata Lega e M5s lascia un'eredità quindi pesante e potenzialmente pesantissima all'Italia futura. L'elemento di "scommessa" è forte, fortissimo. Solo il tempo dirà chi ha avuto ragione. I numeri saranno la cartina di tornasole, e allora sarà tempo di bilanci: crescita economica (come spera il governo Conte) o recessione (come temono vari osservatori). 

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Manovra, le ultime novità

Di seguito le principali novità contenute nel maxiemendamento emerse dopo l'accordo con l'Unione europea.

SALDO E STRALCIO PER ISEE FINO A 20.000 EURO Arriva l'estinzione dei debiti con il fisco senza sanzioni per gli omessi versamenti per i contribuenti, inclusi i professionisti, che hanno un Isee fino a 20.000 euro. Si pagherà in un'unica soluzione entro novembre 2019 o in 5 rate il 16% del dovuto con Isee fino a 8.500 euro, il 20% con Isee fino a 12.500 euro e il 35% con Isee fino a 20.000 euro.

BLOCCO DELLE RIVALUTAZIONI DELLE PENSIONI Scure da oltre 2,2 miliardi di euro in tre anni sulle rivalutazioni delle pensioni a partire dagli assegni di 1.522 euro. Fino a 2.029 euro l'adeguamento sarà tagliato di 3 punti percentuali, fino a 2.537 euro il taglio salirà a 23 punti. La rivalutazione sarà poi sostanzialmente dimezzata per gli assegni fino a 3.042 euro (-48 punti) e fino a 4.049 euro (-53 punti). Il taglio salirà a 55 punti per gli assegni fino a 4.566 euro per arrivare a 60 punti percentuali per quelli superiori.

TAGLIO ALLE PENSIONI D'ORO Taglio da 239 milioni in tre anni delle pensioni sopra i 100.000 euro lordi l'anno. Gli assegni saranno ridotti per cinque anni del 15% per le prestazioni tra i 100mila e i 130mila euro l'anno, del 25% per quelli fino a 200mila euro l'anno, del 30% fino a 350mila euro l'anno, del 35% per gli assegni fino a 500mila euro l'anno e del 40% per quelli superiori.

RIDUZIONE DEI FONDI PER REDDITO E QUOTA 100 I fondi per reddito di cittadinanza e quota 100 si riducono complessivamente di 4,7 miliardi di euro nel 2019 rispetto alla prima versione della legge di bilancio. In particolare, il fondo per il reddito di cittadinanza scende da 9 a 7,1 miliardi di euro (che salgono a 8,05 mld nel 2020 e 8,31 mld nel 2021) mentre quello per quota 100 scende da 6,7 a 3,9 miliardi di euro (che diventano 8,3 nel 2020 e 8,6 nel 2021).

TAGLIO DEL FONDO PUBBLICO PER GLI INVESTIMENTI Taglio di oltre 5 miliardi del fondo pubblico destinato agli investimenti. Il maxiemendamento riduce lo stanziamento dai 9 miliardi previsti in origine a 3,6 miliardi. In particolare per il 2019 si scende da 2,75 miliardi a 740 milioni, per il 2020 da 3 miliardi a 1,26 miliardi, per il 2021 da 3,3 miliardi a 1,6 miliardi.

AUMENTATE CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA IVA Le clausole di salvaguardia sull'Iva salgono a 23 miliardi per nel 2020 e a 28,7 miliardi nel 2021.

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RINVIATE LE ASSUNZIONI NELLA P.A. E NELLE UNIVERSITA' Congelate fino al 15 novembre 2019 le assunzioni nella pubblica amministrazione e fino al 1 dicembre 2019 nelle università con l'eccezione dei ricercatori con contratto in scadenza entro questo termine.

AUMENTO DEL PIANO DI DISMISSIONI IMMOBILIARI Sale a 1,6 miliardi di euro il piano di dismissioni di immobili pubblici per il 2019. L'obiettivo di 640 milioni di euro già previsto è stato rivisto al rialzo di 950 milioni di euro.

SGRAVI CONTRIBUTI INAIL DEL 32% PER IMPRESE Confermati gli sgravi del 32% dei contributi Inail a carico delle imprese. La riduzione sarà pari a 410 milioni nel 2019, per salire a 525 milioni nel 2020 e a 600 milioni nel 2021.

RADDOPPIA L'IRES PER LE NO-PROFIT Viene cancellata l'agevolazione Ires per gli enti non commerciali e le no-profit. L'aliquota, che era stata ridotta al 12%, torna a livello pieno al 24%.

RIMBORSI RISPRMIATORI SENZA ARBITRATO CONSOB I rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche arriveranno senza l'arbitrato Consob ma con il parere di una Commissione istituita al Mef. I rimborsi, per un massimo di 100mila euro, saranno al 30% per gli azionisti e al 95% per gli obbligazionsiti. Sarà data priorità a chi ha un Isee inferiore a 35mila euro.

TAGLI AI GIORNALI E BONUS PER LE EDICOLE Taglio di 28,5 milioni di euro alle riduzioni tariffarie previste per le società editrici, progressiva cancellazione di contributi a quotidiani e periodici e bonus fiscale fino a 1.500 euro per le edicole.

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WEB TAX DEL 3% SU VENDITE DIGITALI Si punta a riattivare la web tax introdotta dalla scorsa manovra ma mai attuata. Viene introdotta una imposta del 3% sui ricavi digitali per le imprese con un fatturato di almeno 750 milioni di euro e vendite in Italia di almeno 5,5 milioni di euro.

AUMENTA ANCORA IL PREU SUI GIOCHI Aumenta ancora il prelievo erariale unico sugli apparecchi da gioco. L'aliquota, già aumentata all'1,25% dal decreto dignità, sale ulteriormente all'1,40%.

PROROGATE CONCESSIONI DEGLI STABILIMENTI BLANEARI Non si applicherà per i prossimi 15 anni la direttiva Bolkenstein per la messa a agare delle concessioni balneari. Il rinvio viene esteso anche alle concessioni per finalità residenziali e abitative.

INCENTIVI PER L'ACQUISTO DI NUOVI DECODER Fondo di 151 milioni di euro per l'aquisto di Tv e decoder compatibili con il nuovo standard del digitale terrestre DVB T-2 dovuto al trasferimento delle frequenze per il 5G. Gli incentivi saranno validi fino al 2022.

SCONTO FISCALE PER PENSIONATI CHE SI TRAFERISCONO AL SUD Tasse al 7% per i pensionati che si sono trasferiti all'estero da almeno 5 anni e che tornano.

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