La strategia del governo: 23,5 miliardi di deficit in tre anni. Giorgetti: "Servono scelte difficili"
Il ministro dell'Economia: "Situazione delicata". Previste privatizzazioni per l’1% del pil. In arrivo un decreto urgente per pensioni, Pa e migranti
L’Italia si ritrova ad affrontare una "situazione delicata, servono scelte difficili", ha ribadito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti parlando della prossima manovra. Nella relazione al Parlamento sulla Nadef il ministro ha dichiarato che la revisione degli obiettivi del deficit pubblico, più alti rispetto al passato (che hanno fatto impennare lo spread), renderanno disponibili "3,2 miliardi nel 2023, 15,7 miliardi nel 2024 e 4,6 miliardi nel 2025". Si tratta di 23,5 miliardi di euro in tre anni, con una parte di questi fondi che saranno utilizzati da subito, con un decreto già in preparazione.
"Nel 2026, invece, il saldo obiettivo implica una correzione di 3,8 miliardi di euro rispetto all'indebitamento netto tendenziale, che consente di riportare lo stesso al di sotto della soglia del 3%". Ma come verranno utilizzati questi fondi? Qual è la strategia del governo Meloni per i prossimi tre anni?
"In tre anni il deficit sotto il 3%"
Senza fare troppi giri di parole Giorgetti ha dichiarato che la situazione "è più delicata di quanto prefigurato in primavera", specificando che "la finanza pubblica è gravata dall'onere degli incentivi edilizi, dal rialzo dei tassi e dal rallentamento del ciclo economico internazionale". Proprio per questo il governo ha chiesto al Parlamento l’autorizzazione a fare maggior deficit: 5,3% nel 2023 da 5,2% per liberare 3,2 miliardi di euro; 4,3% da 3,6% nel 2024 per portare quasi 16 miliardi alla prossima legge di Bilancio; 3,6% da 3,4% nel 2025 per disporre di ulteriori 4,6 miliardi. Poi la promessa: "In tre anni il deficit tornerà sotto il 3%".
Con questi fondi il governo proverà ad affrontare "i problemi più impellenti - inflazione, povertà energetica e alimentare, decrescita demografica - promuovendo al contempo gli investimenti, l'innovazione, la crescita sostenibile e la capacità di reagire dell'economia".
"Previste privatizzazioni pari all’1% del Pil in 3 anni"
Questa l’unica strategia possibile individuata dal governo per ridurre le tasse senza soffocare l’economia. "Si basa sull’individuazione di un punto di equilibrio tra sostegno alla crescita, agli investimenti e al potere d’acquisto delle famiglie italiane, da un lato, e disciplina di bilancio e riduzione del rapporto debito/pil, dall’altro - scrive il ministro dell’Economia nella premessa alla Nota di aggiornamento del Def -. Ciò sarà possibile anche attraverso la dismissione di partecipazioni societarie pubbliche".
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Per garantire la sostenibilità del debito e "coerentemente con una gestione più dinamica delle partecipazioni pubbliche, il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l'1% del pil nel 2024-2026", ha chiosato il ministro. Si tratterà di "dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un'opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico".
Il governo però non vuole solo dismettere asset, punta anche ad "acquisire partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e digitalizzazione della nostra economia, quali le reti di telecomunicazione, nonché di adottare politiche innovative per lo sviluppo delle infrastrutture".
In arrivo un decreto urgente per pensioni, Pa e migranti
Nella relazione al Parlamento sulla Nadef si legge poi che "nel 2024 e 2025, le risorse saranno utilizzate, nell’ambito del prossimo disegno di legge di bilancio, per il taglio del cuneo fiscale sul lavoro anche nel 2024 e l’attuazione della prima fase della riforma fiscale, il sostegno alle famiglie e alla genitorialità, la prosecuzione dei rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione, con particolare riferimento alla sanità, il potenziamento degli investimenti pubblici, con priorità per quelli previsti del Pnrr, nonché il finanziamento delle politiche invariate".
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In arrivo a breve anche un decreto per impiegare le risorse in deficit per il 2023, pari a 3,2 miliardi di euro. "Un provvedimento d’urgenza” per il "conguaglio anticipato dell’adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici previsto per l’anno 2024, misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e per la gestione dei flussi migratori".
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